Torna in vita una Pinacoteca sommersa
Bologna. Un progetto rilevante, finalmente concluso, che mette a disposizione di appassionati e studiosi delle prossime generazioni una messe di materiali fondamentali per programmare la tutela e la valorizzazione del patrimonio della Pinacoteca nazionale di Bologna. Si tratta del catalogo generale del museo di via Belle Arti, impresa curata dalla «Società di Santa Cecilia – Amici della Pinacoteca nazionale di Bologna» con la collaborazione della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dell’editore Marsilio di Venezia che ha pubblica i volumi. Nei giorni scorsi sotto le Due Torri, presso l’oratorio dei Filippini, è stato presentato il catalogo che conclude la serie, relativo alla pittura di Otto e Novecento. Dopo la pubblicazione negli anni di una serie di volumi e cataloghi parziali, realizzati prima da Cesare Gnudi, poi da Andrea Emiliani che è anche l’autore del progetto appena terminato, e successivamente da Gian Piero Cammarota attuale memoria storico archivistica della Soprintendenza di Bologna, si è giunti a immaginare con l’inizio del millennio la serie di volumi dedicati all’intera catalogazione del patrimonio artistico nazionale. Il progetto è stato curato nel corso del tempo da Cammarota, Angelo Mazza e Daniela Scaglietti Kelescian e vi hanno partecipato centinaia di specialisti dei singoli artisti presi in esame che hanno lavorato con le indicazioni della soprintendenza diretta prima da Jadranka Bentini e oggi da Luigi Ficacci. Il volume dedicato a ‘800 e ‘900, composto da 325 schede per un totale di 435 dipinti, presenta anche una preziosa addenda con 41 dipinti, gli ultimi entrati di recente nel patrimonio pubblico. “Lo slancio entusiasta, spiega Daniela Scaglietti Kelescian, di pubblicazione del catalogo generale si deve ai due membri della Società di San Cecilia Marco Galliani e Lorenzo Sassoli oltre che all’impegno della Fondazione del Monte. In questa occasione abbiamo rifotografato l’intero patrimonio, comprese le molte opere che sono collocate in uffici e ambasciate di mezzo mondo oltre che in Parlamento. Ricognizione e censimento del patrimonio, come ribadivano Roberto Longhi e Federico Zeri solo per citare i più noti, sono il primo e fondamentale passo per la conservazione dei beni. In questa occasione hanno lavorato 154 specialisti di ogni singolo pittore o gruppo di opere, un vero e proprio lavoro da segugi anche per quanto riguarda le opere conservate fuori Bologna che hanno dato vita a una sorta di «Pinacoteca sommersa». Concorda il soprintendente Ficacci: «In occasione di Arte Fiera, in gennaio, realizzeremo una mostra per raccontare il patrimonio dei secoli XIX e XX che purtroppo non possiamo esporre per motivi di spazi in Pinacoteca. Quest’ultimo volume è fondamentale perché lega la storia del museo con la contigua Accademia di Belle Arti anche se negli ultimi vent’anni prima sono calati inesorabilmente i finanziamenti pubblici e ora si sono pressoché azzerati». Concludono Marco Cammelli e Maura Pozzati della Fondazione Del Monte: «Abbiamo sostenuto in modo convinto il progetto e ora una proposta: Bologna è una città schiva, ma dalle ampie potenzialità: ogni anno qui si realizzano centinaia di convegni e meeting delle più disparate materie, perché non cercare di convogliare in visite in Pinacoteca questo pubblico?». Il primo catalogo «Dal Duecento a Francesco Francia» uscì nel 2004, «Da Raffaello ai Carracci» nel 2006, «Guido Reni e il Seicento» nel 2008, «Seicento e Settecento» nel 2011». Per informazioni www.marsilioeditori.it.
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