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Verso un'ecologia della cultura? Spunti dalla conferenza annuale di ENCATC

  • Pubblicato il: 16/11/2015 - 19:11
Rubrica: 
FARE RETE
Articolo a cura di: 
Maria Elena Santagati

Dopo città come Berlino, Bruxelles, Parigi, Londra, Barcellona o Helsinki, è stata Lecce ad ospitare, dal 21 al 23 ottobre, la conferenza annuale di ENCATC, the leading European network on cultural policy and management, la rete europea delle università e dei centri di formazione in management e politiche culturali, una delle più consolidate reti culturali, che dalla sua nascita nel 1984, ha assunto un ruolo sempre più attivo nel dibattito culturale europeo.
La scelta di Lecce è quanto mai significativa della volontà di riunire la community di ricercatori, docenti ed esperti nel cuore del Mediterraneo, dando voce a un territorio di quell'Europa così lontana dai riflettori; una ulteriore occasione di visibilità per una regione, la Puglia, che è testimonianza vincente di chi, sulla cultura, ha basato lo sviluppo degli ultimi anni. La collaborazione  quantomai proficua dei partner italiani, l’Università del Salento e la Fondazione Fitzcarraldo oltre che all’organizzazione, alla progettazione dell’evento ha dato vita ad un fitto programma di incontri e visite di studio a realtà del territorio.
The Ecology of culture: community engagement, co-creation and cross fertilization, questo il tema scelto per la conferenza, a partire dal recente rapporto di John Holden, Visiting Professor alla City University of London e Professore emerito alla University of Hong Kong. Nell'ambito di una ricerca condotta per l'Arts and Humanities Research Council, Holden propone di considerare la cultura come organismo e non come meccanismo, quindi non più e non solo come un settore economico, adottando un approccio in termini di ecologia della cultura che, secondo la definizione di Ann Markussen, consiste nelle complesse interdipendenze tra domanda e produzione. Focalizzarsi sull'interazione fra tre diverse sfere, la cultura finanziata dai pubblici poteri, la cultura commerciale e quella homemade, comporta la considerazione di altri valori, oltre quello strettamente finanziario legato al processo di produzione. Numerose le implicazioni di tale approccio, che prevede la trasposizione di concetti tipicamente legati all'ecologia, quali emergenza, crescita, interdipendenza, evoluzione, reti, convergenza, fragilità, alla sfera culturale, con la conseguente esigenza di analisi di tipo qualitativo.
Successivamente all'esposizione di Holden (per ulteriori approfondimenti si rimanda all'articolo L'ecologia della cultura di John Holden), riflessioni e perplessità sono state al centro di un dibattito - che avrebbe forse necessitato di maggiore approfondimento - tra Alan Salzenstein, Presidente dell'AAAE-Association of Arts Administration Educators e Professore alla DePaul University of Chicago, Edna dos Santos Duisenberg, Policy Advisor, UNITAR-United Nations Institute for Training and Research, Jerry C Y Liu, Presidente della Taiwan Association of Cultural Policy Studies e Professore Associato alla National Taiwan University of the Arts, e infine Luciana Lazzeretti, economista e docente all'Università di Firenze. I panelists hanno nel complesso condiviso l'approccio di Holden, sottolineando l'importanza degli aspetti di fluidità, cambiamento, instabilità, flessibilità e interdipendenza, la necessità di una maggiore conoscenza e consapevolezza dell'ecosistema culturale da parte dei policy maker e dei manager culturali, di considerare i cambiamenti in atto in un contesto altamente dinamico, includendo nel dibattito anche aspetti sociali e superando pertanto una logica meramente economica e amministrativa. Le perplessità hanno riguardato in particolare l'esigenza di considerare l'aspetto dell'innovazione oltre quello della creatività, di ben delineare le differenze tra gli approcci economico ed ecologico applicati alla cultura, e di individuare una metodologia efficace di analisi, data la portata e la complessità del cambiamento legato all'adozione del nuovo approccio. Ulteriori interventi hanno infatti posto all'attenzione dei partecipanti le implicazioni in termini di misurabilità e sostenibilità.
Riconducibili al tema dell'ecologia della cultura anche molti dei numerosi approfondimenti che si sono tenuti nelle varie sessioni e nei seminari dedicati a tematiche specifiche. Di indubbio interesse lo Young Researchers’ Forum on Cultural Policy and Cultural Management, l'appuntamento della giovane ricerca europea e internazionale, con un'apposita sessione di formazione e di networking, anche grazie alle 11 borse di mobilità assegnate dalla ECF-European Cultural Foundation. Come sottolineato anche da Isabelle Schwarz, Responsabile R&D della ECF, vi è l'esigenza di una ricerca sempre più transnazionale e interdisciplinare: 60 papers da 25 Paesi sono stati infatti selezionati dal Comitato Scientifico di ENCATC per la Research Session,  pubblicati in un apposito e-book e presentati in una serie di sessioni tematiche parallele. A corredo di queste presentazioni, una sessione di transfer knowledge ha inoltre illustrato le opportunità di ricerca a livello europeo.
L'interdisciplinarità emersa dai contributi dei ricercatori si è rivelata in modo evidente anche nelle visite organizzate. I partecipanti hanno infatti potuto approfondire sul campo, con il coordinamento e le riflessioni di esperti internazionali, le principali esperienze locali innovative nell'ambito dello spettacolo dal vivo, della diversità culturale, dell'imprenditoria creativa giovanile, del patrimonio, nonché della tecnologia applicata al settore culturale. Di particolare interesse, a testimonianza di quanto sia esteso il perimetro dell'ecosistema culturale, la visita alla Cittadella della ricerca di Brindisi, in particolare a due centri di importanza europea: il CEDAD - Centro di datazione e diagnostica, attivo anche nel campo dei beni culturali, e il CETMA - Centro di progettazione, design e tecnologie dei materiali, che realizza strumenti multimediali, di realtà virtuale e aumentata per la fruizione del patrimonio.
Nella giornata conclusiva, l'AAAE- Association of Arts Administration Educators, l’associazione americana con cui ENCATC collabora stabilmente, ha proposto una carrellata di buone pratiche di community art e arts engagement realizzata in contesti urbani per lo più di piccola e media dimensione negli USA. Da queste è emerso il ruolo importante che le istituzioni universitarie possono svolgere nell'implementazione di processi e progetti sul campo, attraverso il coinvolgimento diretto di docenti e studenti.
L’urgenza e le difficile condizione per lo sviluppo di progetti di cooperazione culturale tra le due sponde  del Mediterraneo è stata oggetto di una sessione ad hoc, in cui sono state discusse criticità ed esigenze legate alla profonda diversità degli ecosistema culturali in Medio Oriente e Nord Africa, rispetto ai modelli europei. E’ stato previsto approfondimento nel corso della prossima conferenza ENCATC, che si terrà a Valencia nel 2016, con la partecipazione di operatori dei Paesi dei Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo.
Le più recenti tendenze della ricerca in materia di cultural policy e cultural management, con innumerevoli e sempre più frequenti contaminazioni con discipline altre, e la diversità di processi culturali e sociali presentati nel corso della conferenza riflettono un ecosistema in piena evoluzione. Lo sviluppo di approcci e strumenti in grado di intercettare, fotografare e interpretare tale evoluzione, nonché di suggerirne scenari, si rivela un'esigenza ormai improrogabile, e in particolare nel contesto italiano una condizione necessaria per contribuire ad miglioramento qualitativo del dibattito pubblico sul ruolo della cultura nello sviluppo sociale ed economico.
 
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