Madre partorisce soltanto il giorno del solstizio
Napoli. Dopo molti mesi di crisi il Madre, museo d’arte contemporanea, affronta e supera la sua più recente storia con l’ottimismo del nuovo, determinato dall’insediamento del nuovo direttore generale Andrea Viliani, supportato nelle scelte dall’ambito politico (Regione Campania), amministrativo (Cda) e scientifico della Fondazione Donnaregina, cui fa capo l’istituzione, e anche dalla certezza di un budget con cui costruire la propria programmazione annuale. Si tratta di una strategia complessa che prevede diversi piani di azione (cfr. l’articolo nella sezione «Musei», p. 18) uno dei quali è indirizzato a sviluppare per il 2013 tre mostre di segno diverso, che, si inaugurano il 21 giugno. «Tutto-in-uno», curata da Devrim Bayar e Andrea Viliani e organizzata dal Weils-Contemporary Art Centre di Bruxelles in collaborazione con il Madre, è il titolo di una retrospettiva di Thomas Bayrle (fino al 14 ottobre). È la più completa sinora dedicata in Europa all’artista, con circa 200 opere dagli anni Sessanta a oggi. Collage, dipinti, produzione grafica ed editoriale, plastici, macchine cinetiche e opere recenti concorrono allo sviluppo di un percorso stratificato del pop-artista tedesco, che restituisce un puntuale e pertinente ritratto dell’uomo di massa. Appartiene, invece, al ciclo espositivo «Storie dell’arte italiana», una mostra di Giulia Piscitelli (fino al 30 settembre), curata da Viliani ed Eugenio Viola, che con il titolo «Itermedium» fa riferimento allo spazio di mezzo ancora aperto e indeterminato dell’arte. La mostra raccoglie i tanti aspetti della produzione dell’artista napoletana dagli anni Novanta a oggi nelle sue pieghe politiche e sociali. Assieme a video, lavori su stoffa, dipinti e installazioni site specific incentrati sui temi del corpo e dell’identità, sono esposte anche alcune opere inedite, tra cui «S.A.M.», video realizzato con immagini di Studio Aperto Multimediale, esperienza/laboratorio degli inizi degli anni Novanta a Napoli, e «La Mela», in cui video e fotografie d’archivio costruiscono la narrazione di un emigrato italiano a New York (nella foto, «Biopsia», 1992). Infine, «La lezione di Boetti (alla ricerca del One Hotel, Kabul)» di Mario García Torres ancora a cura di Viliani (fino al 30 settembre), afferisce, invece, all’ambito espositivo denominato «Madre ipotesi». Il lavoro è un omaggio all’opera di Boetti (è esposta anche una quindicina di opere, di cui una rimarrà in collezione), attraverso il recupero ideale, ma non solo, del lavoro svolto da Boetti a Kabul.
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