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NOTIZIE IN BREVE DAL MONDO DELLE FONDAZIONI

  • Pubblicato il: 05/01/2018 - 10:46
Autore/i: 
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Francesca Sereno

>>> Tricolore per Fondazione Sicilia nell’anno di Palermo capitale della Cultura >>> Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze rilancia l’Opificio >>> Partono i lavori di restauro e ristrutturazione del Teatro Donizetti di Bergamo >>> Una scuola nel 2018 per l’Istituto del Dramma popolare >>> Prosegue l’attività di formazione per orafi disabili della Fondazione Boccadamo >>> Gianfranco Ferré. Sotto un’altra luce: Gioielli e Ornamenti in scena a Palazzo Madama

Tricolore per Fondazione Sicilia nell’anno di Palermo capitale della Cultura
Per salutare il 2018, anno che vede Palermo Capitale della Cultura, Palazzo Branciforte e Villa Zito sono illuminati col tricolore, un tema che viene ripreso anche nel nuovo logo della Fondazione Sicilia, pensato appositamente per questo nuovo anno pieno di iniziative. Fino al 6 gennaio sarà possibile visitare gratuitamente Palazzo Branciforte, con le collezioni permanenti e le due mostre temporanee allestite al suo interno, e Villa Zito.
Le mostre temporanee incluse nella visita gratuita di Palazzo Branciforte (e aperte al pubblico fino al prossimo 18 febbraio) sono «Maiolica. I corredi dello speziale XVII-XVIII secolo» e «Sua altezza Palermo. Un racconto per immagini di Pucci Scafidi».
Tra le altre iniziative per celebrare il prestigioso titolo di capitale della cultura, la mostra «21 Artisti raccontano Palermo», in cui i protagonisti della collettiva organizzata da Maurizio “Mauri” Lucchese insieme a Valentina Gueci, critico e storico dell’arte, narrano la storia, la cultura e il folklore del capoluogo siciliano. La mostra, localizzata al Gran Cafè San Domenico, polo culturale al civico 9 dell’omonima piazza, nel cuore del centro storico cittadino, rimarrà visitabile fino al 23 gennaio prossimo.
Pietro Mistretta, poeta e pittore interverrà durante la kermesse e racconterà la sicilianità con i suoi versi in dialetto.
 
Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze rilancia l’Opificio
Nato nel 1975 dalla fusione dell’omonimo istituto fondato dai Medici nel 1588 con il Laboratorio di restauro della Soprintendenza delle belle arti istituita nel 1932 – l’Opificio delle Pietre Dure è un punto di riferimento mondiale per il restauro, la ricerca e la formazione.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze non poteva quindi restare indifferente al grido di allarme lanciato quasi tre anni che riguardava non tanto la riduzione delle risorse economiche messe a bilancio, quanto la progressiva riduzione del personale, dovuta soprattutto agli effetti delle nuove norme sul pubblico impiego (l’Opificio fa capo al Ministero dei Beni artistici e culturali), che ne hanno bloccato il ricambio generazionale. Nel giro di una decina d’anni – nonostante l’aumento dell’attività dell’Opificio – il personale specializzato è passato da circa 150 a poco più di 90 unità, con un numero di restauratori sceso sotto soglia 40. Per qualche tempo la Fondazione e altre istituzioni private (come Getty Foundation) hanno sostenuto l’assunzione di personale interinale o a tempo determinato, ma la riforma Madia ha bloccato anche questa possibilità. Le sostituzioni potranno arrivare solo dal prossimo concorso del Mibact, ma i numeri non saranno sufficienti e i tempi rischiano di essere troppo lunghi. Da qui l’accordo in base al quale la fondazione bancaria ha assunto nel 2017 sette restauratori (quasi tutti under 40), distaccati poi gratuitamente presso l’Opificio.
A breve l’Ente Cassa firmerà una convenzione pluriennale per creare una fondazione strumentale attraverso cui stabilizzare i sette restauratori già coinvolti e assumerne di nuovi, possibilmente tra quelli che escono dall’Opificio con lo scadere dei contratti a termine. Queste persone lavoreranno su progetti che di anno in anno saranno definiti insieme dalla Fondazione bancaria (proprietaria al 100% del nuovo soggetto) e dall’Opd. «Il focus sarà sull’arte contemporanea – spiega il direttore generale di Fondazione CRF, Gabriele Gori – perché in quest’ambito c’è bisogno di restauratori con grandi competenze scientifiche, soprattutto nel settore della ricerca sui materiali». È inoltre allo studio l’avvio di percorsi formativi privati, come corsi estivi o corsi specifici di breve durata. Un piano industriale prevede lo stanziamento di circa tre milioni nei primi cinque anni.
L’attenzione ai giovani, alla loro formazione e inserimento nel mondo del lavoro, è uno dei cardini attorno a cui ruota l’attività della Fondazione, come dimostra un altro progetto che prenderà forma il prossimo anno, ovvero la creazione di un hub digitale all’interno di un ex granaio mediceo.
La valorizzazione del patrimonio storico-artistico è un obiettivo prioritario per la fondazione. Su quasi 17mila progetti sostenuti in 25 anni di attività, per un totale di 663 milioni di euro erogati, oltre 5.800 rientrano nell’ambito arte, attività e beni culturali, a cui sono stati destinati 286 milioni di euro. Solo il settore Beneficenza e filantropia ha un numero maggiore di progetti sostenuti (7.600), ma la cifra complessiva stanziata è inferiore (172 milioni).
 
Partono i lavori di restauro e ristrutturazione del Teatro Donizetti di Bergamo
Il Teatro Donizetti è pronto a rifarsi il look. A fare l’ultimo sopralluogo prima dell'inizio dei lavori di restauro e ristrutturazione sono stati l’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla, l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti, il presidente della Fondazione Donizetti Giorgio Berta e il direttore della Fondazione Massimo Boffelli.
Entro la fine della prossima settimana ci sarà la firma del contratto e poi la consegna del cantiere che sarà chiuso entro l’agosto del 2019 al fine di permettere la riapertura della struttura per la stagione 2018/2019.
Il piano di ristrutturazione prevede due tipi di interventi: la prima parte comprende la ristrutturazione funzionale con il restauro della sala teatrale, il sistema degli ingressi, il foyer, il collegamento dei piani destinati al pubblico. A questi si aggiungono il ridisegno delle zone dei servizi igienici, la realizzazione di sale prova e degli spogliatoi per l’orchestra, quindi l’ampliamento del corpo camerini, lo spostamento degli uffici nel corpo ovest, la nuova biglietteria, la meccanizzazione della buca orchestrale e del palcoscenico, oltre naturalmente al rinnovo delle facciate esterne, il restyling completo dell’arredo e la realizzazione di sale di diverse dimensioni per incontri pubblici o privati. Il secondo prevede il rifacimento di tutta l’impiantistica elettrica e meccanica, il nuovo impianto di climatizzazione, il nuovo sistema antincendio oltre al rinnovo totale dell’illuminazione, con largo impiego di led e l’utilizzo di fonti rinnovabili (solare termico e fotovoltaico).
L’importo netto del contratto di appalto: 11 milioni e 87 mila 530 euro, i lavori dovranno terminare entro 20 mesi con un’attività di cantiere che coinvolgerà 11 mila metri quadri di superficie. 
 
Una scuola nel 2018 per l’Istituto del Dramma popolare
La Fondazione Istituto del Dramma Popolare  chiude il 2017 e annuncia le linee programmatiche per il prossimo anno. 
Diversi gli eventi che hanno costituito il bilancio positivo nell’ultimo anno, a partire dallo spettacolo del mese di luglio Vangelo secondo Lorenzo entrato nei circuiti dei teatri nazionali e capace di ottenere valutazioni critiche lusinghiere. A questo si sono accompagnarti i Venerdì del Dramma che hanno permesso di essere presenti tutto l'anno e di avvicinare il mondo dei giovani a partire dalle scuole del comprensorio. Basti pensare all'incontro con Matteo Corradini, alla presenza di ben 1200 studenti per lo spettacolo di Gianni Voltan, Viaggio lungo un mondo sempre su Don Lorenzo Milani. Un percorso che verrà intensificato nel 2018 nella forma di incontri con persone di cultura a cui far seguire uno spettacolo teatrale in considerazione dell'entusiasmo manifestato da ragazzi, professori, dirigenti scolastici. Nel nuovo anno verrà mantenuta la scelta di un programma unitario, che ruoti intorno a un tema da sviluppare in più direzioni. 
Senza anticipare il titolo della prossima festa del mese di luglio 2018, essendo ormai consuetudine quella di creare intorno ad esso un clima di attesa, curiosità, attenzione, si sa che il filo conduttore dell'intero programma sarà quello del dialogo interreligioso ai fini della tutela della pace e del confronto costruttivo tra i popoli. 
Tra gli obiettivi futuri, l’intento prioritario è quello di avvicinare e coinvolgere attivamente nella vita del Dramma Popolare quante più persone di ogni età ed estrazione sociale perché si possa dare al termine ‘popolare’ il suo significato più vero. Inoltre sarà fondamentale conseguire riconoscimenti importanti da parte del mondo giornalistico sulla qualità delle iniziative proposte così da contribuire a fare del Dramma e della Città di San Miniato un punto di riferimento sicuro per la promozione della cultura in generale e del teatro in particolare. Non di minore importanza è promozione di una scuola per attori, rivolta soprattutto al mondo giovanile. 
Il 2018 sarà anche un anno di svolta relativamente alle risorse economiche. La Fondazione del Dramma Popolare, consapevole di una riduzione dell’aiuto finanziario della Fondazione Cassa Di Risparmio di San Miniato, sebbene la Fondazione stessa si sia impegnata a fondo nel sostenere in maniera continuativa il nostro istituto dovrà ampliare la ricerca di nuovi sostenitori.
 
Prosegue l’attività di formazione per orafi disabili della Fondazione Boccadamo
I corsi di arte orafa per persone disabili della Fondazione Boccadamo iniziati lo scorso luglio giungono giunti alla terza edizione.
Ci sono voluti tre anni alla realizzazione di questo progetto dal nome «Il valore del gioiello»: un laboratorio orafo completamente accessibile accanto a quelli dell’azienda leader nel settore orafo-argentiero con sede a Frosinone. La struttura può ospitare fino a 12 apprendisti. Gli allievi che fino a oggi hanno partecipato al corso mensile sono compresi nella fascia d’età tra i 20 e i 30 anni, con diverse disabilità motorie e sensoriali; la terza edizione è stata programmata nel mese di novembre. Boccadamo sogna di ampliare il progetto, aprendolo a persone con disabilità provenienti da tutta Italia e non solo dalla provincia di Frosinone, com’è accaduto finora grazie al passaparola e alla collaborazione con enti e associazioni locali specializzate nel settore.
Boccadamo nasce all’inizio degli anni Ottanta dalla determinazione del fondatore Tonino, disabile per colpa di una malattia che da piccolo gli tolse l’uso completo delle gambe. Investendo le sue energie e i primi risparmi nel settore dell’oreficeria, l’imprenditore ha messo in piedi un piccolo laboratorio a Frosinone, sua città di origine. In seguito, alla fine degli anni Novanta, nel centro ciociaro è nato lo stabilimento che oggi si avvale dei migliori macchinari, delle tecnologie più avanzate, ma soprattutto della sapienza dei propri maestri orafi, e che ha reso Frosinone un distretto di grande importanza nel settore del gioiello. Attualmente nel quartier generale della fashion factory sono impiegati 50 dipendenti, a cui si aggiungono 22 agenti che coprono l’intera penisola. All’interno della sede frusinate nascono le idee e i prototipi dei gioielli, si svolge la produzione.
La Fondazione, finalizzata alla promozione dell’individuo e della solidarietà, è attiva sia sul piano nazionale, che su quello internazionale, con dei precisi ambiti d’intervento: tutela ambientale, assistenzialismo socio-sanitario e lotta contro le malattie endemiche.
 
Gianfranco Ferré. Sotto un’altra luce: Gioielli e Ornamenti in scena a Palazzo Madama
Nell’aulica Sala del Senato di Palazzo Madama, dal 12 ottobre 2017 al 19 febbraio 2018 va in scena la mostra Gianfranco Ferré. Sotto un’altra luce: Gioielli e Ornamenti. L’esposizione - organizzata e prodotta da Fondazione Gianfranco Ferré e Fondazione Torino Musei - presenta in anteprima mondiale 200 oggetti-gioiello che ripercorrono per intero la vicenda creativa del celebre stilista italiano.
Per Ferré l’ornamento è stata sempre una passione, legata in modo inscindibile alle collezioni moda e risultato di un approccio appassionato e spesso innovativo, mai inferiore a quella riservata all’abito. Come sottolinea la curatrice della mostra Francesca Alfano Miglietti: “Ferré costruisce una zona franca all’interno di un proprio mondo di riferimento, elaborando ogni oggetto sulla scia di un sistema di classificazione generale di concetti che diventano oggetti. E così pietre lucenti, metalli smaltati, conchiglie levigate, legni dipinti, vetri di Murano, ceramiche retrò, cristalli Swarovski, e ancora legno e cuoio e ferro e rame e bronzo, nel susseguirsi di un incantato orizzonte di spille, collane, cinture, anelli, bracciali, monili. Per Ferré l’ornamento non è il figlio minore di un prezioso, ma un concetto di eternità che deve rappresentare l’immanenza del presente”.
Gli oggetti in mostra, realizzati per sfilate dal 1980 al 2007, sono raccontati come complemento dell’abito e suo accessorio ma vengono esposti insieme ad alcuni capi in cui è proprio la materia-gioiello a inventare e costruire l’abito, diventandone sostanza e anima. Anche in questo caso l’attenzione di Gianfranco Ferré ai materiali è determinante, come parte essenziale della sua ricerca.
Il progetto espositivo – realizzato dall’architetto Franco Raggi - gioca sul contrasto tra la Sala del Senato di Palazzo Madama, ambiente di immenso pregio architettonico, e le strutture minimaliste ed essenziali in ferro e vetro dell’allestimento, mettendo in risalto la fantasiosa bellezza dei gioielli disegnati da Ferré che sembrano librarsi in volo nella penombra.
http://www.palazzomadamatorino.it/it/eventi-e-mostre/mostra-gianfranco-ferre-sotto-unaltra-luce-gioielli-e-ornamenti