Tadao Ando e la responsabilità dell’architettura
Bologna. E’ un autodidatta, il maestro di sé stesso. Tadao Ando è tra gli architetti più apprezzati del mondo, eppure la laurea in architettura gli è stata conferita ad honorem dall’Università La Sapienza di Roma nel 2002, quando era già una celebrità per essersi guadagnato il prestigioso Pritzker Prize (considerato il premio Nobel del settore) nel 1995. Dopo i primi lavori in Giappone, Ando ha lavorato in Spagna, in Germania e in Italia, dove il suo talento si è potuto esprimere nella Fabrica per Benetton in provincia di Treviso, nel restyling degli interni di Palazzo Grassi e nel restauro di Punta della Dogana a Venezia, sede della Fondazione François Pinault. Ha inoltre progettato il teatro e la sede internazionale della casa di moda Giorgio Armani a Milano. Negli Stati Uniti si è guadagnato grande popolarità grazie alla sede della Pulitzer Foundation for the Arts, progettato come un luogo di incontri, concerti e performance, che pur conservando una straordinaria raccolta d’arte contemporanea è un «non museo», come lo definisce il direttore della stessa fondazione, Laurie Stein.
L’architetto giapponese verrà presto omaggiato nella città di Bologna, dove è stato invitato dall’Università Alma Mater Studiorum a tenere una lectio magistralis, intitolata «La responsabilità dell’architettura», il 20 aprile 2012, nell’Aula Magna di Santa Lucia dalle ore 17.00. L’evento è promosso dalla Fondazione Isabella Seragnoli come iniziativa socio-culturale a favore dell'impresa e della comunità. La lezione verrà introdotta dal Magnifico Rettore Ivano Dionigi e sarà presentata dal Professor Giovanni Leoni, Direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università.
Sarà un momento di confronto e di riflessione sull’architettura contemporanea, che nella visione del maestro si basa su pure forme geometriche, che giocano con gli elementi naturali della luce e del vento, rifiutando qualunque tipo di classificazione. A questo proposito, esemplare fu la motivazione del Pritzker Prize, dove si legge «Tadao Ando è quel raro architetto che racchiude in un solo individuo la sensibilità artistica ed intellettuale capace di produrre edifici, grandi e piccoli, che entrambi servono e ispirano. La sua potente visione interna, ignora qualsiasi movimento, scuola o stile di moda, creando edifici con forme e composizioni che si riferiscono al tipo di vita che sarà vissuta là».
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