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Novità di vetro

  • Pubblicato il: 16/02/2015 - 09:23
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Articolo a cura di: 
Simona Politini

Il Museo del Vetro di Murano apre nuovamente le sue porte al pubblico presentando importanti novità: spazi espositivi quasi raddoppiati, un progetto museografico totalmente rinnovato, allestimenti e percorsi ridisegnati.
Nasce nel 1861 per volontà di Antonio Colleoni, allora sindaco di Murano e dell’abate Vincenzo Zanetti, cultore di arte vetraria, con l’idea di istituire un archivio di testimonianze sulla storia e la vita dell’isola. Questo primo nucleo dell’archivio, dal quale poi si genererà l’intero museo, trova immediata collocazione all’interno del seicentesco palazzo Giustinian. Nel 1923 il Comune di Venezia annette Murano acquisendo così anche il palazzo e il museo. Oggi ospita una delle più complete collezioni sulla storia del vetro a partire da vetri romani databili tra il I e il III secolo d.C. sino ai giorni nostri.
Il Museo fa parte delle undici realtà del sistema della Fondazione Musei Civici di Venezia, unica fondazione italiana a sostenersi totalmente autonomamente dalla sue costituzione, non ricevendo alcun finanziamento dagli enti pubblici.
Anche il Museo del Vetro di Murano, che con i suoi 150.000 visitatori annui è il terzo museo per numero di presenze all’interno della fondazione dopo Palazzo Ducale e dopo Correr, ha raggiunto il pareggio grazie all’attività di bigliettazione oltre che ad importanti donazioni ed alla partecipazione a progetti europei (oggi è parte del progetto comunitario EGE – European Glass Experience che ha l’obiettivo di valorizzare l’arte del vetro a livello europeo).
L’operazione di rinnovamento, realizzata sul progetto museografico del direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, Gabriella Belli, è stata incentrata sull’ampliamento degli spazi espositivi nonché su interventi strutturali, nuovi servizi per il pubblico, l’abbattimento delle barriere architettoniche, la messa in opera di due ascensori e un restyling in termini di percorso e allestimento.
L’obiettivo più ampio identificato dalla direzione Belli nel quale rientra questa ristrutturazione è quello di invertire la tendenza che nel nostro paese ha da sempre relegato i musei dedicati alle arti applicate a musei di secondo ordine, dando al Museo del Vetro la possibilità, attraverso l’attività di ricerca, la didattica, la biblioteca e lo scambio di opere, di dialogare con grandi musei europei dedicati all’arte del vetro. Il ritorno d’immagine non solo contribuirà alla diffusione della storia della tradizione vetraria muranese, ma fungerà da volano per la commercializzazione dell’attuale produzione locale anche fuori dai confini nazionali.
I lavori sono stati resi possibili grazie al cofinanziamento del Fondo di Sviluppo Regionale dell’Unione europea assegnato dalla Regione Veneto (nell’ambito del POR CRO FESR Veneto 2007-2013) pari a un milione duecentomila euro e all’intervento del Comune di Venezia, che ha contribuito con 600mila euro e le competenze del responsabile del progetto Roberto Benvenuti nella prima fase del cantiere in collaborazione con l’Ufficio Tecnico della Fondazione, diretto da Daniela Andreozzi. Anche la Fondazione la Musei Civici di Venezia ha fatto la sua parte attraverso il proprio bilancio coprendo le spese relative a tutto l'allestimento museografico. 
È dunque attraverso il recupero di una parte del bene di archeologia industriale, le Conterie, ex fabbrica di perle di vetro adiacente il giardino del Museo attiva tra il 1898 ed il 1993, che è stato possibile raddoppiare quasi le superfici preesistenti. Questi grandi spazi, sebbene completamente svuotati, riconducono al grande passato industriale attraverso la purezza originaria della struttura composta di archi e trabeazioni.
Lo spazio museale nelle ex Conterie è diviso in due aree: la prima, denominata “La linea del tempo”, attraverso la selezione di circa 50 opere dall’età romana al Novecento ed all’ausilio di totem informativi e contenuti video, introduce nel mondo del vetro; la seconda, più ampia, denominata «Spazio Conterie», è adibita all’allestimento di esposizioni temporanee. Dal 9 febbraio infatti, in occasione della riapertura del Museo, sino al 30 maggio 2015, è possibile visitare la mostra «Luciano Vistosi scultore», personale del designer e scultore di fama internazionale (Murano 1931– 2010) che ha fatto del vetro la sua forma di espressione.
All’interno di questo grande progetto di rinnovamento, le storiche sale di Palazzo Giustinian, nelle quali è esposta l’eccezionale collezione, sono state oggetto di un’azione di riallestimento attraverso l’organizzazione in aree tematico-cronologiche nonché un nuovo progetto illuminotecnico.
Il percorso espositivo ha inizio dal grande salone centrale, con l’affresco allegorico del soffitto, realizzato da Francesco Zugno restaurato per l’occasione. All’interno della stanza, intitolata agli antichi Maestri muranesi spesso anonimi, il visitatore può ammirare l’espressione della produzione vetraria dal Trecento a tutto il Seicento: la golden age del vetro di Murano. Furono quelli gli anni in cui l’abilità delle fornaci veneziane raggiunse fama in tutta Europa grazie alle innovazioni tecnologiche e di lavorazione. Tantissime sono le opere eccezionali qui esposte, tra le quali la celebre Coppa Barovier, databile tra il 1470 e il 1480, uno dei vetri più antichi al mondo tra quelli decorati a smalti policromi fusibili.
La sala «Le origini» permette un balzo all’indietro nel tempo: all’interno di nicchie illuminate dall’interno trovano la propria collocazione gli antichi vetri rinvenuti negli scavi e nelle necropoli di Enona, Asseria e Zara, mentre lungo le pareti sono allineate antichissime olle funerarie.
 
Riprendendo il viaggio lungo la storia del vetro, seguono: la sala che ospita le mode e la creatività del Settecento; la sala dedicata al “Gusto della mimesi” tra Sette e Ottocento con i soffiati in calcedonio; il soppalco, affacciato sulle Conterie grazie a una grande vetrata, con un focus sulle perle veneziane e le murrine; la sala che ospita il periodo buio del vetro a Murano agli inizi dell’Ottocento; per poi vedere il rifiorire della produzione nelle due sale successive che arrivano a toccare il 1970 con le geniali creazioni di design di Vittorio Zecchin, Archimede Seguso, Alfredo Barbini, Carlo Scarpa, Napoleone Martinuzzi.
Infine, tornando al piano terra, il visitatore raggiunge la sala intitolata a Marie Angliviel de la Beaumelle, poi Brandolini, conosciuta anche come “la regina dei goti” – bicchieri in vetro di murano dai mille colori, recentemente scomparsa, alla quale la Fondazione Musei Civici di Venezia ha voluto dedicare uno spazio per aver contribuito a internazionalizzazione del vetro di Murano scegliendolo quale mezzo espressivo. All’interno di questa sala, grazie ad un allestimento modulabile, sarà possibile ospitare per esempio opere del Museo attualmente in deposito, piuttosto che esibire lavori di giovani artisti o esempi della produzione attuale di Murano.
Rinnovato nell’aspetto e nel contenuto, la Fondazione Musei Civici di Venezia, restituisce alla comunità uno dei gioielli tra i musei dedicati al lavoro e sicuramente l’unico museo dedicato al vetro artistico collocato in un’area ancora produttivamente attiva.
 
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