Maggiore chiarezza sul Terzo Settore
Due pubblicazioni dell’Agenzia del Terzo settore per conoscere lo stato di salute, i punti di forza e i nodi da sciogliere del no profit, l’altra economia, un contenitore sociale ancora debolmente percepito ma che tocca il 5% del PIL, impiegando 750.000 persone e 3,3 milioni di volontari, pari al 18% dei lavoratori, 72% laureati con un’età media di 40 anni.
Il periodico bimestrale «Fondazioni», delle fondazioni di origine bancaria edito dall’ACRI, segnala due recentissimi testi a cura dell’Agenzia del Terzo settore, istituita nel 2000 come agenzia delle Onlus.
Dal Mulino per la collana Percorsi è in distribuzione il «Libro bianco sul terzo settore» (Editrice Il Mulino) a cura di Stefano Zamagni - Presidente dell'omonima Agenzia e professore di economia politica all'Università di Bologna - risultato di un team interfunzionale di economisti, giuristi, commercialisti, politologi, sociologi ed esperti del mondo dell'associazionismo, del volontariato e della cooperazione.
Il libro che «getta le basi per una ricentratura, sia culturale sia istituzionale, delle organizzazioni», è uno strumento a disposizione delle autorità competenti per dare risposte ai problemi urgenti del settore, ripensando il sistema del welfare sui i nuovi bisogni:governance, riforma della legislazione in materia di finanziamento degli enti non profit, questioni tributarie, rendicontazione, rappresentanza, riconoscimento della qualità sono alcuni delle aree di intervento invocate.
Un lavoro integrato da «Il Terzo settore dalla A alla Z, parole e volti del non profit» (Editrice San Raffaele), il dizionario, curato dall’Agenzia per il Terzo settore, che racconta in 120 parole chiave, esempi concreti e 21 biografie dei pionieri, l’evoluzione storica, la realtà attuale, questo universo plurale in grande espansione: quasi l’80% delle organizzazioni censite (fonte Istat) si è costituito negli ultimi vent’anni, con associazioni, cooperative sociali, organizzazioni non governative, imprese sociali e fondazioni.
Molti sono i temi aperti per il futuro del terzo settore, una realtà tipicamente italiana, che secondo Zamagni «per fare un salto di qualità e crescere come merita, deve essere liberato da lacci e costrizioni di varia natura, sia giuridico normativa sia economico-organizzativa ed anche di natura culturale. Il Terzo settore italiano è come un Prometeo incatenato: slegarlo significa contribuire ad assecondare il progresso morale e civile del Paese».
Nel contempo«il terzo settore deve capire di essere a pieno titolo soggetto di sistema, non deve pensarsi con una logica vittimistica, come fosse una ruota di scorta rispetto ad 'altri' : può influenzare la società, contribuendo a un miglior funzionamento di tutti i soggetti che a vario titolo intervengono nelle comunità».
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