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Una mostra a scatola chiusa

  • Pubblicato il: 01/10/2011 - 17:49
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Jenny Dogliani
Luigi Ontani

Torino. Luogo antesignano dell’arte contemporanea in Italia, il Castello di Rivoli sta oggi attraversando un momento di criticità. A puntare il riflettore sulle debolezze del museo sono state in questi giorni le pagine locali d’importanti quotidiani. Un botta e risposta che ha visto esponenti politici, intellettuali e professionisti dell’arte contemporanea interrogarsi sull’effettiva utilità di una doppia direzione, consistenza e carenze del programma espositivo, efficacia delle strategie di governance, affluenza di pubblico e posizione del museo nel panorama mondiale, ma, sostiene Germano Celant «la direzione di un museo va analizzata a tempi medi». Vero è che, come dichiara Andre Bellini su La Repubblica del 13 settembre, «secondo le statistiche Amaci, Rivoli è l'unico museo d'arte contemporanea in Italia a non aver subito un consistente calo di visitatori», non bisognerebbe però forse dimenticare che la maggior parte dei visitatori il museo la deve al Dipartimento Educazione, strumento essenziale in grado di avvicinare il visitatore alla comprensione di temi e linguaggi dell’arte contemporanea e di coinvolgere migliaia di scolaresche con le sue attività di laboratorio, ma non in grado di attrarre al museo quel pubblico interessato alle mostre, se le mostre non ci sono.

In autunno, comunque, il Castello di Rivoli aprirà due grandi mostre. La prima è «Arte Povera Intarnational» (cfr. 5 agosto 2011 http://www.ilgiornaledellarte.com/fondazioni/articoli/2011/8/109449.html) a cura di Germano Celant e con un indirizzo ben preciso. Spiega infatti il critico su La Stampa del 16 settembre: «Certamente Rivoli, formatasi sulle polarità tra Europa e America, per sopravvivere dovrà “mondializzarsi", ma servono energie e investimenti come in qualsiasi industria italiana. La mostra "Arte Povera International" si muove proprio in una prospettiva globale».
La seconda mostra è invece «RivoltArteAltrove», monografica di Luigi Ontani, entrambe con inaugurazione l’8 ottobre 2011. Due appuntamenti per partecipare, seppur in chiusura, ai festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. La rassegna di Luigi Ontani (in corso fino al 20 novembre) è la prima tappa de «Le scatole viventi/The living box», un ciclo espositivo curato da Andrea Bellini e realizzato con il sostegno della Fondazione CRT. Ideato come una mostra in continua trasformazione che occuperà lo spazio della Manica Lunga fino al 29 aprile, il progetto intende esplorare la storia dell’arte italiana e del Castello di Rivoli, presentando 20 casse contenenti opere d’arte della collezione del museo e di alcune collezioni private torinesi, un modo per affrontare la crisi ripartendo dalle risorse del territorio. Una volta al mese importanti personaggi del mondo dell’arte, come Massimo Minini, Achille Bonito Oliva e Gianni Vattimo, sceglieranno di aprire alcune casse creando, di volta in volta, nuovi percorsi tematici e storiografici. Dopo Luigi Ontani, sarà la volta di Nicola De Maria (dal 9 dicembre all’8 gennaio), Luigi Ghirri – Paolo Mussat Sartor – Paolo Pellion (dal 27 gennaio all’11 marzo) e Piero Gilardi (dal 30 marzo al 29 aprile). Pioniere della performance e della videoarte, Luigi Ontani è presente con opere che vanno dalle foto acquerellate realizzate in India negli anni ’70 «Acquaiolo e Davide e Golia», alla grande lavoro storico in cartapesta del 1985 «Millearti», fino ai più recenti lightbox lenticolari, come «Nara Garuda Singh» del 2002.

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