Lucca invasa dalle opere del russo Alexander Daniloff
Lucca. Fondazione Banca del Monte di Lucca rende disponibile ai visitatori sino al 10 aprile nella sua sede di piazza San Martino la rassegna «I segni del Mito» dedicata a venti tele del pittore russo Alexander Daniloff. L’artista oggi vive e opera a Lucca e la fondazione di origine bancaria locale in questo modo intende rendere omaggio alla figura che, dopo avere dipinto lo stendardo del Palio di San Paolino, realizza opere nelle quali è evidente un festoso immaginario simbolico intriso d’ironia, dedicato a soggetti che richiamano sia epoche reali che mitologiche attraverso fiabesche situazioni talvolta piene d’inquietudine. Daniloff nasce a Donetsk nel 1963 e dopo aver terminato gli studi alla Scuola Teatrale di Niznij Novgorod nel 1990 si è immediatamente inserito nel mondo dell’arte conseguendo notevole successo fin dalle sue prime mostre sia in Russia che al estero. Oltre della pittura si dedica alla creazione di scene, costumi e locandine per il teatro dei burattini in collaborazione con la sua moglie Svetlana, già scenografa del Teatro di burattini di Dzerzinsk. Ha lavorato nel settore della moda e accessori creando insieme con la moglie una collezione di copricapi di pelle. Nel 2000 si trasferisce in Italia dove ha illustrato anche tre libri e realizzato gli stendardi per il Palio della Giostra cavalleresca di Sulmona (AQ), 2009; Palio del Balestro del Girifalco di Massa Marittima (GR), 2010; Giostra di Simone di Montisi di S.Giovanni d'Asso(SI), 2010. «Alessander Daniloff - ha spiegato alla presentazione avvenuta pochi giorni fa il presidente della Fondazione BML Alberto Del Carlo - è pittore di notevole preparazione tecnica, sottile conoscitore degli stilemi e delle iconografie medievali e rinascimentali dell’arte italiana ed europea. Da sempre attratto dalla storia, dalla mitologia, dalle leggende di ogni epoca e paese, che per lui diventano strumenti di ispirazione immaginifica e invenzione figurativa, Daniloff ha trovato a Lucca un luogo ideale, una patria spirituale, dove arricchire e sfogare al contempo la sua naturale vena creativa».
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