Se Duchamp avesse ragione: Europa Creativa e Italia
Milano. 6 marzo. Fitti e densi i due tavoli di discussione ai quali partecipano, tra gli altri, Giuseppe Guzzetti-Presidente Fondazione Cariplo, Anna Chiara Invernizzi-Vicepresidente Fondazione CRT, Bruno Marasà-Direttore Ufficio Informazione del Parlamento Europeo a Milano, Silvia Costa -europarlamentare e relatrice del Programma Europa Creativa), Cristina Cappellini-Assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia e molti altri.
Assodata «la difficoltà a costruire progetti accattivanti per ottenere fondi dall’Europa»: quali le soluzioni per un Paese come l’Italia? «Non esiste soluzione perché non esiste problema»: balza in mente Marcel Duchamp. In apertura il Presidente Guzzetti traccia la rotta:«porre la cultura al centro di connessioni, ampliandone il perimetro ed aprendola ad altri mondi». Se scarse sono le risorse occorre rivolgersi altrove: poche parole e molti fatti, come l’azione congiunta di Fondazione Cariplo e Fondazione Crt, che in primis forniscono l’esempio: network trasversale e programmazione comunitaria.
Ma non solo.
«Le Fondazioni devono fungere da cassa di risonanza, comunicando le opportunità che da Bruxelles nascono, ma soprattutto acquisire un ruolo di guida e supporto nei propri territori», questo l’obiettivo primario da perseguire, aggiunge la Invernizzi, che in seconda battuta sottolinea come si debba «agire a livello locale mantenendo una visione globale, affinchè si possa innescare un circolo virtuoso».
Dunque un ruolo guida nella divulgazione, ma anche capacità di adattarsi al cambiamento in atto: questi gli scenari entro i quali le Fondazioni dovranno operare congiuntamente: capacità mimetica, lungimiranza e pianificazione.
«Attenzione, però, a guardare all’Europa come un mero bancomat» ammonisce Marasà: per poter accedere ai fondi europei occorrono progettazione ed alta tecnicalità: queste le lacune da colmare, anche e soprattutto attraverso la mediazione delle Fondazioni, veri centri di smistamento e palestre d’apprendimento.
Ma dove guardare?
All’incontro è invitata l’europarlamentare Silvia Costa la quale presenta Europa Creativa che, nonostante le decurtazioni complessive dei finanziamenti, stanzia 1,426 Mld di euro (per il 2014 – 2020) a supporto di cultura e creatività e registra un incremento del 10% rispetto al precedente stanziamento.
Europa Creativa si rivolge ad enti ed istituzioni no profit, ma soprattutto (la grande novità) alle PMI, con particolare riguardo alle piccolissime imprese ( da 1 a 3 dipendenti) che, per il settore culturale, rappresentano in Italia circa l’80%.
A quali progetti si rivolge EC?
Certamente a quelli che forniscono un valore aggiunto europeo, ovvero quei progetti che abbiano un forte carattere transnazionale (azione e visione globale), che creino reti e economie di scala e che rafforzino la cooperazione tra gli stati.
L’Unione Europea conta, ad oggi, 28 stati membri: sono gli unici attori di EC?
EC si rivolge anche a quei paesi in prossimità di adesione (come la Turchia e l’Islanda), alla Svizzera, ed ai cosiddetti Paesi del vicinato, spalancando così all’Italia anche le porte del Mediterraneo come ulteriore opportunità.
Quali gli assi di EC?
Le risorse verranno suddivise in tre rami fondamentali: quelli relativi al subprogramma cultura (col 31% dei stanziamenti sull’ammontare totale), al subprogramma media – contenuti audiovisivi (51%) ed a quello trans - settoriale (13%).
Quest’ultimo, in particolare, afferisce ad un fondo di garanzia europea: «altra grande novità», sostiene Nicola Corigliano del Coordinamento Desk Media & Entertainment, rivolto alle PMI per facilitarne l’accesso al credito, (per un totale di 120 mln di euro a partire dal 2016) ed al miglioramento della cosiddetta capacity building (costituito da 9 mln per il biennio 2014 – 2015), affinchè gli intermediari finanziari (massimo due per paese) siano in grado di valutare rischi e fornire l’adeguata assistenza tecnica alle PMI.
Sembrerebbe quasi che Duchamp abbia ragione.
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