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Sacro alla luna

  • Pubblicato il: 03/02/2012 - 03:01
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefania Crobe
ZUCCHERIERA. Questo esempio di zuccheriera è tipico della metà del settecento

Torino. Dal 9 febbraio al 1 luglio 2012 la Fondazione Accorsi – Omettosede della collezione del "principe degli antiquari" Pietro Accorsi - presenta negli spazi del Salone dei Pannelli Cinesi del Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, la mostra «SACRO ALLA LUNA. Argenti sabaudi del XVIII secolo», curata da Gianfranco Fina.
 
Una raccolta di circa duecento pezzi di argenteria e oreficeria realizzati per la corte sabauda dai più affermati argentieri attivi all’epoca in Piemonte.
Oggetti unici e preziosi che testimoniano il raffinato interesse della corte sabauda per l’arte orafa e l’argenteria, passione che spinse Vittorio Amedeo III di Savoia a dare vita all’Orphevrerié Royale, fabbrica istituita nel 1775 all’interno di Palazzo Reale per la creazione e la cura delle argenterie conservate nelle residenze sabaude.
In mostra zuppiere, caffettiere, zuccheriere dalle variegate decorazioni, paiole - le raffinatissime tazze da puerpera che venivano donate alle mogli da mariti facoltosi, in occasione del parto, tra cui spicca la paiola con coperchio e vassoio della Regione Piemonte, realizzata da Andrea Boucheron, uno dei più grandi argentieri torinesi – e poi ancora doppieri, rinfrescatoi, piatti e alcuni argenti della locale comunità israelitica.
 
Oggetti di eccellente qualità artistica e di illustre provenienza. In mostra anche il rinfrescatoio del celebre «servizio Turinskij», commissionato dal Granduca Paolo di Russia (divenuto poi Zar Paolo I), colpito dalla maestria piemontese nella sua visita a Torino nel 1782, ospite di Vittorio Amedeo III.
Andato perduto per la maggior parte, restano del prezioso «servizio Turinskij» solamente cinque esemplari, di cui quattro custoditi al museo dell’Ermitage di San Pietroburgo eil quinto – di proprietà privata - eccezionalmente in mostra alla Fondazione Accorsi-Ometto.
 
Un’esposizione che è un percorso alla scoperta dell’argenteria barocca piemontese, che nulla ha da invidiare alle vicine maestranze francesi: cultura raffinata e poco conosciuta che ora, non più peculiarità di specialisti, viene mostrata al grande pubblico. In occasione della mostra la Fondazione propone una serie di iniziative volte ad approfondire il mondo delle argenterie antiche con visite guidate, conferenze, conversazioni con esperti antiquari e collezionisti.
 
«La mostra – afferma il curatore Gianfranco Fina - è un evento eccezionale non solo per la qualità straordinaria delle opere esposte, ma anche per il loro numero: sono infatti presenti più di 200 oggetti civili in argento, realizzati dai più grandi maestri argentieri piemontesi. Tenendo conto che molto probabilmente al mondo esistono circa 1200 oggetti civili in argento e che nella mostra sul Barocco piemontese del 1963, l’ultima grande esposizione dedicata a questo tema, ne erano esposti solo un centinaio, possiamo comprendere l’importanza dei risultati ottenuti da questa mostra, resa possibile dalla felice collaborazione con le Istituzioni pubbliche: la Regione Piemonte e il Museo Civico d’Arte Antica – Palazzo Madama, i quali hanno imprestato alcuni pezzi di rara bellezza che hanno permesso di arricchirla ulteriormente».
 
Con questo fine omaggio al Piemonte, la Fondazione Accorsi – Ometto prosegue il suo impegno e la sua attività di ricerca e divulgazione dell’arte e della cultura sabauda.
Un lavoro reso possibile grazie all’attività del Centro Studi che la Fondazione Accorsi - Ometto ha costituito al suo interno per riscoprire le arti decorative, con particolare riferimento al lavoro e all’opera – inesplorati - di artisti piemontesi del XVII-XVIII secolo.
 
 
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