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Prove tecniche di dialogo

  • Pubblicato il: 11/05/2013 - 18:45
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Articolo a cura di: 
Ilaria Oliva
Emilio Vedova

Venezia. Volendo adeguarci ai claims giornalistici dei giorni nostri, potremmo definirla la storia di una passione a distanza che diventa ossessione: in questo caso, però, la passione è puramente artistica, la distanza è spazio-temporale di «soli» quattro secoli, l’ossessione è quella che ha condotto un grande del Novecento, Emilio Vedova (Venezia, 9 agosto 1919 – Venezia, 25 ottobre 2006), ad indagare nella medesima direzione, a partire da un originario punto di partenza, per quasi tutta la sua produzione artistica.
L’«oggetto del desiderio» è il manierista Jacopo Robusti, meglio noto come Tintoretto (Venezia, 29 aprile 1519 – Venezia, 31 maggio 1594), i cui capolavori svettano nelle sale della Scuola Grande di San Rocco Scuola Grande di San Rocco: questa prestigiosa sede, che ospita il grandioso ciclo dei Teleri, per la prima volta aprirà le porte all’arte moderna e contemporanea, grazie al progetto «San Rocco Contemporaneo: in dialogo con Tintoretto», a cura di Stefano Cecchetto e Giorgio Baldo.
Dal prossimo 23 maggio, infatti, sarà possibile ammirare gli studi realizzati da Emilio Vedova in epoche diverse fin dal 1936 sui lavori del Tintoretto, due sculture e una grande tela degli anni Sessanta fino al ciclo degli «Oltre» che l’artista realizzò nel 1985, in un ideale percorso che riconduce Vedova nei luoghi di Tintoretto.
Il sapiente gioco dei rimandi, curato da Germano Celant, Fabrizio Gazzarri e Stefano Cecchetto, sarà come un ideale «ritorno al futuro», quasi a riproporre allo spettatore lo straniamento e la fascinazione che i lavori del grande maestro del passato ebbero a suo tempo su Vedova, mentre il ciclo degli «Oltre» verrà installato nella Sala Terrena tra le colonne della navata centrale.
Già fin dai primi studi, ancora figurativi, l’ammirazione di Vedova diveniva personalissima reinterpretazione di temi e modalità espressive: nel momento in cui la figurazione viene meno, rimane la forza espressionista con cui il nostro reinterpreta il dramma.
Questo confronto-dialogo con i lavori di Vedova è il primo appuntamento di un ciclo che proseguirà con altri artisti, ed è reso possibile grazie alla collaborazione tra l’Arciconfraternita Scuola Grande di San Rocco e Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, con la partecipazione di Civita Tre Venezie, della Regione Veneto e il patrocinio della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Veneziano, della Provincia, del Comune di Venezia e della Fondazione di Venezia .
Ma non finisce qui: oltre che alla Scuola Grande, la presenza di Vedova aleggerà su tutta la città di Venezia, in gran fermento per la 55° edizione della Biennale.
Infatti il Museo Correr, Ca’ Rezzonico e Ca’ Pesaro ospiteranno la mostra «Vedova Plurimo», in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia; lo Spazio Vedova alle Zattere, suo antico atelier, esporrà i suoi «…Cosiddetti Carnevali…» e, ai Magazzini del Sale, sempre negli spazi della Fondazione, i suoi lavori dialogheranno in un parallelo gioco intellettuale con le sculture di Roy Lichtenstein.
La mostra VEDOVA TINTORETTO alla Scuola Grande rimarrà aperta fino al 3 novembre: buon viaggio nel tempo!

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