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Modena, Settis contro il Polo della Cultura dell'ex Ospedale Sant'Agostino

  • Pubblicato il: 10/05/2013 - 08:50
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Articolo a cura di: 
Stefano Luppi
Salvatore Settis

Modena. «Usciamo dalla notte dei beni culturali», lo ha scritto in prima pagina sul quotidiano «la Repubblica» lunedì 6 maggio Salvatore Settis, ex direttore della Scuola Normale di Pisa ed ex presidente del Consiglio superiore per i Beni culturali del Mibac.
Settis lamenta una privatizzazione strisciante dei beni culturali e quale esempio principe di questa azione, su cui nei giorni precedenti si era espressa negativamente anche Italia Nostra, c’è il caso Sant’Agostino di Modena. «Il progetto, spiega Settis al telefono, è in deroga a tutte le norme, le torri disegnate per il Sant’Agostino da Gae Aulenti sono inammissibili, le biblioteche Estense e Poletti che lì si vuole trasferire saranno snaturate nella loro snaturate funzione e natura».
Il progetto del restauro dell’ex ospedale settecentesco di Sant’Agostino, annunciato dalla proprietaria Fondazione Cassa di Risparmio di Modena per il 2017 e affidato allo studio della scomparsa Aulenti insieme allo Studio Doglioni di Belluno e a Ingegneri Riuniti-Consorzio Leonardo di Modena, prevede tra le altre funzioni culturali, terziarie e commerciali iltrasferimento lì della statale Biblioteca Estense e della comunale specializzata in storia dell’arte e architettura Luigi Poletti. L’investimento, nato a seguito di una convenzione firmata nel 2007 dallo Stato, dalla Fondazione e dal Comune, è pari ad almeno 60 milioni di euro. Queste le parole usate da Settis nel suo editoriale su Repubblica. «A Modena, il nuovo polo culturale della locale fondazione bancaria sta per inglobare due importanti biblioteche pubbliche, la Biblioteca Estense (statale) e la Biblioteca Poletti (comunale), costringendole al trasloco nell'ex Ospedale di Sant'Agostino: in una sorprendente intesa con la Fondazione, Ornaghi [Settis il giorno seguente ha ammesso di avere confuso Ornaghi con l'ex ministro Rutelli che appunto nel 2007 venne a Modena a firmare la convenzione, Ndr] ha autorizzato a ristrutturare il settecentesco edificio in deroga a tutte le norme, aggiungendovi due torri librarie che ne sfigurano la natura. Laprivatizzazione è cominciata, e la linea Ornaghi è un rassegnato calabraghismo». Le reazioni sono state immediate. Spiega il sindaco di Modena Giorgio Pighi: «L’intervento per la trasformazione dell’ex ospedale Sant’Agostino in un Polo della cultura rappresenta un esempio di come si può perseguire in modo efficace l’interesse pubblico offrendo al contempo una grande opportunità di sviluppo alla città facendo leva proprio sulla cultura come risorsa. Tutto è assolutamente regolare sotto il profilo urbanistico e di tutela di beni architettonici, come dimostra ampiamente il ruolo avuto nell’operazione dalla Direzione regionale per i Beni culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna». Proprio il Ministero il giorno seguente ha diffuso sull’argomento un lunghissimo comunicato stampa disponibile qui sotto, con il quale il ministro Massimo Bray, il direttore regionale Carla di Francesco e il direttore della biblioteca Estense Luca Bellingeri, confermano la bontà dell’operazione.


da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 9 maggio 2013