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Sedurre. Con profumo e champagne

  • Pubblicato il: 11/07/2014 - 08:56
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Micole Imperiali

Venezia. Fondazione Musei civici di Venezia: 12 istituzioni museali – dopo il recente «ingresso» del Museo Storico Navale - ed un bilancio relativo agli  ultimi tre anni di attività che dimostra il successo della realtà museale civica di Venezia.  Parliamo infatti di un +21,5% di ricavi (arrivati a oltre 25 milioni di euro), un +34,5% di introiti derivati dalle attività commerciali, più di 1,6 milioni di euro di investimenti, 200 mila euro di utili per il 2013 pari a 50 mila netti, un +13% di ingressi e, per finire, i dati relativi alle visite alle mostre, che hanno visto un +223%, a dimostrazione di una vitalità dimostrata d’altronde dal grande successo registrato dall’esposizione dedicata nel 2012 a Klimt e da quella di Manet del 2013, entrate entrambe nella top ten delle più visitate in Italia.
«In buona salute – quindi - e con molti progetti», così il presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia Walter Hartsarich definisce la realtà veneziana, che continua a presentare un’offerta culturale di spicco, avvalendosi di importanti contributi privati divenuti parte fondante della sua politica attuativa.
Ne parliamo con Mara Vittori, Responsabile del Servizio Comunicazione e Business Development della Fondazione, per capire da vicino come funziona nel fundraising una delle realtà culturali più dinamiche.

La collaborazione con il privato è una politica che Fondazione Musei Civici segue dagli esordi. Alcuni giorni fa avete annunciato l’accordo  con Vela Spa per la gestione del Museo Storico Navale. In che cosa si sostanzia?

Il Museo Storico Navale entra per i prossimi sei anni a far parte del circuito museale cittadino grazie l'aggiudicazione al Comune di Venezia, attraverso Fondazione Musei Civici e Vela Spa- società del gruppo AVM cui sono affidate dal Comune l’organizzazione e la gestione degli eventi e del marketing territoriale -, del bando emanato dal Ministero della Difesa.
L’obiettivo è quello di mettere un altro tassello al riutilizzo dell’Arsenale di Venezia e in questo caso quindi all’apertura di parte di esso alla città. Oltre al Museo Navale infatti il bando affida la gestione dei servizi di altre importanti parti dell'Arsenale, come il padiglione delle navi, e quelli dove sono custoditi il sottomarino «Dandolo» e la motozattera, che rimangono di proprietà della Marina Militare.  Alla Fondazione Musei Civici e Vela Spa il compito di valorizzare ulteriormente queste aree. In particolare quella del Museo Navale sarà in questo periodo al centro delle celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale.
La nuova gestione prevede in primis l'estensione dell'orario di apertura anche ai pomeriggi e ai giorni festivi, e poi la riprogrammazione della bigliettazione e il coinvolgimento di partnercommerciali per i servizi di merchandising, book shop e caffetteria. Ci sarà inoltre un intervento di natura più prettamente storico-culturale, con il recupero e la valorizzazione di importanti reperti custoditi dal museo ma sinora poco conosciuti.

Solo la scorsa settimana avete annunciato l’intervento di Dom Perignon  per il restauro di due sale in Ca’ Pesaro. Quali le caratteristiche di questa nuova alleanza? Sono previsti ulterioristep?

L’accordo con Moet Hennesy Italia Spa, recentemente siglato per il brand Dom Pérignon, in linea con le partnership progettuali che la Fondazione da anni tesse con importanti attori privati come ad esempio Luis Vuitton, Piagete MAVIVE. Non più sponsorizzazioni tout court ma veri e propri progetti che i Musei Civici veneziani sviluppanocon un fine ben preciso: il restauro e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico museale, inteso non solo come opere d’arte ma anche come edifici di inestimabile valore architettonico e culturale.
L’accordo con Dom Perignon prevede il recupero di due stanze al secondo piano della Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, attualmente non aperte al pubblico e destinate a diventare parte del percorso espositivo del Museo, con un’attenzione particolare ai giovani artisti e alle opere provenienti dai depositi del museo. Del resto il connubio fra Dom Perignon e l’arte intesa come «creazione» non è nuova, avendo l’azienda  già stretto, nei paesi in cui il marchio è presente, collaborazioni con artisti, performer, fotografi, designer per contribuire a «creare un’esperienza diversa di consumo: un concerto, un nuovo pack, una mostra».
Nasce infatti in quest’ottica il  progetto di ri-creazione «The Power of Creation», un collegamento tangibile tra l’antico, simboleggiato dall’intervento restaurativo, e il contemporaneo, ovvero la progettazione di mostre di giovani artisti, all’interno degli ambienti rimessi a nuovo.
Questi i primi obiettivi previsti dall’accordo che la Fondazione si auspica possano essere solo l’inizio di una collaborazione longeva con la famosa casa francese, con la quale saranno sviluppate altre azioni mirate congiunte di co-branding.

Champagne e Profumo. Lo scorso anno a Palazzo Mocenigo avete aperto un’originale sezione dedicata al profumo con l’azienda veneziana MAVIVE, nota al grande pubblico per i prodotti Vidal. Ci parla del progetto, della sua genesi, risultati e sviluppi futuri?

Nel 2012 la Fondazione dei Musei Civici di Venezia ha realizzato un importante intervento direstyling di Palazzo Mocenigo durato nove mesi. Il nuovo allestimento ha riportato all’antico splendore un centinaio di dipinti e centocinquanta tra abiti e tessuti e ha dato vita ad un nuovo itinerario del museo dove il visitatore rivive l’atmosfera dell’ambiente settecentesco veneziano, degli usi e costumi dell’epoca.  Il progetto, grazie alla preziosa collaborazione con Mavive Spa, si è arricchito del primo percorso espositivo permanente sul profumo in Italia. L’azienda veneziana della famiglia Vidal, ha voluto fortemente diventare il partner principale dell’operazione come  artefice di un vero e proprio atto di mecenatismo volto a riaffermare il profondo legame con la città di Venezia.
L’iniziativa infatti nasce con l’intento di far riscoprire e valorizzare la vocazione millenaria che colloca l’Italia, e in particolare Venezia, tra i capostipiti della tradizione profumiera mondiale. In questo modo la storia della moda e quella del costume si sono perfettamente integrati con un inedito capitolo dedicato alla storia del profumo e delle essenze, inaugurando un rinnovato percorso che ospita manufatti, documenti antichi e «stazioni olfattive» didattiche. Grazie alla rinnovata veste del Museo e ai nuovi percorsi si è registrato un cospicuo incremento dei visitatori - pari al 30% rispetto agli anni precedenti i lavori. Inoltre Mavive Spa ha sviluppato una nuova linea dimerchandise dedicata ai profumi chiamata the «Merchant of Venice», in co-brand con la Fondazione, che ha trovato uno spazio di vendita dedicato all’interno del bookshop del Museo e nel sito e-commerce recentemente aperto della Fondazione.
Nel corso del 2013, poi, la collaborazione con Mavive si è arricchita dell’organizzazione di alcuniseminari dedicati alla storia del profumo, e nel futuro l’obiettivo è di poter allestire al piano terra delle aule studio permanenti per lo sviluppo di attività didattiche legate alle tematiche del Museo. La partnership tra la Fondazione Musei Civici di Venezia e Mavive Spa ha ricevuto il 1° PREMIO CULTURA + IMPRESA del COMITATO non profit CULTURA + IMPRESA, nella sua prima edizione, fondato da Federculture e da The Round Table. Con l’obiettivo di riconoscere i migliori progetti di sponsorizzazione e partnership culturale a livello nazionale, il premio conferma il trenddella Fondazione di stringere accordi con partner privati nell’insegna di progettualità mirate comuni.

Per ogni partner un intervento taylor made. Anche con LVMH, avete da tempo collaborazioni. Quali le peculiarità?

La partnership tra la Fondazione e Louis Vuitton ha permesso di raggiungere l’obiettivo comune disostenere il restauro di importanti opere d’arte appartenenti al patrimonio storico-artistico veneziano. La peculiarità dell’operazione sta nel restituire al visitatore opere restaurate e per la maggior parte delle volte custodite nei depositi della Fondazione.
Sono già tre le mostre eccezionalmente ospitate presso l’Espace Louis Vuitton Venezia, con opere restaurate di Carpaccio, Molmenti e Fortuny. Ogni mostra è concepita come undialogo tra passato e presente, grazie ad un’installazione in cui la Maison dà carta bianca ad un artista contemporaneo di fama internazionale. Ponte virtuale tra l’arte del passato e quella contemporanea, l’accordo riflette una filosofia comune alla Fondazione e Louis Vuitton:preservare, trasmettere e far rivivere un patrimonio culturale in continuo divenire.  Come afferma Gabriella Belli Direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia «Un approccio innovativo, che permette di portare l’arte e la storia al di fuori delle sedi museali, avvicinarla ad un pubblico diverso da quello abituale e quindi avviare un dialogo transgenerazionale e culturale».

Avete anche collaborazioni in kind, tecniche?

Nel 2012 la Fondazione ha siglato una strategica partnership tecnica di co-branding con Philips Italiaper la fornitura di impianti illuminotecnici a LED che ha da un lato generato importanti risparmi energetici e di manutenzione, ma al tempo stesso valorizzato le opere grazie ad una illuminazione di ultima generazione e di altissima qualità. Un accordo questo che ha permesso di instaurare un dialogo con esperti del settore che hanno supportato la Fondazione a progettare e selezionare gli apparati illuminotecnici più appropriati intervendo anche sui costi di gestione.

Ci sono altri partner che vorreste ricordare? Chi e per quali operazioni?

Piaget, azienda del Gruppo Richemont, costituito nel 1988 insieme a Cartier, ha nel 2012 siglato un importante accordo di partnership con la Fondazione per la manutenzione e revisione dei meccanismi dell’orologio della Torre di Piazza San Marco, monumento emblema della storia della misurazione del tempo. La liaison nasce a seguito degli interventi finanziati da Piaget per il loro restauro nel 500° anniversario della costruzione della Torre e per il restauro dei meccanismi dell’orologio a Palazzo Ducale (2006). L’accordo stipulato con la Fondazione tratta non solo di una costante manutenzione ordinaria, ma anche dei servizi speciali, quali ad esempio la revisione completa del meccanismo, delle sue parti componenti e delle parti usurate.
Anche questa partnership pubblico privata diventa operazione fondamentale per la Fondazione in termini di conservazione e di tutela delle proprie sedi museali.
Ma vorremmo ricordare un’altra collaborazione per noi di grande importanza: quella legata ad unpool internazionale di finanziatori che comprende i Comitati Internazionali per la salvaguardia di Venezia, tra cui ilComité Francais pour la Sauvegarde de Venise che attraverso diversi mecenati ha promosso e sostenuto il restauro delle nove stanze degli Appartamenti Imperiali d’Austria, quelle che ospitarono la Principessa Sissi, arricchendo ulteriormente il percorso di visita del Museo Correr.
La cooperazione invece con la Venice International Foundation ha recentemente portato alla costituzione di un soggetto di diritto statunitense per sviluppare e ampliare programmi difundraising negli USA, interlocutore di primo piano per progetti consolidati con le più importanti istituzioni museali internazionali.

In riferimento a quanto detto finora, quanto pesa economicamente l’apporto delle imprese sul bilancio MUVE?

Il peso economico degli accordi di partenariato varia di anno in anno a seconda della progettualità. Nel corso del 2013 l’apporto sul bilancio si aggira intorno ai 350.000 euro. A questi vanno aggiunti i lavori eseguiti sugli immobili dei Comitati Privati per la valorizzazione e il recupero degli immobili.

Come è organizzata la vostra sezione di fundrasing e quale la strategia?

Fa parte delle attività di sviluppo commerciale  prevedono oltre alla raccolta fondi, la partecipazione a bandi regionali, nazionali e comunitari e la creazione di partnership a livello nazionale ed internazionale.

Cosa rende vincente la partnership di MUVE col privato?

La co-progettualità a lungo termine, una programmazione scientifica e culturale pianificata con largo anticipo e la condivisione di esperienze e know how.  La flessibilità  necessaria è possibile anche grazie al modello fondazionale.

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