Napoli, se questo è un Forum
Napoli. La delibera regionale dello scorso 21 maggio con la quale si procede allo scioglimento della Fondazione Forum Universale delle Culture Napoli 2013 e alla nomina di un commissario liquidatore (che dovrà occuparsi anche dell’ingente debito di circa 5 milioni di euro) se da un lato apre a nuovi possibili scenari finalmente risolutivi volti alla gestione culturale dell’evento e non più solo a quella politica, dall’altra denuncia ancora una volta uno stile che ha segnato i passi e le azioni delle amministrazioni locali (Regione prima, Comune poi) di era post bassoliniana, protese a cancellare con atti amministrativi riflessioni e ragionamenti del passato piuttosto che migliorarli.
Poco o nulla, forse, c’era da salvare di una Fondazione, con sede presso l’ex Asilo Filangieri, prestigioso immobile comunale nel centro antico della città, che negli anni ha speso danaro, prodotto poco, soprattutto per qualità, e assecondato tanto gli indirizzi politici di volta in volta predominanti.
La soluzione oggi proposta è quella di costituire un ente monocratico che, proprio perché più snello, possa organizzare l’evento che si dovrà svolgere tra poco meno di un anno. Non poche perplessità, però, vengono espresse persino dall’assessore alla Cultura della Regione Campania Caterina Miraglia, scettica sulle effettive possibilità che un Forum organizzato in così breve tempo sia in grado di soddisfare le aspettative e centrare le finalità per le quali è stato attribuito a Napoli nel 2007.
Sembrerebbe, quindi che, fallita a gennaio l’ipotesi di affidare a Roberto Vecchioni la Presidenza della Fondazione su proposta del sindaco Luigi de Magistris, affinché rilanciasse l’immagine internazionale della città, il nuovo corso sia più concretamente volto a individuare velocemente (con fondi non ancora stanziati, con una programmazione al momento inesistente, ma con la garanzia di professionalità del comitato scientifico) nuovi indirizzi da seguire, evitando lungaggini burocratiche di una Fondazione mangiasoldi e confidando di poter sottrarre il Forum, ma meglio sarebbe dire Napoli, a una totale débâcle, questa volta sì, di portata internazionale.
Il Forum delle Culture, promosso dall’Unesco e istituito per la prima volta a Barcellona nel 2004, avrebbe dovuto prevedere, tra l’altro, un programma di trasformazione e di riqualificazione urbana, con conseguenti nuove occasioni occupazionali, rilancio turistico e sviluppo infrastrutturale. Molti di questi contenuti, e in particolare quello urbanistico, non saranno sviluppati e probabilmente l’evento si ridurrà a una kermesse di alcune settimane (inizialmente i giorni previsti erano 101) spettacolare forse, ma privata di quel senso che le è stato attribuito alla sua nascita, con buona pace di tutti i collettivi di artisti e lavoratori della conoscenza, dei professionisti, degli intellettuali e dei giovani di buone speranze e senza lavoro.
© Riproduzione riservata
Articoli correlati:
Forum Universale delle Culture Napoli 2013, ormai è un fuggi fuggi
da Il Giornale delle Fondazioni, edizione online, 23 maggio 2012