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Sostegno a pioggia per l'architettura

  • Pubblicato il: 17/06/2011 - 08:37
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Articolo a cura di: 
Stefania Crobe
Armin Linke

Fondata nel 1956, la Fondazione Graham for Advanced Studies sovvenziona progetti a privati ed organizzazioni e produce programmi pubblici per favorire lo sviluppo di idee innovative nel campo dell’architettura in rapporto a diversi contesti: le arti, la cultura, la società e i più diversi campi del sapere. Un sostegno ad innovative e stimolanti indagini sui temi dell’architettura - l’urbanistica, il design, l’ingegneria, il paesaggio, le arti visive - e sul rapporto tra arte e trasformazione urbana.

Nel corso dei suoi 55 anni di storia, la Graham Foundation ha assegnato più di 3.900 sovvenzioni a persone fisiche e organizzazioni, per un totale di oltre 32 milioni di dollari. Una lunga tradizione di sostegno a persone – architetti, studiosi, critici, scrittori, artisti, curatori e docenti – e organizzazioni – gallerie non-profit, scuole e università, case editrici e musei – con l’obiettivo di ampliare e rafforzare la portata del discorso architettonico contemporaneo interessando un ampio ventaglio di questioni socio-politico, tecnologico, ambientale ed estetico.

Per il 2011, la Fondazione Graham annuncia sovvenzioni per oltre 500.000 dollari assegnati a 69 beneficiari che rappresentano una comunità eterogenea nazionale e internazionale e che sono stati selezionati dopo un processo di applicazione altamente competitivo. I premi, fino a 15.000 dollari ciascuno, permetteranno di sostenere pubblicazioni, mostre, installazioni, film, new media, iniziative, convegni e conferenze, programmi pubblici e la ricerca.

Una cifra straordinaria e che pone l’accento sulla grande distanza esistente tra la politica culturale italiana, in costruzione e lungi dall’essere ben definita, e quanto invece accade negli Stati Uniti dove la filantropia e il no profit giocano un ruolo fondamentale nel sociale, nella scienza, nell’arte e nella cultura, nell’educazione e nella ricerca assumendo, così, una posizione preminente nell’economia politica del Paese.
Sicuramente la minore pressione fiscale d’oltreoceano, con tassazione nettamente più favorevoli rispetto alle nostre, incentiva la magnanimità ma, è indubbio che, l’attitudine al donare e la redistribuzione del benessere è parte integrante della quotidianità e della cultura americana da tempo.

In Italia viviamo un momento di irrisolutezza della nostra società e delle politiche culturali in particolar modo, dove i finanziamenti pubblici sono sempre più misurati. Di qui la necessità di guardare oltre i propri limiti e soprattutto oltre i propri i propri confini, per scorgere illuminati modelli dai quali attingere e pianificare in maniera strategica il cambiamento che risulterà ancora più efficace se vedrà un approccio collaborativo tra le fondazioni, per rafforzare la cooperazione culturale – perché no, anche internazionale – e agire come forza catalizzatrice attraverso processi di programmazione e pianificazione comune.
 
 

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