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Quando l’Opera è Viva, l’Arte fa Luce

  • Pubblicato il: 23/12/2015 - 15:02
Autore/i: 
Rubrica: 
LA PAROLA AGLI ARTISTI
Articolo a cura di: 
Catterina Seia

Da qualche mese apriamo ogni numero con la «carta bianca» agli artisti, nella certezza che il sistema culturale senza di loro sarebbe asfittico e che abbiamo necessità di rinnovare lo sguardo, anche sul patrimonio creativo delle generazioni che ci hanno preceduti. Gli Artisti spesso dialogano con il mondo, anzi costruiscono nuovi mondi, ognuno con il proprio linguaggio. Per l’augurio per un nuovo anno di luce a tutti Voi, abbiamo scelto uno scatto

 

«Se le Persone e l’Arte sono al Centro,
il Centro è dappertutto»
S. Crobe

 

In cima ad una scala. Con due lampadine portatili. Nelle periferie della città, nelle periferie esistenziali. Da Torino a Livorno. A Taranto. Su un balcone dell’ospedale S. Anna di Torino, il più grande per l’ostetricia in Europa, oggi fortemente multietnico. Dà il benvenuto nell’ingresso, sale nei reparti, dal Day Surgery alla Maternità.
E’ Alessandro Bulgini. Classe 1962, volto da ragazzo. Laureato in scenografia all’Accademia di Carrara, un talento nel segno, nel gesto pittorico, da qualche anno ha abbandonato la rappresentazione figurativa per «performare» nelle comunità. Ha scelto Torino come città d’elezione. Anzi Barriera di Milano, un tempo quartiere operaio e oggi area delle differenze. Scende per le strade, con i più diversi dispositivi per portare le idee e i linguaggi delle Arti, nella vita della gente.
Ai loro piedi. Decorando i marciapiedi del suo quartiere con merletti delicati che vanno incontro alla popolazione.
Oggi, l’Artista come «Opera Viva» accende la luce nei coni d’ombra delle agende politiche, in luoghi lontani dalle luminarie del centro, lontani dal Natale, dall’aria di festa. Che potrebbero essere bellissimi se non fossero dimenticati.
Il 21 dicembre, giornata mondiale della rinascita indetta da un altro grande Artista, Michelangelo Pistoletto, Bulgini entra per la prima volta nella sua vita in un reparto di neonatologia, portando simbolicamente la luce dove si dà la luce.
In un mondo in cui si è persa la delicatezza, l’Artista mette in gioco le sue fragilità, si meraviglia di fronte al più grande atto di co-creazione, di fronte alla nuova vita e rinnova con grande garbo, come direbbe papa Francesco, «lo stupore dell’incontro con l’altro», accende l’immaginazione generativa. Risveglia coscienze anestetizzate. Domande, o semplicemente gesti di gentilezza e sorrisi.
In un mondo di arte muscolare che segna record milionari alle aste, un artista che era gradito al mercato sceglie una strada complessa, come complessi sono i nostri tempi ibridi. Una risposta artistica che è azione politica per attivare energie collettive. Provocazioni per favorire rivoluzioni culturali. Con bellezza pura. Sculture sociali.


 
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La rubrica 'La parola agli artisti' nasce in collaborazione con ArtVerona