Nasce l’Osservatorio sul riuso degli spazi abbandonati
SPECIALE HANGAR LAB. Hangar, nell’azione di sostegno all’innovazione culturale, si è imbattuta spesso in progetti sul riuso di spazi vuoti, o meglio sul riempire gli spazi vuoti di cultura, incontri, teatro, spettacoli dal vivo, residenze artistiche… Infatti, nelle prime due call, Hangar ha accompagnato la trasformazione di Fuoriluogo ad Asti, del Museo della Fantascienza nella periferia di Torino, del Nuovo Teatro Faraggiana a Novara, di Campo base 1000 per il riabitare la montagna, della Casa di paglia a Fontaneto ed il futuro progetto del social bar nella stazione FS di Mondovì (Cn). In pochissimi anni, il nostro Paese è passato da una condizione di “persone senza spazi” ad una di “spazi senza più persone”. Colmare i “vuoti” nelle aree urbane (v. il nuovo “Bando periferie”) e in quelle “interne”(v. http://www.restartalp.it), combattendo degrado e consumo del suolo, è tema all’attenzione delle politiche centrali e periferiche nazionali, nonché dell’azione di numerosi enti filantropici (ad es. Università della Montagna e bando Attiv-Aree): si parla infatti di 1,5 mln di edifici vuoti e di ben 6.000 “paesi fantasma” (Istat). Giovanni Campagnoli, autore di “Riusiamo l’Italia”, vara un Osservatorio on line
“Non serve cercare dati altrove, internet offre un bacino illimitato di opinioni, si tratta solo di sapere come cercarle ed utilizzarle al meglio, governando le funzioni di ricerca e comunicazione” [Dario Manuli, Product Strategy di Roialty]. L’interesse verso qualunque tema oggi può essere non solo ricercato e rilevato, ma anche misurato attraverso modalità on line. Ci accorgiamo di quanto la pubblicità, ad esempio, si avvale costantemente di questi flussi di informazioni… Infatti, come molte altre attività che hanno risvolti sociali, anche la ricerca sul tema è nata nel mondo profit (nella forma della indagine di mercato) per rilevare preferenze, interessi, temi dibattuti con maggior frequenza e gusti delle persone. Tutto ciò, con l’avvento del 2.0, dei social e dei “Big data”, assume coordinate diverse, ben più potenti, tanto che il societing – più del marketing – sembra essere la nuova disciplina utile a comprendere innovazioni e tendenze.
Il web è oggi “vita reale”, dunque non una “second life”: infatti, nella normalità dei casi, tanto sul web, che “dal vivo”, si condividono gli stessi pareri, si fanno acquisti, ci si informa, si guardano musica e film, si fanno pagamenti, si comunica e si partecipa alla vita culturale e sociale. Condividere, esprimere pareri ed apprezzamenti (dai “mi piace” agli “emoticons”), partecipare a discussioni on line, sono quotidfianità; le informazioni che vengono pubblicate in rete sono tracciabili e rintracciabili, misurabili e valutabili.
Come detto, questi strumenti di “social intelligence” sono già ben utilizzati dalle imprese profit. Trasferire queste modalità di ricerca anche in ambito sociale, permette di ottenere molte indicazioni progettuali e operative, tendenze, ”sentiment” sulle questioni. Così oggi “Riusiamo l’Italia” ha voluto sperimentare questi strumenti proprio sul tema degli spazi vuoti e della rigenerazione urbana, sviluppando un Osservatorio on line su questi argomenti, utilizzando piattaforme di social intelligence realizzate ad hoc da Bewe e Roialty e che si appoggiano sul web costruito da Leonardo . Queste piattaforme permettono il web monitoring (cioè l’analisi delle conversazioni on line su oltre 3,5 milioni di fonti), per analizzare quanto si parla di un tema, come se ne parla, dove e a cosa viene maggiormente correlato.
Questa modalità di lavoro ha permesso lo sviluppo di una partnership con il mondo profit, con la multinazionale PPG/Univer con cui si è dato vita all’ambiente formativo dell’Università del Riuso, per favorire percorsi di apprendimento su questi temi.
Nello specifico della ricerca, dal “Readers” dell’Osservatorio emerge che anche in questi ultimi 10 giorni, si è parlato in modo approfondito di riuso, così come già emerso nell’articolo di inizio luglio. Molte le news rilevanti, in diversi ambiti, a partire da quello istituzionale. La questione del riuso è arrivata infatti alle istituzioni, tanto da essere oggetto di due disegni di legge: uno sull’autorecupero di immobili abbandonati presentato dai Cinque Stelle alla Camera, l’altro, presentato da Forza Italia al Senato, per destinare immobili dismessi a start-up. Vi è anche un Decreto del Mibact per la trasformazione di caserme in residenze artistiche, da affittare a non più di 150 euro al mese.
Nei Comuni, a Napoli, il tema è oggetto della contestata delibera del Sindaco De Magistris che regola l’uso degli immobili di proprietà dell’Ente, in quanto “beni comuni”. Gli stessi temi, a metà luglio, verranno dibattuti a Foggia in una due giorni e ad Imperia. Invece il tema della valorizzazione è promosso in Toscana, dove la rigenerazione incontra la “finanza”, a partire dal recupero di patrimoni di pregio, vuoti. Sempre dalla Toscana, la news di un borgo abbandonato (v. più avanti), divenuto ora “eco villaggio”.
Un tema molto sentito on line è quello degli spazi vuoti immediatamente riusabili: c’è sia un Decreto del Ministro Del Rio sugli alloggi sfitti, che l’azione di CittadinanzAttiva sul censimento per il recupero di spazi disponibili vuoti. Non solo: molto interessante l’azione di recupero dei teatri attivati dalla Regione Lazio e, sempre in ambito culturale, la candidatura di Palermo a capitale della cultura a partire dal recupero di alcuni luoghi simbolo della città.
La dimensione del “vuoto” viene sempre sottolineata dal web, sia nelle “aree interne” che in quelle urbane. Si parla infatti di 1.500 borghi abbandonati, con 1,26 mln di edifici, e di ben 5.000 “paesi fantasma”. Nelle città, il caso emblematico è a Milano dove, pur essendo invenduto il 50% di ciò che è stato costruito, si procede comunque nell’azione di consumo di suolo. Stessa questione a Lucca. Non solo: anche le Scuole chiudono e calano di numero: 100 in meno il prossimo anno. Infine, nel 2016, sono ben 838 le infrastrutture pubbliche incompiute, 90 delle quali in Campania e 116 in Sicilia.
Continuano costantemente episodi di cronaca legati a spazi dismessi ed abbandonati, che portano a sviluppare un “sentiment” fortemente negativo per le situazioni di degrado che lì vengono generate. I casi emblematici vanno da Bari a Vigevano, così come le questioni di salute pubblica a Terni, amianto a Senigallia, le paure a Erba, i crolli a Salerno, le demolizioni a Brescia, i “rave” a Cremona. Negative sono sempre anche le situazioni legate a opere oggetto di fallimento, abbandonate da anni, che spesso assumono la forma di “ecomostri”: un esempio rilevato in questi giorni è quello di Villasanta (MB). Riprendersi uno spazio sportivo, è stata un’azione tra protesta e diritto di cittadinanza, a Pisa, sui campi sportivi chiusi perché dichiarati inagibili dalla Provincia.
Tutto ciò per dire che il tema del riuso ha diverse sfaccettature, che il web coglie puntualmente e bene. Rimane il fatto (vedi Figura) che il vuoto ha comunque un sentiment complessivamente negativo, viste le questioni descritte in precedenza, molto legate ad emozioni, a partire dalla paure, che sono preponderanti. E’ anche vero che si registra la percentuale più alta di sentiment positivo sui social, dove l’interazione è potenzialmente maggiore. Come dire: se se ne parla, si creano nei dibattiti, arrivano idee, proposte, buone prassi, soluzioni.
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