Notizie in breve dal mondo delle fondazioni
Fondazione Dià lancia la app RomArché, archeoguida inconsueta delle periferie di Roma e promuove il Convegno Internazionale di Museologia Museum.Dià >>> Sei fondazioni bancarie italiane diventano azioniste di Struttura Informatica >>> Welfare che impresa! è il concorso di Fondazione Accenture per i migliori progetti di welfare di comunità >>> A Fabriano il primo convegno in Italia sull’archeologia industriale cartaria >>>
Nasce la Social Impact Agenda per l’Italia.
Si è costituita il 24 maggio a Roma l’associazione Social Impact Agenda per l’Italia con l’obiettivo di raccogliere l'esperienza dell'Advisory Board italiano (ADB) della Social Impact Investment Taskforce (SIIT), promossa durante la Presidenza britannica del G8 nel 2013.
La missione dell’associazione è di monitorare lo stato di avanzamento delle 40 raccomandazioni e contribuire alla loro realizzazione e di rafforzare l'imprenditorialità sociale attraverso lo sviluppo dell’ecosistema italiano degli investimenti ad impatto sociali.
I soci fondatori sono: ABI-Associazione Bancaria Italiana; Confcooperative Federsolidarietà; CGM – Consorzio Gino Mattarelli; Etimos Foundation; Federcasse, Fondazione Opes; Fondazione Sviluppo e Crescita CRT; Human Foundation; UBI BANCA e Vita.
La neo presidente, Giovanna Melandri, ritiene che «le potenzialità dell’impact investment in Italia siano importanti. Esistono ancora barriere e colli di bottiglia che non consentono all’Italia di far decollare questi investimenti strategici per far fronte a moltissimi problemi sociali. Sono investimenti problem-solving che, secondo le nostre stime con un adeguato contesto economico e istituzionale potrebbero raggiungere i 30 miliardi di euro da qui al 2020. L’Associazione nasce per favorire e sostenere questo processo di cambiamento necessario all’Italia».
«C’è un movimento» aggiunge «composto da soggetti del terzo settore, della finanza e dell’impresa, che crede in un differente modello di sviluppo per offrire risposte a vecchi e nuovi bisogni, molti dei quali rimangono insoddisfatti, pensiamo alla salute, alle disabilità, alla conciliazione vita-lavoro alle nuove forme dell'abitare, all'esclusione sociale. Senza dimenticare altre aree come la valorizzazione del patrimonio culturale, la gestione collaborativa dei beni comuni e le piattaforme di sharing economy. Tutti comparti strategici per il rilancio sociale, culturale e economico del nostro Paese».
Secondo Massimo Lapucci, Vice Presidente di Social Impact Agenda per l’Italia, Segretario Generale di Fondazione CRT e Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, «le Fondazioni di origine bancaria - e con esse strumenti come Fondazione Sviluppo e Crescita CRT - possono avere un ruolo importante nello sviluppo dell'impact investment nel Paese, attraverso l'azione congiunta dei capitali cd 'pazienti' accanto ai più tradizionali modelli di granting. In tal senso, l'Associazione Social Impact Agenda per l'Italia può assolvere una missione determinante, anche contribuendo alla diffusione di una cultura sempre più favorevole a iniziative che affianchino, e in qualche modo superino, il tradizionale confine del no profit. Ciò comporta la ricerca attiva di nuovi modelli di investimento e di sinergie che, attraverso il continuo confronto internazionale, favoriscano la maturazione nel Paese di un ecosistema dinamico e affidabile».
Stefano Granata Vice Presidente Social Impact Agenda e Presidente CGM è convinto che l’impact investing possa generare benefici sociali e ambientali per la collettività attraverso un’attività di business che genera profitto: «oggi questo nuovo mercato, considerato ancora di nicchia, vale, nel mondo, circa 40 miliardi di dollari ma si stima che nel 2020 potrebbe raggiungere la cifra di 1000 miliardi di dollari. E’ un dato importante che, insieme a un impegno da parte del legislatore da un lato e delle istituzioni finanziarie dall’altro, offre alle imprese sociali italiane un’importante opportunità per diffondere una nuova cultura e un modo alternativo di rapportarsi e conciliarsi con gli interessi dei cittadini».
La app RomArché, archeoguida inconsueta delle periferie di Roma
Fondazione Dià Cultura lancia «RomArché», un progetto, nato in seno al mensile archeologico «Forma Urbis», che prevede la realizzazione di un sito web e una app per smartphone per conoscere il patrimonio culturale di aree della capitale spesso dimenticate.
Sfruttando la geolocalizzazione verranno create delle mappe della città interattive che identificano i punti d’interesse più vicini alla posizione dell’utente e calcolano i percorsi per raggiungerli. Tre le aree tematiche a cui faranno riferimento le informazioni: le strade, gli acquedotti e le fontane e la Roma sotterranea. Le principali strade, dalla Prenestina all’Ardeatina, fino alla Portuense diventeranno delle schede multimediali con foto e descrizioni scientifiche. Il tracciato protostorico delle attuali vie Prenestina e Casilina parte da Porta Maggiore e dalla sua Basilica Sotterranea, per poi toccare il mausoleo di Elena e le catacombe dei Santi Marcellino e Pietro e il parco archeologico di Centocelle e il sepolcro di largo Preneste.
«Così l’archeologia di periferia diventa una chiave per far conoscere, anche a chi li abita, quartieri spesso dimenticati - spiega Simona Sanchirico della Fondazione Dià Cultura. «L’obiettivo è quindi unire il centro alle periferie attraverso passeggiate ricche di storia e cultura, ma in maniera non convenzionale, capace di guardare anche al presente e connetterlo al passato».
Dalle Mura Aureliane al Raccordo Anulare, lungo le vie consolari, la mappatura, in corso da mesi, avviene anche grazie al contributo dei cittadini che forniscono informazioni su osterie e ristoranti, gallerie d’arte, musei e monumenti.
Grazie al contributo dei fruitori, RomArché, fruibile gratuitamente e attiva a partire da novembre, diventerà un progetto in continuo divenire, aggiornabile in ogni momento.
Uno dei momenti in cui segnalare i tesori nascosti del proprio quartiere è la Settima edizione del Salone dell’editoria archeologica, dal titolo Chronos il Tempo, in programma dal 26 al 29 maggio nei suggestivi spazi delle Terme di Diocleziano. All’interno del Salone, «Museum.Dià. Convegno Internazionale di Museologia. Politiche, poetiche e proposte per una narrazione museale», che mira a sostenere il sistema-cultura attraverso la ricerca e la presentazione di soluzioni strategiche e operative pensate per il sistema italiano. Con il contributo di istituzioni, specialisti e studiosi, museum.dià vuole individuare esperienze e/o azioni che siano uno stimolo per politiche di valorizzazione delle istituzioni museali.
Sei fondazioni bancarie italiane diventano azioniste di Struttura Informatica
Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca hanno siglato il contratto di acquisizione di una quota di maggioranza della bolognese Struttura Informatica Spa, attiva da 30 anni nella fornitura di software amministrativi e contabili proprio per le Fondazioni e per gli enti no profit .
L’operazione è finalizzata all’avvio di una nuova fase nella mission della società, caratterizzata dallo sviluppo di nuovi progetti e dal rafforzamento degli investimenti, a beneficio dei fruitori finali dei sistemi informativi.
Questa nuova realtà nasce dalla collaborazione tra gli amministratori, già fondatori della società, e alcune delle più importanti fondazioni italiane di origine bancaria nell’ambito strategico e operativo dell’Information Technology.
Welfare che impresa! concorso per i migliori progetti sociali
L’8 giugno prossimo a Milano, via M. Quadrio 17, Fondazione Italiana Accenture, UBI Banca e Fondazione Bracco, con il contributo scientifico di Aiccon e Politecnico di Milano - Tiresia, organizzano un momento di dibattito sulla necessità di un ripensamento del sistema di welfare in grado di far fronte ai cambiamenti sociali, culturali e demografici della nostra epoca.
L'evento sarà occasione per presentare il bando di concorso per idee «Welfare che impresa» dedicato a supportare i migliori progetti di welfare di comunità.
Primo convegno in Italia sull’archeologia industriale cartaria
«Il patrimonio industriale della carta in Italia. La storia, i siti, la valorizzazione» è il primo convegno in Italia sull’archeologia industriale cartaria, promosso dalla Fondazione Gianfranco Fedrigoni, Istituto Europeo di Storia della Carta e delle Scienze Cartarie (ISTOCARTA) il 27 e 28 maggio 2016, presso l’Oratorio della Carità di Fabriano. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con l’Associazione Italiana del Patrimonio Archeologico Industriale (AIPAI) e il Centro di Ricerca e Servizio sul Paesaggio dell’Università Politecnica delle Marche, ha ottenuto il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, nonché quello del Comune di Fabriano e, a livello internazionale, dell’International Paper Historians (IPH).
Un fitto programma d’interventi, con autorevoli studiosi e docenti universitari provenienti da tutta Italia, con l’obiettivo di ottenere una mappatura degli insediamenti cartari e del relativo patrimonio archeologico, approfondire la conoscenza della storia del passato e del presente industriale cartario, nonché sviluppare il tema di «Ecomuseo», attraverso quelle realtà cartarie italiane che hanno già concretizzato e sperimentato una forma di museo non convenzionale.
Ad arricchire il programma la presentazione del terzo tomo della collana di Storia della Carta «L’era del segno» edita nei suoi due volumi iniziali dalle Cartiere Miliani Fabriano - Fedrigoni Group, che oggi passano il testimone alla Fondazione G. Fedrigoni ISTOCARTA con quest’ultimo volume «LA FORMA. Formisti e Cartai nella Storia della Carta Occidentale» a cura di Giancarlo Castagnari.