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Quando la natura si fa arte: un nuovo progetto in riserva…

  • Pubblicato il: 13/06/2014 - 09:13
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Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Ilaria Oliva

Carovigno (BR). Metti una riserva naturale molto vicina all’idea di paradiso selvaggio; prendi un consorzio di gestione che vuole allargare la sua offerta turistica con elementi culturali; aggiungi un pizzico di intraprendenza e un tocco di sinergia tra enti: otterrai quello che succede in questi giorni a Torre Guaceto e al castello Dentice di Carovigno, invasi da una pacifica flotta di artisti in azione.
Si tratta di sedici artisti di punta del panorama pugliese degli ultimi anni, scelti dalla Fondazione Pino Pascali per interagire, in modalità spesso site specific, con la natura del luogo, nel senso letterale della parola.
L’idea è nata dalla volontà del Presidente del Consorzio di gestione di Torre Guaceto, la giornalista Mariella Milani, che, insediatasi la scorsa estate, ha fortemente voluto la realizzazione di un evento artistico che mettesse in relazione la natura e l’arte: pertanto la scelta è caduta sulla Fondazione Pascali, fondazione a partecipazione regionale, baluardo ufficiale dell’arte contemporanea in Puglia.
Il concetto alla base non è nuovo, come sottolineato anche dall’Assessore regionale alla Cultura, Silvia Godelli, ma è importante in un momento storico in cui si fa sempre più forte la consapevolezza dell’importanza delle tematiche ambientali, paesaggistiche e salutistiche alle stesse connesse.
In effetti il sottotitolo della mostra recita appunto «Quando l’estetica diventa etica», a sottolineare la connotazione non solo «meramente decorativa» dei lavori proposti, ma anche la loro funzione di denuncia sociale. E infatti nelle sale al primo piano del mirabile Castello Dentice, contenitore culturale di proprietà della Provincia di Brindisi in uso al Comune di Carovigno, si alternano lavori come l’oca tassidermizzata di Dario Agrimi, ai Mosaici del mare di Miki Carone, realizzati con materiali naturali, così come il Nido di Michele Giangrande, o l’installazione sulla luce di Giulio De Mitri, che richiama il mar Mediterraneo. A Torre Guaceto invece i lavori diventano più provocatori e decisamente più site specific, a partire dal Limbo di Agrimi, raffigurante il calco di un volto umano emergente da una vasca piena di petrolio, passando per Inglobe di Guillermina De Gennaro, i cui lavori vengono invasi dagli elementi organici naturali. Compaiono elementi di richiamo, come i neon di Daniela Corbascio con la scritta Sud, posta a baluardo sia all’ingresso del Castello, sia tra le rocce e i resti archeologici della riserva marina; o come l’Assedio di Michele Giangrande, una bandiera dei pirati sulla torre saracena, a memoria delle scorribande turche e come monito a difendere la riserva dai moderni barbari. Per passare poi all’impiego di materiali naturali o figure dalle forme naturalistiche, come i Fiori del mare di Iginio Iurilli, sculture in terracotta su letto di sabbia, alghe e terra, o l’installazione Tepee di Miki Carone, realizzata con i remi delle barche dei pescatori; o ancora gli uccellini di terracotta di Pierpaolo Miccolis.
A fare da collante su tutto il progetto c’è La Via della Natura, ideato dall’architetto Ilaria Pecoraro: un percorso naturalistico pedonale, ciclabile e carrabile a mobilità lenta, che collega la zona degli ulivi millenari di Serranova fino alla Torre, punteggiato da sedute in pietra calcarenitica locale, sulle quali sono scolpite frasi di artisti e scienziati di ogni epoca, ispirate ai principi della conservazione delle bellezze naturali.
La conferenza stampa e l’inaugurazione dello scorso sabato hanno visto la presenza di un pubblico interessato e la sinergia tra gli operatori locali, che hanno contribuito alla realizzazione dei momenti di convivialità per giornalisti ed ospiti, promuovendo il territorio anche attraverso le sue peculiarità enogastronomiche. Un buon lavoro di squadra che si spera sia l’inizio di una lunga serie di attività.
Fino al 7 settembre Torre Guaceto vi aspetta con l’Arte per la Natura!

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