Il bis di Florens
Firenze. Pianificata per il mese di novembre a Firenze la nuova edizione del confronto internazionale sulle politiche culturali, promosso da Florens, trasformata in fondazione. Obiettivo, trasformare la città del giglio in un laboratorio di economia della cultura. Ne parliamo con il suo presidente, Giovanni Gentile. Classe 1938, nipote del filosofo e storico autore della famosa riforma scolastica, editore.
Spesso nel nostro Paese si reclama l’intervento dei privati a sostegno della cultura. A suo avviso c’è maggior bisogno di risorse economiche o di un pensiero forte e autorevole?
Credo, con forza, che sia dal settore dei beni culturali e ambientali che si debba ripartire. Una ricerca presentata a Florens 2010 ha evidenziato che questo è un settore dalle enormi potenzialità, che contribuisce sensibilmente alla crescita del PIL e conseguentemente al rinnovamento dell’economia internazionale. Il documento ha rilevato che la stima complessiva del valore aggiunto attribuibile al macro-settore beni e attività culturali ammonta a circa 116 miliardi di euro, pari al 9% del valore aggiunto nazionale complessivo e che il numero degli addetti coinvolti nel settore è pari a 2,8 milioni di unità, che rappresentano quasi il 12% del totale nazionale. Per ogni euro generato nel settore culturale, l’impatto è di 2,49 euro di PIL.
Affinché i privati siano incentivati a sostenere qualificati progetti culturali, che tipo di riforme dovrebbero essere promosse a livello centrale?
Ritengo che sia necessario innanzitutto rivedere sotto una luce totalmente nuova l’investimento in cultura, portando tutti a comprendere che il meta-settore a più alta intensità è oggi quello che lega arte, cultura ed economia. Cultura e gusto del bello sono fattori strategici per un riposizionamento competitivo vincente sui mercati globali: è questa la chiave della «golden economy». Inoltre, occorre promuovere le agevolazioni fiscali per gli investimenti in cultura, incentivare le sponsorizzazioni, favorire partnership pubblico-privato e il project financing in campo culturale, come anche il riconoscimento per i mestieri d’arte, parte fondamentale dell’industria creativa delle società avanzate e del made in Italy.
Nel 2010, nasceva Florens con l’obiettivo di trasformare la città del giglio in un laboratorio permanente di economia dei beni culturali e ambientali. Cos’è oggi Florens e come si colloca nel panorama fiorentino e italiano?
Partendo, e ci tengo a sottolinearlo, da una visione nuova del concetto stesso di cultura, ovvero non come apparato esteriore della vita, ma come consapevolezza pratica legata alla creatività e alla competenza individuale del saper fare, abbiamo promosso iniziative volte ad attivare la conoscenza e lo sviluppo dell’economia nel settore dei beni culturali e ambientali. Oggi Florens si sta posizionando e radicando nel tessuto territoriale e nazionale quale soggetto no profit aperto, con l’obiettivo di operare quale nuova piattaforma culturale per il bene comune.
Presidente, per finire, vuole dare ai nostri lettori un’anticipazione sulle iniziative che state mettendo a punto per Florens 2012?
Florens 2012 «Dal Grand Tour al Global Tour», si svolgerà dal 2 al 10 novembre con un vasto programma di iniziative ed eventi culturali: il forum internazionale, le lectio magistralis e le tavole rotonde dinamiche; le mostre e gli eventi di piazza. Stiamo coinvolgendo i rappresentanti dei governi e delle principali istituzioni culturali nazionali ed internazionali per affrontare i temi del recupero, restauro e fruizione dei beni culturali; della tutela del paesaggio connesso ai beni culturali e al sistema identitario; della promozione di interventi progettuali nel settore culturale e ambientale anche con forte contenuto tecnologico e infrastrutturale; delle tematiche inerenti il «saper fare» come l’artigianato e l’enogastronomia; dello sviluppo di nuovi progetti di visione integrata delle tematiche economiche. A tal proposito, le anticipo che non mancheranno convegni e riferimenti agli interventi dei privati che pongano l’accento sugli aspetti fiscali e tributari. Il tutto, per una cultura che accresca il benessere e per un’economia che si nutra di cultura: mi piace pensare a questo claim per Florens 2012.
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