Musei veneziani: un anno positivo
Venezia. Dare un’identità al Museo Correr: è questo l’obiettivo prioritario affidato a Gabriella Belli, la nuova direttrice della Fondazione dei Musei Civici di Venezia, dal presidente Walter Hartsarich. Per realizzarlo, in attesa del suo insediamento ufficiale, il prossimo primo dicembre, è già attivo un gruppo di studio che sta operando una ricognizione dei materiali contenuti nei depositi.
Il 2011 si sta concludendo in maniera positiva per la Fondazione: da un raffronto tra i periodi gennaio- agosto 2010 e gennaio-agosto 2011 si registra un incremento del 9,1% dei visitatori, intermini assoluti da 1.335.751, 16 a 1.479.346.00 (+123.594, 84), nonostante ad aprile il costo dei biglietti sia aumentato, in media, del 10%.
Un vero e proprio boom per il Museo di Storia Naturale (+ 22,8%), quale conseguenza dell’apertura, il maggio scorso, del secondo piano, la sezione più innovativa, dedicata alle strategie della vita, alla varietà delle forme viventi e alle loro strategie di adattamento. A giugno, poi, dopo una chiusura di tre anni, si è inaugurato, con un nuovo allestimento, il Museo del merletto a Burano. Quello del vetro, celebra, invece, a dicembre, con una mostra storica, i 150 anni dalla sua fondazione. Subito dopo sono previsti i lavori d’ingrandimento della sede, grazie a un finanziamento europeo.
Anche gli incassi registrano un aumento del 18%, in cifre assolute si passa dai 12.174.350,50 euro del 2010 a 14.364.008,00 euro del 2011 con un più 2.189.657,50 euro. Questo incremento ha permesso di compensare, di fatto, il mancato rinnovo della sponsorizzazione Eni (1.800.000 euro).
È stato, invece, fatta una convenzione con la Piaget, per l’importo di 300mila euro, da destinare alla torre dell’orologio. La Piaget, come noto, ne aveva restaurato l’orologio. In dirittura d'arrivo anche una convenzione con un’azienda internazionale per un importo superiore al milione di euro.
Se il 2011 segna un trend positivo, il 2012, secondo il presidente della Fondazione, Walter Hartsarich, è gravido di incognite, per un possibile aggravarsi della crisi economica.
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