Una rinascita felice. La lezione del Festival dei Due Mondi
Un festival che si conferma eccellenza nel panorama italiano, ospitando grandi nomi internazionali, tra tradizione e sperimentazione, dopo una storia gloriosa e una crisi. Un sostegno statale decisamente cospicuo e il supporto ormai da anni di fondazioni private, come Fendi e Monini. Grande attenzione ai giovani con iniziative specifiche come il progetto European Young Theatre e un impegno crescente per generare maggiori impatti sul territorio
Era il 1968 quando Christo e la moglie Jeanne-Claude realizzavano l'empaquetage della Fontana di Piazza del Mercato e del Fortilizio dei Mulini a Spoleto, in occasione dell’11° edizione del Festival dei Due Mondi. Quasi 50 anni prima dell'acclamata opera Floating Piers sul Lago d'Iseo.
Tra gli anni '60 e '80, giugno a Spoleto diventava un'occasione di rara mondanità, tra grandi artisti internazionali e avanguardia, intellettuali e personaggi illustri riuniti per celebrare la ricerca artistica dei due mondi, quello americano e quello europeo: Thomas Shippers, John Butler, Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Ingmar Bergman, Jerzi Grotowski, Luca Ronconi, Jerome Robbins, Alwin Nikolais, Pina Bausch, Ezra Pound, Allen Ginsberg, solo per citarne alcuni. Si pensi anche soltanto ad alcuni degli artisti che firmarono i celebri manifesti in quegli anni: Saul Steinberg (1969), Giacomo Manzù (1970), Giacomo Capogrossi (1971), William De Kooning (1974), Afro (1977), Jean Michel Folon (1977), Joan Mirò (1981), Henry Moore (1982). Tradizione e sperimentazione per un festival di fama internazionale, che aveva dato il via a delle edizioni satelliti anche a Charleston dal 1977 e Melbourne dal 1986.
Giunto alla 59° edizione, dopo aver attraversato un periodo di forte crisi, il Festival dei Due mondi si conferma un appuntamento imperdibile nel calendario culturale italiano, proponendo quest'anno 17 giorni di spettacolo, con oltre 50 titoli e più di 150 aperture di sipario. 80.000 le presenze registrate quest'anno, 70.000 nel 2015, una netta ripresa dopo aver toccato 5.000 presenze nel 2007.
L'origine del festival è legata alla figura del compositore italo-americano Gian Carlo Menotti, che volle dar vita ad una manifestazione che fosse «il portato d'incontro tra esponenti delle nuove generazioni artistiche d'Europa e d'America»[1]. La scelta cadde su Spoleto per vari motivi, legati alla posizione facilmente raggiungibile da Roma e Firenze, alla bellezza del luogo, alla presenza di teatri, e ai contatti con Adriano Belli, fondatore del Teatro lirico sperimentale. Dagli anni '90 la direzione viene affidata a Francis Menotti, figlio adottivo del Maestro, un periodo turbolento e finanziariamente problematico, che ha portato ad una crisi nei rapporti tra la Fondazione Festival dei Due Mondi le principali istituzioni cittadine. Alla morte di Gian Carlo Menotti, nel 2007, il Ministero dei beni e delle attività culturali nomina alla direzione della manifestazione Giorgio Ferrara.
«Nel moltiplicarsi dei mondi e delle nuove genti, risuona dalle antiche profondità di un tempo pur sempre giovane, il richiamo del Bello, dell’Intelligenza e dell’Arte. Che è anche comandamento a non vacillare nella loro difesa». Questo il messaggio del direttore Ferrara per la 59° edizione del Festival, che, come da tradizione, si è aperto con l'opera, le Nozze di Figaro, e si è chiuso con il concerto finale di Antonio Pappano, Stefano Bollani e l'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia. Dall'opera al teatro, dalla musica alla danza, ma anche le arti figurative, con nomi di rilievo tra i quali Bob Wilson, Tim Robbins, Nekrosius, Liliana Cavani, Mario Martone, Romeo Castellucci, Emma Dante, Batscheva Dance Company, Balletto Nazionale di Praga.
Il Festival propone anche appuntamenti incentrati sull'attualità, come gli Incontri di Paolo Mieli, e l'assegnazione di numerosi premi, tra cui il Cultural heritage rescue prize ideato da Francesco Rutelli e quest'anno assegnato al musicologo afgano Ahmad Naser Sarmast. Non poteva mancare l'attenzione ai giovani come voluto dal fondatore Menotti[2].. E così, per il quarto anno consecutivo, grazie al progetto European Young Theatre allievi e registi delle principali scuole di teatro europee propongono una rassegna di spettacoli, in collaborazione con l'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico in Roma. Spetta invece alla Scuola di Musica di Fiesole il format dei Concerti di Mezzogiorno e dei Concerti della Sera, mentre il Conservatorio di Perugia «Francesco Morlacchi» si occupa dei Concerti di piazza. Ad un pubblico giovane, invece, sono dedicate le iniziative del progetto Il Festival siamo noi, con corsi di iniziazione al linguaggio teatrale per under 20 e la visione di spettacoli, percorsi di alternanza-lavoro per gli studenti del Liceo Sansi-Leonardi-Volta che accompagneranno i più piccoli alla scoperta del Teatro Romano, anche attraverso la produzione di materiale multimediale. Non mancano tariffe promozionali per i giovani e l'agevolazione Porta un adulto a teatro per bambini fino ai 13 anni d’età e per gli studenti delle scuole superiori residenti a Spoleto, per cui è possibile invitare un adulto a teatro al costo di soli 11€ per due biglietti. Tra le promozioni, anche 5.000 biglietti a 1€ per il pubblico meno favorito.
Per quanto concerne la governance della Fondazione Festival dei Due Mondi, la presidenza spetta a Fabrizio Cardarelli, Sindaco di Spoleto, e la vicepresidenza a Dario Pompili, Presidente Fondazione Ca.Ri.Spo. Altri membri del CdA, Corrado Augias su nomina della Presidente della Regione Umbria e Gianluca Brancadoro, Commissario straordinario Spoleto Credito e Servizi S.C. In attesa della nomina del rappresentante del MIBACT, a seguito delle dimissioni di Carla Fendi, attuale presidente onorario. Il Bilancio preventivo 2016 si attesta sulla cifra di 5.200.000€ con finanziamenti pubblici pari al 60% del totale, ovvero 3.070.000€, di cui 2.690.000€ statali (ovvero l'87,6%), 80.000€ Regione Umbria, 280.000€ Comune di Spoleto e 20.000€ Camera di Commercio di Perugia. Il contributo privato è pari a 800.000 € (Fondazioni, Enti e progetto «I mecenati del Festival»), di cui gli stanziamenti della Fondazione CR Spoleto e della Banca Popolare di Spoleto ammontano a 300.000€ e la restante parte proveniente da altri soggetti privati. Nei ricavi per cessioni di beni e prestazioni di servizi, ovvero 1.310.000€, figurano sponsorizzazioni pari a 700.000€ e ricavi da botteghino pari a 570.000€. Tra i costi, la voce principale è ovviamente quella relativa alla produzione artistica, pari a 3.325.063€, e quella relativa al personale, pari a 1.060.000€. Tra sponsor e partner, grandi nomi come Poste Italiane, Mercedes Benz, Mont Blanc, Poltrona Frau, Monini, e media partner come RAI e Repubblica.
Particolare attenzione meritano la Fondazione Monini e la Fondazione Carla Fendi, da anni a fianco del Festival, supportando progetti specifici ma anche azioni di rilievo. Ad esempio quest'ultima ha provveduto al finanziamento del restauro del Teatro Caio Melisso, ora divenuto Teatro Caio Melisso - Spazio Carla Fendi, all'istituzione del premio Fondazione Carla Fendi, riconoscimento assegnato a personalità di alto valore nel campo dell’arte, della cultura e della creatività. La nota stilista e imprenditrice, nominata nel 2015 cittadina onoraria di Spoleto, è stata membro del CdA della Fondazione Festival dei Due Mondi su nomina del MIBACT dal 2012 fino alle dimissioni nel gennaio 2016, legate all'attuazione della legge sulla trasparenza varata nel 2013. Stesso motivo che ha portato alle dimissioni dell'industriale Andrea Margaritelli, delegato per la Regione Umbria.
Se, da un lato, il Festival ha indubbiamente reso Spoleto un centro culturale di fama internazionale e ha contribuito a definirne la sua attuale identità, dall'altro, per lungo tempo è stato difficile intravederne la scia nei restanti giorni dell'anno. Iniziative importanti stanno emergendo in questa direzione, a dimostrazione di una crescente consapevolezza della necessità di garantire impatti territoriali significativi. Nel 2011, da una collaborazione tra la Fondazione Monini, la Fondazione Festival dei Due Mondi e il Comune di Spoleto, è nato il Centro di Documentazione del Festival, ospitato all'interno di Casa Menotti in piazza del Duomo. Materiale cartaceo, fotografico, audio e video a disposizione dei visitatori, che hanno l'occasione di scoprire e di immergersi nell'affascinante storia della manifestazione. Dal 2014, la Fondazione Festival dei Due Mondi promuove nel corso dell'anno anche un corso di formazione per «Mediatori Teatrali», con il sostegno della Regione Umbria.
Da anni, inoltre, il cartellone del Festival ospita incontri curati dall'Archidiocesi Spoleto-Norcia, produzioni della Residenza artistica La Mama Umbria International, con base a Spoleto e New York, e della Compagnia Sine Nomine, composta da detenuti del carcere di Spoleto. Quest'anno anche alcuni appuntamenti del progetto di innovazione sociale «In-visibile. L'arte che rende l'invisibile visibile», curato da Stefania Crobe, Giorgio Flamini e Rosaria Mencarelli[3]: una collaborazione tra la Rocca Albornoziana di Spoleto, sede del Museo nazionale del Ducato, già carcere dal 1814 al 1982, e la Casa di Reclusione di Maiano, «un percorso artistico partecipato dai detenuti, dai cittadini, dalle scuole del territorio, dai fruitori del museo», per dare voce all'invisibile, un'opportunità di «esprimere il sé fuori di sé». Un progetto che, ispirato alla poetica del Terzo Paradiso di Pistoletto, prende avvio con le installazioni 'Love boxes' e 'Voci, suoni, rumori dal carcere' e prevede, nell'arco di un anno, momenti di riflessione e dibattito, performance, opere site-specific, tra cui quella di Yuval Avital, e un percorso educativo per bambini e adulti che si snoda nella città.
Un festival d'eccellenza che ha saputo risollevarsi da una crisi importante e che, negli ultimi anni, sembra saper intercettare e interpretare la complessità di una società in evoluzione, tentando di superare quell'aura di latente nostalgia per la manifestazione che fu. Grande attesa per la 60° edizione, nonché la decima dell'era Ferrara.
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[1] Comunicato Stampa del Festival dei due mondi, Ufficio Stampa per l'Europa, gennaio 1958
[2] «Forse il nostro unico merito è di aver scoperto un angolo sereno e incantevole dove i giovani artisti possano esprimersi liberamente, sciolti dall'impegno di credo politici, scaricati dalle preoccupazioni delle varie mode estetiche e senza imposizioni di direttori autocratici (...). E' cosa risaputa che in genere sono piuttosto i giovani ad insegnare a noi, e con il loro entusiasmo concreto a sostenere o a distruggere i valori dell'esperienza», G.C. Menotti, «Perché il festival?», Programma Souvenir, Spoleto, 1958
[3] Il progetto è prodotto da: Casa di Reclusione di Spoleto, Compagnia #SineNOmine, IIS Sansi-Leonardi-Volta liceo artistico sez.cdr, Museo Nazionale del Ducato-Rocca Albornoziana di Spoleto, SITI-Social Innovation Through Imagination