Riparte cheFare3: 150mila euro a bando per le imprese culturali
Molte novità per la terza edizione del bando cheFare, che quest’anno premia tre promettenti progetti culturali italiani. E non solo. cheFare si è trasformata in un’associazione culturale autonoma con un progetto editoriale focalizzato sull’innovazione culturale. Un new deal che ha l’obiettivo di ampliare il pubblico e sensibilizzare l’attenzione sul ruolo della Cultura come infrastruttura sociale ed economica
Milano. Il bando cheFare riparte per il terzo anno. Stesso concept – l’innovazione culturale- nuovo montepremi e formula: totale di 150.000 euro, suddiviso per in parti eguali sui tre vincitori , invece che uno come nelle precedenti edizioni. Un modo per dare più opportunità di visibilità e supporto a ottimi progetti culturali.
La candidature sono aperte dal 13 maggio al 1 luglio. In questo periodo le organizzazioni culturali possono compilare il form disponibile on-line su sito seguendo le istruzioni del vademecum, che offre anche consigli strategici per la stesura della propria idea.
Nel periodo fra il 2 e 15 luglio verranno selezionati circa 40 progetti che un team di esperti, composto da cheFare e dai partner valuterà. cheFare fino al 30 agosto preparerà i candidati alla votazione on-line attraverso la speciale sezione sul sito. I 10 finalisti che riceveranno più voti dal pubblico entro il 5 novembre verranno poi valutati da una giuria di personalità autorevoli del mondo della cultura e dell'innovazione quali Andrea Lissoni (Curatore Film e Arte Internazionale - Tate Modern, Londra), Alessia Maccaferi (Giornalista – Nòva24, Il Sole 24 Ore), Michela Murgia (Scrittrice), Marco Rossi Doria (Maestro di Strada e Scrittore), Annamaria Testa (Pubblicitaria e Docente di Marketing, Università Bocconi, Milano), che premierà le 3 migliori proposte. I nomi dei vincitori saranno resi pubblici dal 13 Dicembre.
L’erogazione del premio avverrà in due tranches. cheFare si occuperà di seguire e testimoniare lo sviluppo dei progetti con un accompagnamento per tutto il 2016.
Bertram Niessen, direttore scientifico di che-Fare, dichiara: «Come sanno le comunità culturali che ci hanno conosciuti in questi anni, per noi il bando è soprattutto uno strumento di indagine. Abbiamo iniziato questo percorso perché non ci volevamo rassegnare all'idea che non esistesse un modo per fare cultura in modi economicamente sostenibili e socialmente innovativi. Il bando serve a noi ed alla rete che stiamo costruendo per conoscere, raccontare e mettere in relazione proprio chi, come noi, non si rassegna.
Di realtà attive ne abbiamo scoperte tantissime, e ne scopriamo sempre di più: al Sud come al Nord; nelle metropoli, nelle piccole città e nelle campagne. Piattaforme digitali e luoghi abbandonati riportati in vita. Percorsi partecipati di recupero del patrimonio e sguardi obliqui sulla cultura che verrà. Comunità e reti. Associazioni e imprese. Oggi, come ieri, non abbiamo la pretesa di dire agli altri come stano le cose. Oggi, più di ieri, stiamo costruendo una piattaforma nella quale gli innovatori culturali possano farsi riconoscere, raccontarsi, discutere».
E a tal proposito saranno premiate quelle realtà che si orienteranno verso criteri come la promozione della collaborazione, la ricerca di forme innovative di progettazione, produzione, distribuzione e fruizione della cultura, la scalabilità e riproducibilità, la sostenibilità economica nel tempo; promozione dell’equità economica; impatto sociale territoriale positivo; impiego di tecnologie e filosofia opensource; capacità di coinvolgere le comunità di riferimento e i destinatari delle proprie proposte attraverso una comunicazione efficace.
Il periodo lungo di gestione permetterà anche a che-Fare di seguire anche la parte editoriale, che è un'altra novità di quest'anno. Infatti l’associazione vive un momento di svolta: dopo tre anni di attività ha sentito il bisogno di fare di più, di crescere e di dare maggiore spazio all'approfondimento di alcuni temi che gli stanno particolarmente a cuore, quelli della cultura e dell'innovazione.
Ha sviluppato un sito nuovo, una vera piattaforma editoriale, chiamata Almanacco, perché vuole essere un diario aperto ad articoli, analisi, anticipazioni, riflessioni, reportage.
A fianco di questa sezione e di quella dedicata al bando, ce ne saranno altre due, che sono ancora in sviluppo. Una è Campagne, uno spazio che raccoglierà i percorsi di attivazione e partecipazione. L'altra è Ricerche, una sezione dedicata alla presentazione di lavori di ricerca e che sarà attivata grazie alla collaborazione con istituti e dipartimenti universitari.
«Abbiamo allargato la rosa dei partner -aggiunge Niessen- perché collaborare con altre realtà è quello che ci permette di essere sempre aggiornati sui temi da indagare e sulle progettualità da sviluppare. I nostri partner sono soprattutto compagni di strada con cui condividere un percorso in gran parte da inventare».
cheFare è anche casa editrice, lavorando in collaborazione con doppiozero: diversi titoli in cantiere, dei quali scelgono gli autori, i temi e la cura dei contenuti. Epub e pdf disponibili sul sito di doppiozero e sui principali store on-line a doppio marchio.
Per ora è uscito Il momento Eureka di Michele Dantini. A breve un secondo titolo in digitale e un libro cartaceo uscirà a fine anno, per una casa editrice di rilievo nazionale.
L’impegno di cheFare, che ha richiamato oltre 1000 associazioni, fondazioni e start-up di tutta Italia, raccolto più di 110.000 voti, ha permesso la crescita di realtà come Liberos (per la prima edizione) e il progetto Di casa in casa delle Case di Quartiere di Torino. Grazie al bando cheFare le due realtà hanno ampliato il loro pubblico e una visibilità nazionale. Liberos ha anche ingaggiato una campagna di equity crowdfunding per potenziare il suo impatto sui pubblici.
Il Giornale delle Fondazioni è tra partner del progetto.
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