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A Villa Pia la Fondazione che vuole ricordare Erich Lindenberg

  • Pubblicato il: 11/10/2013 - 12:19
Rubrica: 
DAL MONDO
Articolo a cura di: 
Sandro Parmiggiani

Nel 2012, a Villa Pia nel Comune di Porza (1.500 abitanti, a nord di Lugano), ha trovato casa la Fondazione d’arte dedicata all’artista tedesco Erich Lindenberg (Gronau, Westfalia, 1939 - Berlino, 2006). È nata così, per iniziativa di Mareen Koch, pittrice, oggi residente in Ticino, e del fratello di Erich, Udo Lindenberg, importante rockstar tedesca, una casa culturale e un museo nel quale conservare ed esporre le opere di Lindenberg e quelle di artisti internazionali, mantenendo fede a una promessa che Mareen aveva fatto all’amico quando frequentavano assieme l’Accademia. Il fiore sbocciato con la Fondazione Lindenberg, diretta da Tiziana Lotti Tramezzani, e che ha trovato sede in Villa Pia, una villa ottocentesca ristrutturata conservandone il fascino antico, pare idealmente riallacciarsi alla storia di Porza, una piccola comunità un tempo sovrastata dal Castello di Trevano, che ne ha segnato la storia e che è utile brevemente rievocare, secondo le notizie fornite da Dalmazio Ambrosioni nel volume Il divenire di Villa Pia.
Nella seconda metà dell’Ottocento, il Castello diventò proprietà del ricco barone russo Paul von Derwies, che lo fece ristrutturare (chiamandovi anche Vincenzo Vela a realizzare alcune sculture) e ne fece la sede di una piccola Bayreuth, con importanti appuntamenti musicali nel teatro (inaugurato, nel 1878, con «Il ballo in maschera» di Giuseppe Verdi) e nella sala da concerti. Il parco, di 120mila metri quadrati, ospitava grandi feste notturne, ma la tragedia era in agguato: nel 1881 il barone si suicidò nel lago di Lugano, dopo la perdita della figlia per una caduta da cavallo. Il Castello avrebbe avuto un nuovo splendore nel segno della musica all’inizio del Novecento e fino alla prima guerra mondiale, e poi fu demolito negli anni Sessanta. Ma il legame tra Porza e la cultura non è solo nelle vicende del Castello: il paese ha sempre attratto intellettuali e persone di cultura, come il poeta e scrittore Gilbert Clavelnel 1926 vi viene costituita l’Associazione culturale Porza, da parte di tre artisti (il tedesco Werner von Alvensleben, il russo Arthur Bryks e lo svizzero Mario Bernasconi) che si pone l’obiettivo di dare vita a «Case di Porza» in tutti gli Stati d’Europa, per sviluppare attività creative e incarnare il sogno di una pace sovranazionale.
Anche la nuova casa di Erich Lindenberg si presenta agli appassionati d’arte come una casa culturale aperta, nello stesso spirito con cui l’artista, nel 1971, aveva fondato la Cooperativa Türkenstrasse 51: un luogo, un gruppo di artisti ed eventi di vario genere. Allo stesso modo, il museo Villa Pia, accanto alle esposizioni, organizza lezioni d’arte, conferenze, proiezioni di film e concerti musicali. L’attività si è aperta il 29 aprile 2012 con una retrospettiva di Erich Lindenberg che ha presentato i vari temi della sua produzione, enucleati nella monografia sull’artista pubblicata nel 2010: le ombre (ombre bianche su superfici monocrome bianche, ispirate a Hiroshima); le figure (ombre sdraiate ispirate a Pompei, sedute o in piedi in spazi isolati e geometrici); lo spazio (con le suggestioni dei maestri del passato: Vermeer, Hopper, Francis Bacon); le nature morte, raffiguranti soprattutto teschi, simbolo di vanitas, della morte che giunge alla fine del fragile ciclo della vita. Accanto a questa mostra, sono state esposte le fotografie di Roberto Pellegrini, scattate durante i lavori di ristrutturazione di Villa Pia.
Dal 24 marzo al 29 settembre, la Fondazione ha avviato il confronto e l’interazione tra l’opera di Lindenberg e altri artisti a lui affini con due mostre: «Erich Lindenberg, disegni e acquerelli. Un dialogo tra l’uomo e lo spazio», con opere che sviluppano il tema di uno spazio interno che dialoga con una presenza umana, sia essa una figura, un’ombra, una scultura o una struttura; «Dialogo tra generazioni. Robert B. e Robertson Käppeli», che ha presentato il confronto e la collaborazione tra due artisti della stessa famiglia, il padre Robert B. (Lucerna, 1942) e il figlio Robertson (Basilea, 1988), che si misurano con il tema della natura (il padre attraverso paesaggi disegnati con una precisione grafica che stordisce; il figlio con acquerelli su superfici di grandi dimensioni, dalla resa tridimensionale e dai tratti segnatamente scultorei).
Nell’autunno, la Fondazione Lindenberg propone un altro confronto: questa volta, chiamato a misurarsi con le opere dell’artista tedesco, è Pascal Murer (Altdorf, 1966), scultore che opera mediante diversi mezzi espressivi: il disegno, la scultura lignea e in bronzo, il frottage. L’esposizione presenta ventiquattro opere, che ripercorrono l’intero arco di attività dell’artista, e si apre con i bronzi situati nel giardino del museo Villa Pia. Dice Tiziana Lotti Tramezzani (Zurigo, 1978): «Ho accettato questo incarico quasi quattro anni fa, quando la collezione era appena arrivata in Ticino, e non vi era ancora una catalogazione ragionata delle opere. La sfida era particolarmente difficile, ma rimasi contagiata dall’entusiasmo di Mareen Koch; mi colpì particolarmente il suo desiderio di volere ostinatamente tenere fede a una lontana promessa fra due studenti d’accademia, poi diventati amici. Questo spirito mi ha aiutato nel lavoro che è venuto dopo: il primo catalogo ragionato e l’approfondimento delle ricerche sulla collezione; la ristrutturazione di una vecchia villa ottocentesca, da casa signorile di campagna a museo; le esposizioni di artisti del territorio che stabiliscano un dialogo con Lindenberg; diversi eventi collaterali (concerti di musica jazz e di musica classica, presentazioni di libri)».

Per informazioni: Fondazione d’arte Erich Lindenberg, Villa Pia, via Cantonale 24, Porza; tel. 0041 919401864; info@fondazionelindenberg.org; www.fondazionelindenberg.org

da Il Giornale dell'Arte numero 335, ottobre 2013