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Sud in trasformazione. I confini del possibile: sguardi e visioni per Taranto

  • Pubblicato il: 16/05/2017 - 11:59
Rubrica: 
DOVE OSA L'INNOVAZIONE
Articolo a cura di: 
Maria Francesca Guida

Quali sono le connessioni territoriali per prospettive sostenibili? Come ognuno può contribuire a creare una rigenerazione sostenibile? Quali strumenti sono necessari per lavorare su una strategia comune per la città di Taranto? Questi sono alcuni degli interrogativi che hanno animato il laboratorio «Sguardi e visioni per Taranto. Connessioni territoriali per prospettive sostenibili» che si è tenuto il 5 maggio nell’ambito di Artlab17- Territori, Cultura, Innovazione, promosso dai progetti: Green Routes, A Tamburi Battenti, Taras, Terre Elette, finanziati dalla Fondazione con il sud con il bando «Ambiente è Sviluppo».  Il proliferare di iniziative rende necessario in confronto in profondità.
 


 
Il dibattito pubblico che ha dominato la città di Taranto negli ultimi anni, si è focalizzato soprattutto sulle “note” tematiche relative allo sviluppo economico della città, le questioni di salute, la tutela del patrimonio storico-culturale, l’urbanistica e molti temi connessi. Quello che in questi anni sta caratterizzando la città è un grande processo di trasformazione e di ripensamento che ha dato vita al proliferare di attività messe in campo dagli operatori locali, con una particolare attenzione al coinvolgimento della società civile che in questi anni ha dato tanto in termini di mobilitazione. Non mancano anche le iniziative promosse dalle istituzioni come Open Taranto”, Concorso Internazionale di Idee per la Città Vecchia, bandito da Invitalia nel giugno 2016 e che a gennaio di quest’anno ha nominato i vincitori, il laboratorio per il piano strategico promosso dal dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Territorio della Regione Puglia e da Pugliapromozione.
Il proliferare di iniziative rendono necessario un momento di approfondimento, riflessione e confronto per lavorare su una visione che attivi il capitale sociale della città, molto frammentato, per ampliare gli spazi di pensiero e di riflessione, allargando i confini del possibile e immaginare azioni di sistema.
In questa cornice si inserisce il laboratorio «Sguardi e visioni per Taranto. connessioni territoriali per prospettive sostenibili» che si è tenuto il 5 maggio nell’ambito di Artlab17- Territori, Cultura, Innovazione che ha fatto tappa a Taranto-Matera dal 3-5 maggio, con un focus sul ruolo che arte e cultura hanno per favorire la coesione sociale, lo sviluppo economico e la crescita civile dei territori. Il laboratorio è stato promosso dai progetti: Green Routes, A Tamburi Battenti, Taras, Terre Elette, finanziati dalla Fondazione con il sud con il bando «Ambiente è Sviluppo», che ha come obiettivo principale quello di lavorare sulla percezione conflittuale del rapporto tra lavoro e salute, la rigida contrapposizione dei due valori, che porta alla necessità di rafforzare l’idea che lo sviluppo e il lavoro possano e debbano essere il frutto di un percorso di riappropriazione del proprio ambiente da parte della comunità.
L’ambiente in questa prospettiva è considerato in senso ampio ed abbraccia il concetto di ecologia, in altri termini investe ogni dimensione del territorio e del benessere delle persone che in esso vivono.
 
I quattro progetti finanziati nel 2016, lavorano su diversi aspetti e quartieri della città: Green Routes, parte dall’immagine e la percezione della città per arricchire l’immaginario, lavora su percorsi educativi anche attraverso i linguaggi artistici e della creatività per incentivare meccanismi di partecipazione dei cittadini, innescare processi culturali e favorire percorsi di valorizzazione integrata del territorio tarantino.
Taras, promuove la condivisione di una comune Carta del Turismo sostenibile ionico e ha avviato processi di formazione finalizzata alla creazione di nuova impresa nel settore turistico anche attraverso un incubatore offrendo gratuitamente servizi.
Terre elette, sostiene lo sviluppo di un modello comunitario di sussidiarietà circolare pubblico-privato e profit-no profit. Ha messo a coltivazione di alcuni appezzamenti di terreno della canapa “eletta” per trasformarla in prodotti semilavorati da utilizzare per abbellire un tratto della Circumarpiccolo. Anche con il coinvolgimento dei giovani disoccupati tra i 18 e i 35 anni del quartiere Paolo VI, con la realizzazione di nuovi percorsi e itinerari turistici.
A tamburi battenti, lavora nel quartiere di Tamburi per creare un Teatro nel quartiere che possa essere un luogo propulsore per interventi di sviluppo occupazionale, nonché luogo di produzione di oggetti di sartoria MadeinTamburi (abbigliamento, accessori e tendaggi) con il coinvolgimento delle donne del quartiere.
I progetti aggregano circa 25 organizzazioni partner, hanno deciso di cooperare e lavorare in maniera sinergica per favorire azioni di sistema, al fine di allargare il coinvolgimento agli operatori che lavorano su e per Taranto e che vogliono costruire insieme un percorso di ripensamento della città.
 
Questo primo incontro è nato con l’intento di affrontare il tema delle sinergie territoriali e la complessità che vive la città, riflettere sulle prospettive e i possibili orizzonti, vista la necessità di avviare riflessioni collettive per configurare o ripensare scenari sostenibili e intervenire su percorsi di cambiamento.
La prospettiva di lavoro scelta è quella della “sostenibilità come ispirazione e percorso”, per creare momenti in cui la comunità lavora nel presente e immagina, costruisce una visione di futuro, per attivare o avvicinarsi allo scenario immaginato.
Tra le riflessioni emerse più volte è stato sottolineato che bisogna tener conto di una dimensione che riguarda il cambiamento del pensiero e l’attivazione di una dialettica con le comunità, come afferma Marianella Sclavi: «Spesso si pensa che l'arte di ascoltare sia un modo per evitare il conflitto, invece è un modo per attraversarlo e renderlo produttivo di nuova conoscenza e di nuove possibili soluzioni. Dove il conflitto è latente, l'ascolto attivo lo porta a galla»[1].
Come è successo alla città di Chattanooga, nel Tennessee, considerata una delle prime esperienze di visioning che ha coinvolto la comunità e un’intera città nel disegnare il suo futuro, Taranto, per superare questo periodo di crisi economica e sociale si trova ad affrontare la sfida di riuscire a progettare collettivamente un futuro desiderabile e creare le condizioni per poterlo realizzare per convergere verso un percorso di community visioning.
La visione riguarda l’orizzonte verso cui tendere, da raggiungere e a differenza dei punti di vista è lo sviluppo di una linea d’orizzonte entro cui si possono comporre infiniti sguardi che dipendo dalla consapevolezza e dall’intenzionalità[2], con uno sforzo collettivo si possono disegnare nuovi percorsi anche per Taranto.

Maria Francesca Guida, vice presidente di ECCOM
 
© Riproduzione riservata

Ph: foto di Isolab, opera di Guendalina Salini, Io sono un filo d’erba che trema, Ecomuseo Palude La Vela 

 
[1] Sclavi M. Avventure Urbane. Progettare la città con gli abitanti. Elèuthera, Milano, 2014.
[2] Vergani, E. Costruire visioni. Fare il mondo come dovrebbe essere. Exorma, Roma, 2012.