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Simbolismo di scena a Padova

  • Pubblicato il: 07/10/2011 - 09:00
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi
Federico Bano

Padova. E’ il 1997. La Fondazione culturale della famiglia Bano, che gestisce il centro espositivo di Palazzo Zabarella, inizia la sua attività con una rassegna dedicata al pittore francese Maurice Utrillo (1883-1955). Da allora ha attivato un programma di esplorazione sull’arte dell’Ottocento e del primo Novecento, prevalentemente italiana. Nel corso degli anni ha finanziato anche il restauro di numerose opere d’arte conservate in musei pubblici e favorito la ricerca in ambito artistico. Lo spiega lo stesso presidente e fondatore dell’Istituzione, l’imprenditore veneto Federico Bano: «tra le rassegne realizzate negli ultimi anni cito quelle dedicate a Balla, Hayez, Caravaggio, Picasso, i Macchiaioli, Boldini, Signorini, De Chrico, Canova, Modigliani. Tutte queste imprese culturali ci hanno permesso di stabilire, sotto la guida del direttore scientifico della Fondazione Ferdinando Mazzocca, rapporti di collaborazione continuativi con importanti istituzioni museali e collezionisti. Stiamo indagando di anno in anno la storia dell’arte dei secoli XIX e primo XX operando in stretta collaborazione con gli enti locali e le sue istituzioni culturali, le soprintendenze e numerosi musei esteri e italiani. In un periodo difficile come l’attuale la cultura diventa un punto di riferimento e quindi palazzo Zabarella con i suoi 15 anni di attività continua a offrire mostre: dopo quella appena aperta sul Simbolismo in Italia nel settembre 2012 ne dedicheremo una a De Nittis (Cfr. come anticipava alcuni giorni fa il Giornale dell’arte on line, Ndr.). Fondamentale resta il nostro rapporto con la Fondazione Antonveneta perché la collaborazione ci permette anche di essere “moderni” tanto che abbiamo appena realizzato in catalogo della rassegna sotto forma di “app” per Ipad e I-phone».
L’attuale rassegna «Il Simbolismo in Italia», sino al 12 febbraio 2012 a cura di Fernando Mazzocca, Carlo Sisi e Maria Vittoria Marini Chiarelli, è promossa da Fondazione Bano e Fondazione Antonveneta con il contributo della Regione Veneto, Provincia e Comune di Padova, Camera di Commercio di Padova. Con la fondazione di origine bancaria Palazzo Zabarella ha attivato alcuni anni fa una partnership coerente alla missione di entrambe le istituzioni, ossia la valorizzazione e promozione dei beni artistici. Partner e sponsor coprono il 20% dei costi totali della mostra per la quale si prevede un flusso di 200mila visitatori in circa quattro mesi. apertura. Con l’Università padovana e altre del Paese il rapporto di collaborazione si concretizza accogliendo studenti e ricercatori per stage sulla cultura figurativa tra Ottocento e Novecento.
La mostra, a piano terra e al piano nobile di palazzo Zabarella, illustra per sezioni il movimento, diffuso dagli ultimi due decenni del XIX secolo sino ai momenti precedenti la prima guerra mondiale: A una parte introduttiva dedicata alla ritrattistica dei protagonisti (una nota: andava forse meglio valorizzato lo straordinario «Abisso» in marmo di Pietro Canonica), seguono sale dedicate alla maternità (Segantini e Previati, le due anime del movimento insieme a Wildt) e alla meravigliosa grafica (con anche un video di Giulio Aristide Sartorio), con gli altri protagonisti: Giuseppe Pellizza da Volpedo, Franz von Stuck, Galileo Chini, Francesco Lojacono, Vittore Grubicy, Alberto Martini, Plinio NomelliniAngelo Morbelli, Umberto Boccioni, Adolfo De Carolis, Libero Andreotti, Ottone Rosai.
In chiusura la Giuditta II di Klimt proveniente da Ca’ Pesaro di Venezia (catalogo Marsilio).

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