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Nuove regole per gli sponsor dopo i ritardi per il Colosseo

  • Pubblicato il: 02/01/2013 - 14:23
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Tina Lepri
Megacartelloni pubblicitari coprono il restauro di un palazzo a Venezia: le linee guida firmate da Ornaghi non fissano misure precise; dicono tuttavia che le affissioni non devono offuscare la dignità del bene culturale

Roma. Il ministro Lorenzo Ornaghi ha finalmente firmato lelinee guida (attese dalla scorsa primavera, essendo previste dal decreto legge 5/2012, detto «Semplifica Italia») che dovranno essere seguite dalle soprintendenze e dalleamministrazioni pubbliche per accettare una sponsorizzazione. Manca ancora il via della Corte dei Conti, ma non dovrebbero esserci ostacoli.
Questi i punti fermi delle nuove procedure, contenute in un voluminoso fascicolo diviso in 6 capitoli: chiunque intenda diventare «sponsor», cioè finanziare un intervento, o anche contribuire con servizi e altro a restaurare o valorizzare un bene culturale (un palazzo, un’opera d’arte, un monumento) e in cambio voglia ricavare vantaggi in termini pubblicitari, promuovere il suo marchio, installare cartelloni sull’edificio o sul monumento ecc., dovrà partecipare a una pubblica gara. Le linee guida non sono ancora i «modelli di bando» che le soprintendenze dovranno mettere in atto: saranno Mibac, Ministero delle Infrastrutture e  Authority per i contratti pubblici a metterli a punto. Per ora si afferma che saranno le soprintendenze a dover redigere piani triennali, via via aggiornati, con l’elenco dei beni per i quali si chiede l’intervento dei privati e sempre le soprintendenze dovrebbero cercare lo sponsor, anche rivolgendosi ad agenzie specializzate (per esempio agenzie di pubblicità). La gara pubblica sarà necessaria per ogni sponsorizzazione superiore a 40mila euro. Non servirà invece se il privato finanzierà soltanto «servizi e forniture» non legate a lavori, restauri, interventi sui beni. Il valore economico del vantaggio che ne trarrà il privato non sarà più calcolato in base alla spesa necessaria al restauro o alla valorizzazione del singolo bene, ma verrà valutato anche in base all’importanza e alla fama del bene sul quale si interviene. Per ledimensioni dei cartelloni pubblicitari che spesso deturpano palazzi e monumenti in restauro, non vengono stabilite misure precise; si dice però che non devono offuscare la dignità del bene culturale. Le linee guida prevedono tre possibilità per lo sponsor: finanziare semplicemente l’intervento, farsi carico anche del progetto e dei lavori, adottare una formula mista. Queste nuove regole si sono rese necessarie dopo la megasponsorizzazione da25 milioni di euro della Tod’s di Diego della Valle per il restauro del Colosseo che, in mancanza di norme chiare, ha provocato aspre polemiche, ricorsi al Tar, interventi dell’Antitrust a causa dei quali i lavori sul monumento non sono ancora iniziati, a due anni dalla firma del contratto.
da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 1 gennaio 2013