Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

Si dialoga alla GAM. James Brown apre il ciclo

  • Pubblicato il: 25/11/2011 - 09:23
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Anna Follo
James Brown

Torino. Dal 25 novembre al 12 febbraio la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino apre un nuovo ciclo d’incontri dal titolo «Dialoghi», con «Firmament», la mostra personale dell’artista statunitense James Brown.
Un ciclo, a cadenza annuale, che nasce dalla strategia di rilettura della storia e del patrimonio del museo. Un artista contemporaneo, assistito e guidato dal dipartimento curatoriale del museo, avrà modo di concepire un percorso espositivo che integri il suo lavoro e alcune opere scelte dalla collezione, per «creare, all’interno della mostra, delicate connessioni e suggestioni inedite tra le opere scelte della collezione e i lavori dell’artista coinvolto».
«Dialoghi» si affianca a «Wunderkammer», che presenta a rotazione la collezione di opere grafiche del Gabinetto Disegni e Stampe della GAM e «Vitrine», che offre appunto una vetrina di lancio alla giovane arte piemontese.
James Brown, nato nel 1951 a Los Angeles e oggi residente a Parigi e Oaxaca (Messico), ha percorso diverse ricerche durante la sua carriera. All’inizio degli anni Ottanta fa parte della scuola dell’East Village promossa dal gallerista Tony Shafrazi. Nello stesso periodo partecipa al progetto «Terrae Motus» di Lucio Amelio e inizia a collaborare con Leo Castelli. Martha Schwendener ha dato una definizione sintetica ed esaustiva del lavoro di James Brown in occasione della retrospettiva dell’artista al Fisher Landau Center for Art nel 2006, scrivendo su Artforum che «the works range from abstract gouaches to biomorphic and figurative watercolors to collages that update the synthetic Cubist experiments of Picasso and Braque». (Martha Schwendener, «James Brown, Fisher Landau Center for Art» Artforum, 5/01/2006)
Il direttore della GAM Danilo Eccher ha lavorato con James Brown in occasione della personale dell’artista alla Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento nel 1995 e oggi invita l’artista a presentare, per la prima volta in Italia, la serie «Firmament», realizzata tra il 2007 e il 2010.
«Firmament» è un ciclo di nove dipinti di grande formato, circa 3 metri per 5 metri e mezzo, corredato da molti studi preparatori, che si inserisce in un gruppo di 81 opere dal titolo «Il regno di caos e luce» sviluppate a partire dal 2004. La serie nasce come sintesi di diversi riferimenti culturali, tra cui le teorie espresse da Vassilij Kandiskij ne «Lo spirituale nell’arte», la suite di Gustave Holst intitolata «The Planets» e il poema dell’americano Frederick Seidel «The Cosmos Trilogy».
James Brown ha iniziato a lavorare alla serie «Firmament» durante un soggiorno sull’isola di Patmos, impostando il lavoro su una ricerca coloristica e compositiva. È proprio l’uso del colore alle fondamenta di «Firmament» che ha orientato la scelta delle opere delle collezione della GAM: alcuni paesaggi di Giorgio Morandi, «Scultura A» e «Doninia» di Fausto Melotti, dei bronzi di Medardo Rosso, l’autoritratto circolare di Felice Carena e «Compenetrazione iridescente» di Giacomo Balla fanno da contrappunto alla serie «Firmament» lungo il percorso espositivo impostato da James Brown. La mostra è corredata da un catalogo-intervista di Alan Jones, scrittore newyorkese che vive da anni a Venezia.
In una congiuntura economicamente complessa per le istituzioni museali torinesi, la scelta della GAM di ripartire dalla collezione e di privilegiare mostre di dimensioni contenute, ma che integrano la profonda e permanente alla ricerca di artisti contemporanei apre un interessante prospettiva sulle scelte strategiche e la programmazione artistica dei musei d’arte cittadini.
 
<!-- /* Font Definitions */ @font-face {font-family:Cambria; panose-1:2 4 5 3 5 4 6 3 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:auto; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:3 0 0 0 1 0;} /* Style Definitions */ p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-parent:""; margin:0cm; margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:12.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ascii-font-family:Cambria; mso-ascii-theme-font:minor-latin; mso-fareast-font-family:Cambria; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-hansi-font-family:Cambria; mso-hansi-theme-font:minor-latin; mso-bidi-font-family:"Times New Roman"; mso-bidi-theme-font:minor-bidi; mso-fareast-language:EN-US;} @page Section1 {size:595.0pt 842.0pt; margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm; mso-header-margin:35.4pt; mso-footer-margin:35.4pt; mso-paper-source:0;} div.Section1 {page:Section1;} -->
© Riproduzione riservata