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Notizie in breve dal mondo delle fondazioni

  • Pubblicato il: 20/03/2015 - 07:38
Autore/i: 
Rubrica: 
POST-IT
Articolo a cura di: 
Francesca Sereno

Fondazione Sicilia presenta il Rapporto sulla valorizzazione dell'area di Piazza Armerina-Morgantina
 
Presentato a Palermo, venerdì 13 marzo alle 11,30, presso Palazzo Branciforte, il Rapporto sulla valorizzazione dell'area di Piazza Armerina e Morgantina «Cuore antico della Sicilia», redatto da Francesco Rutelli. Lo studio è stato promosso dalla Fondazione Sicilia con lo scopo di delineare delle azioni per lo lo sviluppo turistico del territorio di Enna, ricco di importanti testimonianze storico-culturali.
Il presidente Giovanni Puglisi, che ha curato la prefazione del Rapporto, evidenzia che «la Fondazione Sicilia ritiene che la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico della Sicilia rientrino nelle sue finalità istituzionali, pur nel rispetto dei ruoli e delle leggi che, a livello nazionale e regionale, ne regolano funzioni e competenze. Non a caso il settore dei beni culturali è stato da sempre uno dei suoi cinque settori prioritari di intervento. Fin qui l'impegno e la responsabilità morale della Fondazione: il resto a quanti, dalla Regione Siciliana alla Università Kore di Enna, dalle amministrazioni comunali alle associazioni territoriali, anche private, per cogliere la palla al balzo e avviare quella politica di tutela e valorizzazione che possa restituire al luogo e ai suoi beni il ruolo e il prestigio che meritano».
In quest'ottica, con la delibera del 25 luglio 2014, la Fondazione affida a Francesco Rutelli l’incarico di studiare e individuare proposte di intervento sulle criticità del territorio, da presentare ai responsabili delle aree dei siti interessati. La scelta di commissionare lo studio all'ex Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, deriva dal suo impegno per la restituzione all'Italia  della scultura della Dea di Morgantina dal Getty Museum di Malibu (Los Angeles), affinchè diventasse fattore di sviluppo culturale, turistico ed economico nella sua terra di provenienza.
Il Rapporto è pertanto finalizzato ad individuare le potenzialità del turismo culturale nel territorio ennese e la sua capacità di trasformare una visita «mordi e fuggi» in pernottamenti, valorizzazione delle capacità di accoglienza, promozione di nuovi servizi locali, della gastronomia, del commercio e, dunque, in un importante aspetto di crescita economica e culturale del territorio.
Dall'analisi emergono cinque proposte relative a:
1‐ Un unico soggetto condiviso - in cui convergono i Comuni di Piazza Armerina, Aidone, Enna, gli altri soggetti locali coinvolti e  Regione Sicilia - responsabile del marchio e del coordinamento del programma di attuazione delle iniziative necessarie stabilite. Questo soggetto dovrebbe avere alla guida un manager di statura internazionale, individuato in base a un concorso pubblico.
2‐ Un primo quadro essenziale di interventi riguarda: riorganizzazione del complesso del Museo di Aidone e miglioramento della fruibilità del Parco Archeologico di Morgantina; potenziamento di accesso e permanenza nel centro storico di Piazza Armerina; creazione del primo Museo di Archeologia Virtuale della Sicilia, ispirato all'esperienza del MAV di Ercolano.
3‐ I lavori essenziali per accessibilità e mobilità, con l’ammodernamento della viabilità di accesso alle zone interessate ‐ soprattutto Aidone ‐ e la creazione di parcheggi correttamente programmati e dedicati.
4‐ Una conferenza scientifica internazionale su Morgantina e la sua Dea, con il coinvolgimento dell’Università Kore di Enna e della migliore cultura scientifica nazionale ed internazionale.
5‐ Un’ipotesi di accoglienza turistica innovativa con visite notturne e il potenziamento degli accordi Tour operator, che colga l'opportunità dei flussi di passeggeri  dell’Aereoporto di Catania e, in prospettiva, delle navi da crociera nel Porto di Catania.
Infine si ritiene opportuno migliorare il calendario degli Eventi promozionali, delle feste e tradizioni, delle manifestazioni culturali collaterali, e promuovere in modo sistematico le qualità gastronomiche e dei prodotti tipici locali.
 
 
Viggiano, città modello in Basilicata
Con una cerimonia avvenuta a Sendai (Giappone) nel corso della Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulla Riduzione del Rischio (WCDRR), ed alla presenza di Margareta Wahlström, rappresentante Speciale del Segretario Generale dell’ONU per la Riduzione del Rischio da Disastri, il 13 Marzo 2015, la Città di Viggiano ha ricevuto il titolo di «Città Modello» (Role model City) all’interno della campagna mondiale sulle «Città resilienti».
Viggiano diventa la quarantaseiesima città al mondo ad ottenere il prestigioso riconoscimento, affiancandosi a Venezia, Barcellona, Manchester, Nizza e Bonn, le altre 4 città europee.
Alla cerimonia erano presenti, oltre al sindaco Amedeo Cicala, il Presidente del Comitato Promotore della Fondazione di Comunità Lucana Robert Mallet, Giuseppe Guarino, il Presidente del Gruppo Lucano di Protezione Civile, Giuseppe Priore e un rappresentante del Centro di Geodesia Spaziale (ASI) di Matera, Luciano Garramone.
L' UNISDR (l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di Riduzione dei Rischi da Disastri) ha riconosciuto a Viggiano il merito di aver favorito la nascita di una forte componente di cittadinanza attiva nei settori della protezione civile, attraverso l'associazionismo del Gruppo Lucano, radicato con i suoi 5.000 volontari in oltre100 comuni lucani. Coinvolgendo tutti gli stakeholder del territorio, sono state realizzate strutture di previsione, prevenzione ed intervento emergenziale di grande respiro e ad alto contenuto tecnologico.
In particolare l’UNISDR ha riconosciuto come azione di grande valore innovativo nel panorama internazionale delle politiche di resilienza la creazione di una Fondazione di Comunità per sostenere lo sviluppo umano sostenibile e la resilienza.
Il commento di Giuseppe Guarino, presidente del comitato promotore Fondazione di Comunità Lucana: «L’importante riconoscimento alla città di Viggiano a livello mondiale corona un lungo percorso di lavoro sulla resilienza. Particolarmente importante la motivazione del riconoscimento che sottolinea il primato, a livello mondiale, di aver sviluppato il modello bottom-up di resilienza, cioè dal basso verso l’alto, unendo in rete i diversi artefici: istituzioni locali, volontariato di Protezione Civile, terzo settore e cittadini».
 
Fonte: www.fondazionerobertmallet.it

 
Friends of Florence, la Fondazione investe sull’Ultima Cena nella Badia di San Michele a Passignano
«Questo restauro è per noi molto importante perché rappresenta il primo intervento al di fuori della città di Firenze. Esso ci consente di dare piena realizzazione alla missione della nostra Fondazione, che non è soltanto impegnata nella salvaguardia dei tanti tesori fiorentini, ma anche nella tutela e valorizzazione delle bellezze storico-artistiche che ci sono sul territorio toscano. … Potremo in questo modo consegnare al pubblico l’intera sala così bella e affascinante da non poter restare ancora a lungo un cantiere, un luogo chiuso a visitatori, studiosi e appassionati di storia. Insieme agli amici di sempre, i Marchesi Antinori, che sentono molto vicino il luogo non soltanto perché circondato dai loro rigogliosi vigneti, ma anche perché ospita al suo interno alcune delle loro cantine, abbiamo deciso di sostenere questo progetto affinché la sala possa essere aperta al più presto». A pronunciare queste parole, Simonetta Brandolini d’Adda, Presidente di Friends of Florence, la Fondazione no profit americana che ha deciso di investire su uno degli spazi nei quali architettura ed arte si fondono in maniera mirabile. Il Refettorio monastico all’interno della Badia di San Michele, a Passignano, nel comune di Tavernelle Val di Pesa, in provincia di Firenze. Un intervento che interesserà l’affresco di Domenico Ghirlandaio raffigurante L’Ultima cena, oltre alle pitture di Bernardo Rosselli sovrastanti e le decorazioni delle pareti laterali. Completando i restauri iniziati più di 10 anni fa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici di Firenze. I 200.000 euro, che includono anche un contributo dei Marchesi Antinori, messi a disposizione dalla Fondazione americana, permetteranno di riaprire al pubblico il Refettorio monastico, dopo una chiusura prolungata. Per il refettorio quattrocentesco si preannuncia, a breve, una stagione felice. Finalmente!