Vediamo gli scrigni del re Baldovino
Bruxelles. 120 antiquari e mercanti d’arte europei e nordamericani presenti; 2mila opere esposte (nell’allestimento di Volume Architecture); 40mila visitatori attesi; due vernissage, per evitare l’affollamento delle ultime edizioni. Sono i numeri della 57ma edizione di Brafa-Brussels Antiques and Fine Arts Fair, la fiera d’arte che dal 21 al 29 gennaio riunisce a Bruxelles numerosi protagonisti del mercato internazionale negli spazi del Tour&Taxis, docks del porto cittadino dei primi del Novecento. Un evento che, grazie alla collocazione in quello che era il quartier generale dei Thurn und Taxis, ha imprevedibilmente anche un’anima italiana: i Thurn und Taxis, tuttora fra i casati più doviziosi del pianeta (grazie agli antenati, che tra il Quattro e l’Ottocento inventarono e gestirono con invidiabile efficienza il servizio postale nell’Europa intera) erano infatti originari della Val Brembana, presso Bergamo, e i nomi di famiglia erano quelli «della Torre» e dei «Tasso».
In crescita costante, grazie anche alle innovazioni che gli organizzatori sanno imprimerle ogni anno pur mantenendo alcuni punti fermi (come l’Art déco o il fumetto d’autore: il Belgio è la patria di Tintin) che rispecchiano l’anima della città, Brafa 2012 presenta tre nuovi ambiti di collezionismo: le icone della monacense Galerie Brenske; le cornici antiche del parigino Montanari e i papier-peint d’epoca di Carolle Thibaut-Pomerantz, Parigi-New York, l’unica antiquaria al mondo specializzata in carte da parati antiche, dal XVIII secolo al Déco. Nuovo anche il percorso, rovesciato rispetto alle ultime edizioni. Sono due gli antiquari italiani presenti: la milanese Helena Markus e l’udinese Copetti, specializzato in scultura e dipinti antichi e arte moderna italiana.
Brafa 2012 sfoggia poi un’eccellente mostra collaterale: ospite d’onore sarà quest’anno la Fondazione Re Baldovino, un fondo per il patrimonio artistico belga che festeggia qui il suo venticinquennale, esibendo in un allestimento di grande fascino (di François Schuiten) una cinquantina delle oltre settemila opere d’arte belga di ogni tempo acquisite con la sua dotazione (un milione di euro l’anno) e depositate nei musei del Paese.
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