Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

Verso la Biennale: lo psiconauta Zipp cura a Venezia

  • Pubblicato il: 24/05/2013 - 09:38
Autore/i: 
Rubrica: 
SPECIALI
Articolo a cura di: 
Laura Lombardi
Thomas Zipp

Venezia. Palazzo Rossini, in campo Manin, ospita dal 1° giugno al 24 novembre, come evento collaterale della 55ma Biennale d'Arte,  l’installazione dell'artista tedesco Thomas Zipp«Comparative Investigation about Disposition of the Width of a Circle», un progetto di Kai 10 Arthena Foundation di Düsseldorf (istituita dalla collezionista e imprenditrice Monika Schnetkamp), a cura di Zdenek Felix.
L’installazione, pensata per gli spazi del palazzo veneziano, traspone su un piano per così dire «artistico» l’invenzione e la ricerca relative al quadro clinico dell’isteria, come fu affrontata specialmente da Charcot (1825-93) all’ospedale della Salpêtrière di Parigi (i cui studi già all’epoca impressionarono molti artisti).
Il complesso titolo dell’opera allude ai due livelli di lettura: Zipp si riferisce al titolo della canzone diDavid Bowie (1970) e a un fenomeno relativo agli studi sull’isteria. Nel testo di Bowie si fa infatti riferimento al Cosi parlò Zarathustra di Nietzsche, per affrontare il tema del rapporto sessuale con il suo demone, la droga. Ma Zipp richiama anche l’espressione francese «l'arc de cercle», nata proprio alla Salpêtrière, e metafora delle reazioni dei pazienti sottoposti a ipnosi da Charcot.
Ci troviamo dunque introdotti in un istituto di ricerca, ricreato in scala ridotta, con un susseguirsi di otto ambienti che rappresentano anche gli spazi di una clinica fittizia. Oltre al tema dell’isteria scaturisce quello della schizofrenia, la dualità, in questo caso dell’artista, medico e paziente al tempo stesso.
Zipp, nato a Happenheim nel 1966 e residente a Berlino è pittore, disegnatore, crea oggeti tridimensionali e sculture, lavora con la fotografia e realizza video, ma usa anche la tecnica del collage e dell’assemblage, facendo confluire tutto questo nei suoi allestimenti. «Psiconauta dell’arte», come è definito, indaga l’inconscio in tutte le sue forme: ne scaturisce un’estetica «cupa» di notevole interesse, sempre tendente, nell’abbracciare più campi del sapere (dalla religione alla filosofia alla psichiatria, nei loro legami col sociale), a un’espressione enciclopedica come nell’avvincente installazione per Palazzo Rossini.

da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 22 maggio 2013