Piacentino, immobile velocità
Roma. Due mostre in contemporanea di Gianni Piacentino dimostrano, una volta ancora di più, che è possibile sposare forma assoluta e illusione di velocità. Ventuno sono i lavori, realizzati dal ’65 al 2000, esposti alla Fondazione Giuliani, e una decina, dagli anni ’90 ad oggi, quelli presentati da Giacomo Guidi.
Le opere da Giuliani sono una selezione di quelle presentate nell’estate 2012 alla grande retrospettiva al Centre d’Art Contemporain di Ginevra, curata, come questa mostra, dal direttore Andrea Bellini. Dalle tele monocrome della metà degli anni ’60 ai veicoli a due o tre ruote dei primi ’70, alle cornici vuote, i tavoli e le colonne degli anni ’80 e ’90, a dispiegarsi è, per tappe esemplari, l’intero «viaggio da fermo» di Piacentino nell’elementarità formale di sculture che rimandano a un altrove metafisico, eppur splendente di vernice metallizzata.
La passione per le motociclette e per la velocità è, nei lavori di entrambe le mostre romane, sublimata in una condizione di immobilità suprema, che fa volare la mente. Design scintillante e perfezione formale conferiscono infatti a questi oggetti (tutti rigorosamente realizzati a mano) un aspetto da feticcio fuori dal tempo, proteso a riscattare la velocità dei nostri tempi in possibilità di bellezza.
Piacentino 1965 – 2000, fino al 5 aprile,
Fondazione Giuliani, via Gustavo Bianchi 1, orario: ma-sa 17-20, tel. 06 80690399, www.fondazionegiuliani.org
Giani Piacentino, dal 7 marzo al 18 maggio,
Giacomo Guidi Arte Contemporanea, corso Vittorio Emanuele II 282/284, tel. 06 68801038, www.giacomoguidi.it, orario: ma-sa 16-20
da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 11 marzo 2014