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Alessandro Bollo. Il primo anno alla guida del Polo del 900 di Torino.

  • Pubblicato il: 15/06/2018 - 13:02
Rubrica: 
FONDAZIONI PER LA CULTURA
Articolo a cura di: 
Giangavino Pazzola

Quasi 57.000 presenze registrate nel 2017, alle quali si aggiungono 12.000 studenti coinvolti in progetti vari e 19.000 partecipanti alle attività e alle mostre temporanee. Numeri raggiunti dal Polo del 900 grazie al ridisegno della governance dell’ente e delle interazioni tra le 19 realtà che, in questa istituzione culturale, trovano casa. Dopo un anno di direzione per mano di Alessandro Bollo, la promozione della educazione civica e della cittadinanza attiva attraverso la cultura pare un fine sempre più concreto – riscontrabile nell’aumento della partecipazione dei cittadini ai servizi di lettura e alla biblioteca, ma anche nelle numerose progettualità basate su una nuova modalità di fruizione degli archivi. Oltre tali novità, nuovi progetti speciali per il museo, un’integrazione delle attività didattiche, inedite relazioni progettuali e altro ancora. Se la Fondazione Polo del 900 ha evidenziato il ruolo di aggregatore culturale e luogo dell’apprendimento, Alessandro Bollo – in una recente conversazione – ci ha raccontato come l’istituzione stia sempre più diventando un centro di produzione e accoglienza culturale.


Torino. «Il primo canale di comunicazione del Polo sarà il sito internet. L’attuale portale diventerà una piattaforma non solo di informazione ma di coinvolgimento attivo. Parte integrante del sito sarà 9centRo, la piattaforma informatica presentata lo scorso 24 gennaio 2018, attraverso la quale si potrà trovare il patrimonio documentale del ‘900: più di 100mila documenti digitalizzati e messi a disposizione dei cittadini per consultazione, studio, ricerca, approfondimento, creazione artistica, sperimentazione». In una recente dichiarazione, il direttore Alessandro Bollo iniziava così a raccontare una trasformazione a 360 gradi dell’istituzione, rilanciando la sfida di valorizzare la cultura del ‘900 - e rispettivi attori culturali - aprendosi al pubblico con nuovi linguaggi, proposte e coinvolgimenti.

Una trasformazione partita dalla costituzione della struttura organizzativa della Fondazione stessa, poiché in precedenza l’ente non aveva dipendenti e i dipartimenti non erano ancora sviluppati. Sulla base di un disegno condiviso con il consiglio di amministrazione, presieduto da Sergio Soave, una delle prime azioni del nuovo direttore è stata quella di implementare la pianta organica - a partire da funzioni organizzative che non sempre si trovano nel mondo delle istituzioni culturali. Fundraising, digital engagement, comunicazione, monitoraggio e rapporti con il pubblico, valorizzazione e audience development sono aspetti strategici che sono andati ad aggiungersi al disegno della struttura che, in questo modo, «risulta più coerente con le sfide di gestione di un’organizzazione culturale odierna. I dipendenti – inoltre - sono tutti giovani tra i 30 e i 40 anni che provengono da distacchi temporanei da realtà partner del Polo del 900, scelta giustificata dalla volontà di amplificare il meccanismo di coinvolgimento e dialogo tra istituzioni e il Polo. La loro esperienza di lavoro negli istituti culturali è particolarmente utile per interpretare in modo completo la richiesta di mansioni di natura più squisitamente manageriale. Dal punto di vista finanziario, il distacco di un lavoratore impatta interamente sul budget del Polo del 900 che copre la quota di costo del personale degli istituti».

Un meccanismo di efficientamento delle risorse simile a quello dei distacchi del personale è stato applicato - dal punto di vista metodologico - agli aspetti di centralizzazione dell’offerta culturale sui servizi di biblioteca e archivio e sui percorsi educativi e della didattica. I 19 enti culturali locati all’interno del Polo del 900 incarnano – nel loro insieme – un giacimento enorme di offerta culturale variegata (attualmente quantificabile in oltre 65 attività), dove funzione didattica ed educativa possono costituire un valore aggiunto per il posizionamento dell’istituzione culturale nel quadro cittadino e nazionale. «L’aspetto sul quale lavoriamo maggiormente considera l’armonizzazione di un’offerta integrata da comunicare, coordinare e promuovere per produrre più impatto sociale. Gli istituti stanno iniziando a collaborare per realizzare un’offerta didattica e educativa che – in precedenza – veniva sviluppata in maniera autonoma. I progetti sviluppati di recente sono esempio della nuova modalità di lavoro, dove più realtà culturali si mettono insieme per generare contenuti condivisi e coprodotti. Dal progetto Pietre di inciampo per gli studenti a quello realizzato su Wikipedia e indirizzato agli insegnanti – i quali lavorano su parole chiave da inserire sulla piattaforma. Da un punto di vista dell’impatto e della logica di sviluppo strategico, vogliamo lavorare sull’educazione civica, considerando la storia del 900 come il dispositivo di costruzione di una cittadinanza consapevole e attiva soprattutto per le nuove generazioni. Parlare di democrazia, diritti, leggi razziali, totalitarismi è – contestualmente – riflettere sull’oggi per sviluppare strumenti critici per leggere il futuro. Stiamo elaborando dei nuovi modelli anche per le scuole materne ed elementari, come la lettura sulla Liberazione dal Fascismo per i bambini dai 6 ai 12 anni realizzata del 25 aprile e il laboratorio sulla Costituzione indirizzato alle scuole primarie – realizzato il 2 giugno».

Un’istituzione culturale per la gente, che sta tra le persone – insomma – facendo dei valori di condivisione e partecipazione le proprie fondamenta. Anzi, Bollo sostiene che rappresentano “la genetica dell’ente”. Una riorganizzazione che passa anche dalla rilettura di importanti esperienze internazionali, una nuova visione – quella di Alessandro Bollo – maturata anche grazie al notevole bagaglio di esperienza acquisito durante gli anni di lavoro su progetti della Commissione Europea, dove si è occupato di modelli innovativi di audience development per le organizzazioni culturali. Sebbene il Polo del 900 non si rifaccia direttamente a un caso specifico, è possibile rintracciare al suo interno tante parti funzionali di importanti best-practice europee: modello organizzativo multidisciplinare, project based, in cui la dinamica di progetto vede impegnati i vari dipartimenti funzionali sin dalla fase di impostazione: comunicazione, fund raising, funzione specifica di audience development, monitoraggio, sono punti di innovazione. Tale modalità collaborativa nella produzione culturale è figlia di due ecosistemi in dialogo costante: uno “interno” – le 19 realtà che co-producono e co-progettano, con Polo che garantisce dialettica e favorisce un’integrazione dei programmi, e uno “esterno” – fatto di innumerevoli collaborazioni con altre realtà della città e della regione. Una delle cose che stiamo facendo è attivare partnership e protocollo di intesa: Film Commission Piemonte, Piemonte dal Vivo, Fondazione Artea, AGID, TPE e tanti altri.

La programmazione culturale dei mesi a venire si basa su diversi capisaldi: 1968-1969 dall'Immaginazione al Potere, Il futuro dell'Europa, 70 anni di Costituzione, 1938-2018. 80 anni dalle leggi razziali, Il reportage di Guerra, il progetto “Polo Presente” e l’attività dello Young Board di 900 Giovani. Inoltre, un ulteriore tema importante per lo sviluppo progettuale è quello degli archivi con il progetto 9centro, «piattaforma online esito di un lavoro lungo con i nostri istituti. Abbiamo unito i singoli archivi e sistemi di catalogazione, ottimizzando spazi fisici e costruendo una piattaforma che potesse mettere in dialogo realtà diverse. Ci siamo appoggiati su un sistema open source sviluppato da Promemoria che ha effetti dirompenti su scala nazionale. 9centro ospita i fondi del patrimonio digitalizzato e permette di arrivare non solo all’indicazione del fondo per collocazione, ma anche al contenuto in bassa risoluzione di fotografie, documenti e tanto altro. Nelle sue intenzioni ribalta la logica dell’archivio chiuso, inaccessibile, per addetti ai lavori. Lavorando sulla parte di design abbiamo sviluppato una piattaforma agile, intuitiva, semplice, user friendly, che permette all’archivio di aprirsi a tutti i curiosi, cittadini e scuole – consentendo di produrre nuovi linguaggi. Non solo un luogo di conservazione della memoria, ma un dispositivo stimolante della nuova produzione culturale. 9centro deve essere una fonte per la ricerca scientifica, ma anche una risorsa per la creazione di accostamenti originali – come è successo per la coproduzione di uno spettacolo sul 68 che presenteremo a novembre – insieme con Piemonte dal Vivo». Una prossima sfida è quella del progetto SAS Smart Archive Search, un sistema di intelligenza artificiale realizzato assieme a HER – Human Ecosystem Relazioni che migliorerà la capacità di leggere i contenuti e li ricercherà dal punto di vista semantico e concettuale, ampliando la capacità relazionale del progetto stesso con laboratori partecipativi nei quali i bambini istruiranno l’algoritmo al fine di riconoscere i contenuti sul Polo del 900.

Una progettualità ricca e in costante divenire, che si amplia ulteriormente dei contenuti e collaborazioni grazie ai 15 progetti vincitori del Bando di Compagnia sul Polo del 900. Quella con l’ente filantropico torinese è una relazione di lunga data, poiché proprio Compagnia - insieme a Comune di Torino e Regione Piemonte – è uno dei padri fondatori del Polo del 900. Oggi questa relazione diventa strutturale con una programmazione che guarda alla cultura e all’innovazione civica.  Le organizzazioni culturali che svilupperanno i propri progetti al Polo, e grazie al sostegno della Compagnia, vengono da Piemonte, Liguria e Lombardia con contenuti innovativi legati al protagonismo giovanile, alle migrazioni – in collaborazione con la Fondazione Feltrinelli, al risemantizzare parole importanti del 900 con comunità creativi e operatori culturali – in collaborazione con Che-Fare, alla costruzione di un percorso del 68 a Torino – collaborazione con Archivissima.

È passato solo un anno dall’avvio del processo di riorganizzazione del personale e dell’offerta culturale, ma l’istituzione culturale torinese sembra ormai matura e pronta a compiere il grande passo di proiezione nel panorama internazionale. Incarnando una concezione di cultura allargata a diversi linguaggi e target di pubblico – e sperimentandone le frontiere con progettualità che, partendo dal passato, mirano a indagare i temi principali della contemporaneità – il Polo del 900 prova a proiettare nel capoluogo piemontese una proposta culturale decisamente meno settoriale e più inclusiva, comunitaria e transdisciplinare. Un tentativo che potrebbe concorrere a ridefinire l’immagine della città non solo come la Capitale del contemporaneo,  ma ampliarla con una visione community based fatta di contenuti rivolti a tutte le fasce di età e particolare attenzione alle generazioni più giovani. 
 
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