Noi, l’Italia, esempio di forma artistica collettiva per il 150esimo
Trento. Lo scorso 17 marzo, al Quirinale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha chiuso le celebrazioni per il 150esimo dell’Unità d’Italia iniziate nello stesso giorno del 2011 a Torino, prima capitale del Paese. In giro per l’Italia sono invece ancora visitabili appuntamenti nati per fare conoscere diversi aspetti della nostra storia e dei nostri concittadini. Uno di questi è la mostra «noi, l’Italia» organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto sino al 22 aprile a Palazzo Calepini. Il nucleo della rassegna è composto da 150 opere realizzate da persone con disabilità che hanno lavorato nei mesi scorsi nei Laboratori d’arte della Comunità di Sant’Egidio, a Roma, insieme a una scultura realizzata dall’artista spagnolo Anton Roca. La rassegna, curata da Simonetta Lux, è stata voluta da Andrea Riccardi, attuale ministro della Cooperazione e l’integrazione e fondatore della Comunità di Sant’Egidio: nello scorso dicembre è stata allestita al Quirinale dove è stata inaugurata dal presidente Napolitano. I laboratori di Sant’Egidio permettono a molte persone con disabilità di occuparsi quotidianamente di varie attività, tra cui appunto quelle artistiche: oggi la struttura collabora con artisti affermati, critici d’arte e accademici, che hanno approfondito i rapporti con il mondo dei disabili. Anton Roca è uno di questi e la sua collaborazione ha portato all’installazione «tavoloITALIA», opera che ha coinvolto nella realizzazione venti persone che, partendo da diverse condizioni di marginalità, sono diventate consapevoli di poter abitare e costruire l’Italia. La scultura «collettiva» racconta di individuali esperienze di vita italiana, tracce di memoria, desideri, aspirazioni per il futuro. Spiega la curatrice Simonetta Lux: «L’arte, in quanto atto determinato al gesto creativo di trasformazione di un mondo inaccettabile, è stata nella storia d’Italia un perno propulsivo di cambiamenti importanti nella mentalità e nel costume. Sin dalla seconda metà dell’Ottocento, artisti ed uomini di cultura italiani, da Nino Costa, Giacomo Balla, Duilio Cambellotti a Sibilla Aleramo, Maria Montessori e Franco Basaglia, si sono confrontati con le molte situazioni di povertà e marginalizzazione, determinando cambiamenti di mentalità, percorsi inclusivi, scelte di linguaggio e rotture delle gabbie istituzionali, che fanno del nostro Paese una realtà d’avanguardia».
Anche le persone della comunità di Sant’Egidio contribuiscono enormemente, superando pregiudizi culturali tuttora vigenti nelle società contemporanee, a «fare» l’Italia. Il lavoro delle persone con disabilità dei Laboratori d’arte è stato presentato al pubblico a partire dal 2003 in diversi luoghi istituzionali, a Strasburgo, Roma, Firenze, Milano, mentre nell’ottobre scorso, alla Biennale di Venezia, «una Biennale Session» è stata dedicata al Progetto IO_IO È UN ALTRO dell’artista Cesar Meneghetti. La mostra è promossa dalla Comunità di Sant’Egidio e dal MLAC, Museo laboratorio di arte contemporanea - Sapienza Università di Roma, con il sostegno della Fondazione Caritro. Ideazione e progetto dell’allestimento Federico Lardera, catalogo pubblicato da Maretti editore.
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