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Who’s Maria: origine e diffusione di un tema iconografico in terra emiliano-romagnola

  • Pubblicato il: 25/11/2011 - 09:07
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Paola Bracke
Tommaso Castaldi «La Madonna della Misericordia: L’iconografia della Madonna della Misericordia e della Madonna delle frecce nell’arte di Bologna e della Romagna nel Tre e Quattrocento»

Bologna. La ricerca svolta da Tommaso Castaldi sotto la guida del Professor Alessandro Scafi (Warburg Institute, Londra)«La Madonna della Misericordia: L’iconografia della Madonna della Misericordia e della Madonna delle frecce nell’arte di Bologna e della Romagna nel Tre e Quattrocento» entra a far parte della collane «Tracce» della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola,  uno spazio per condividere con il grande pubblico l’indagine sul territorio per giovani studiosi. Lo studio di Castaldi, che apre la produzione editoriale 2011, analizza un motivo iconografico di grande diffusione tra Medioevo e Rinascimento: la «Madonna della Misericordia», ovvero l’immagine della Vergine Maria che apre il proprio mantello ad accogliere un gruppo di devoti con intento protettivo, concentrandosi su Imola, Bologna e la Romagna dove, a partire dalla prima metà del Trecento, si è sviluppata una singolare densità di opere sul tema.

Dal passaggio della rappresentazione di Maria, da regina a madre, della fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, nacquero soggetti di impronta protettiva. Nell’iconografia della Madonna della Misericordia, la Vergine è spesso raffigurata in piedi, frontalmente e sproporzionata rispetto ai protetti, mettendo così in evidenza una gerarchia spirituale; un’iconografia, di antica origine, che coinvolge altre  figure,  Dio Padre, Cristo, gli Arcangeli e i Santi come Sant’Orsola, che con il suo mantello protegge le vergini, vittime con lei del martirio.

«Mater Misericordiae» era espressione di una committenza, laica o religiosa, delle compagnie mariane dell’epoca, per far leva sul sentimento della fratellanza degli iscritti e sulla protezione celeste. Pertanto, numerose sono le testimonianze miniate del tema in testa alle matricole delle confraternite di laici bolognesi e negli statuti di compagnie o società d’arte e d’armi. La miniatura sembra addirittura precedere l’arte pittorica, poiché la testimonianza più antica del motivo iconografico è una raffigurazione attribuita a Lando di Antonio nell’Inventario dell’Ospedale di Santa Maria delle Laudi (Bologna, Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, Fondo Ospedali 72, c. 3 r.) datata 1329. Il trittico datato 1333, conservato al Museo del Louvre di Parigi, è invece la più antica testimonianza iconografica del tema prodotta dalla pittura di scuola bolognese.

Nel suo approfondito studio, Castaldi non manca di considerare una variante del tema: la «Madonna delle frecce», che trova infatti grande diffusione nei cosiddetti «gonfaloni della peste», stendardi esibiti durante i cortei penitenziari in tempo di epidemie nel corso del XV secolo.
In questi lavori, il manto di Maria dona rifugio ad una società atterrita dal timore dello scatenarsi improvviso dell’ira divina.
Un’invocazione di grande attualità.

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