Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

PERMISSION TO STARE. ARTS AND DISABILITY

  • Pubblicato il: 15/12/2017 - 00:01
Autore/i: 
Rubrica: 
CULTURA E WELFARE
Articolo a cura di: 
Sendy Ghirardi

IETM, International Network for Contemporary Performing Arts, lancia il 7 ° numero della sua serie di pubblicazioni Fresh Perspectives 'Permission to Stare. Arts and Disability', che esplora la complessità della disabilità nella danza contemporanea, curata da Kate Marsh e Jonathan Burrows e pubblicata in collaborazione con il British Council. In che direzione sta andando l’Europa?
Rubrica di ricerca in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
 
 

«Qualcosa di notevole sta succedendo in Europa: un numero crescente di organizzazioni artistiche leader ospita e supporta il lavoro degli artisti disabili: non lo fanno per motivi morali o obblighi giuridici, ma perché si rendono conto che l'attuale generazione di artisti disabili sta proponendo alcuni dei lavori più provocatori e boundary-breaking del panorama Europeo».
 
Così si legge nella prefazione di 'Permission to Stare. Arts and Disability' , il settimo numero della serie di pubblicazioni Fresh Perspectives promosse da IETM, International Network for Contemporary Performing Arts, in collaborazione con il British Council.
 
Fresh Perspectives è una serie di pubblicazioni che esplora il valore delle arti contemporanee e delle pratiche culturali impegnate nelle questioni cruciali della società odierna: politica, economia, genere, ambiente e globalizzazione.
 
Il nuovo numero è stato dedicato alla disabilità nelle arti dello spettacolo, con particolare attenzione alla danza contemporanea.  IETM è una rete di oltre 500 organizzazioni di performing arts e di singoli membri che lavorano nelle arti dello spettacolo contemporaneo: teatro, danza, circo, forme d'arte live interdisciplinari e nuovi media.
 
Nasce con l’obiettivo di promuovere il valore delle arti e della cultura in un mondo in continua evoluzione, sostenendo i professionisti delle performing arts attraverso l'accesso a connessioni internazionali, conoscenze e un forum dinamico per lo scambio.
 
Disabilità è un termine complesso, che viene utilizzato in modi differenti in contesti diversi. Può essere impiegato per indicare menomazioni fisiche o mentali; fare riferimento ai limiti che un ambiente o una società impongono a persone con handicap; o per identificare le persone.
 
La pubblicazione, curata da Kate Marsh e Jonathan Burrows, offre un esame teorico che indaga il fenomeno complesso della disabilità nelle arti attraverso una raccolta di lettere personali scritte dagli artisti.
 
Gli autori, due ballerini-ricercatori inglesi, hanno scelto di limitare il loro lavoro curatoriale per lasciare il più spazio possibile alla voce degli artisti stessi, che hanno condiviso le proprie opinioni e esperienze, attraverso lettere aperte e contributi raccolti online. Queste conversazioni, idee e pensieri danno una nuova e inestimabile prospettiva sul tema del corpo, delle differenze e delle nozioni di "alterità" nelle arti. Marsh e Burrows mirano ad avviare un dibattito autentico che si basa sulle esperienze reali degli individui e della loro pratica.
 
La pubblicazione offre un’ampia varietà di visioni, rispecchiando la natura organica della conversazione sulla disabilità e le arti.
 
Emergono tematiche complesse come per esempio i benefici e i problemi dell’esistenza di un settore artistico a sé stante per danza e disabilità, che da un lato dà la possibilità a queste persone di esprimere la loro arte, ma dall’altra può risultare ghettizzante e chiuso.
 
Definire le persone attraverso qualsiasi tipo di dicotomia è problematico, ma nel mondo della danza non tutte le compagnie sono pronte a lavorare con ogni tipologia di ballerini, basandosi solo sulle loro competenze.
 
Dalle lettere emerge anche come spesso il lavoro svolto dagli artisti disabili venga visto attraverso un obiettivo politicizzato dell’essere diversi, anche senza averne l’intenzione.
 
Gli artisti intervistati sollevano la questione della funzione esercitata dai gatekeepers (finanziatori, committenti, responsabili politici, direttori artistici, ...) nel posizionamento e nella progressione dell’arte.
 
«Nel mondo della danza mainstream, dove sono tutte le persone disabili? Sono nelle maggiori compagnie di danza contemporanea? Sono nel West End? è stata data loro l’opportunità di studiare se lo desiderano?» si chiede la ballerina Annie Hanauer nella sua lettera.
Parte del lavoro del curatore, produttore o programmatore è proprio quello di educare il grande pubblico, incoraggiarlo a mantenere una mente aperta e godersi l’arte senza alcun pregiudizio.
 
Permission to stare è un unico racconto sensibile che, attraverso le storie degli artisti, evidenzia le tante sfaccettature della disabilità nelle arti e fa emergere quesiti sociali e culturali che restano aperti a una riflessione profonda del lettore.
 
Nonostante è manifesto che ci sia bisogno di un ulteriore passo da parte della società nella direzione della disabilità, questa pubblicazione testimonia come, nell’ultimo periodo, il discorso si sia sviluppato nel Regno Unito. Qui è un tema presente in vari contesti, da quello professionale al mondo accademico. Ciò è dovuto in gran parte alle politiche culturali specifiche degli Arts Council e delle istituzioni nazionali, che hanno aperto la strada a dibattiti e pratiche assenti nella maggior parte dei paesi non anglosassoni.
 
Il British Council offre una piattaforma di scambio internazionale, la Disability Arts International, che promuove il lavoro di artisti disabili, compagnie guidate da disabili e organizzazioni artistiche inclusive. Vuole condividere i modi in cui le istituzioni stanno facilitando l'accesso all’arte per le persone disabili come pubblico.
 
All’interno del sito web si possono trovare studi analitici, testimonianze personali e opinioni che qualificano la Gran Bretagna come un leader mondiale in questo settore.
Disability Arts International è stata creata nel 2013 nell'ambito di un progetto supportato dal programma dell'Unione Europea, Unlimited Access, ideato dal British Council in collaborazione con VoÁrte (Portogallo), Onassis Cultural Centre (Grecia) and the Croatian Institute for Movement and Dance (Croazia).
 
Il programma vuole connettere le organizzazioni che valorizzano il lavoro degli artisti disabili con le istituzioni mainstream di tutta Europa. «Stiamo cercando di costruire progetti europei più ampi e "coalizioni di volontà" di grandi organizzazioni artistiche che vogliono cambiare» spiega Ben Evans, project manager di Unlimited Access.
 
In Italia, proprio in questi giorni, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, si terrà a Torino il convegno La Cultura per Tutti, organizzata dalla Consulta per le Persone in Difficoltà Onlus.
 
Anche nel nostro Paese esistono importanti realtà, nate dal basso, che si mobilitano per la promozione del lavoro artistico dei disabili e soprattutto per eliminare le barriere di accesso alla cultura, quello che sembra mancare è una visione più sistematica che si ponga come regia per farle emergere.
 
La direzione in cui l’Europa si sta muovendo permette di sviluppare una vera e propria rete, sia nazionale che internazionale, che consente a ogni singolo Paese di ampliare e strutturare il proprio progetto sul tema della disabilità nelle arti.
 
© Riproduzione riservata
 
 
PUBBLICAZIONI IETM