Nella splendida cornice di Cascais, la cittadina portoghese affacciata sull'oceano Atlantico, si conclude oggi la 22esima Assemblea annuale e conferenza dell'European Foundation Centre, l’associazione che riunisce le fondazioni di tutta Europa, intitolata «Risorse e sostenibilità. Gli oceani».

Come spiega il Presidente uscente dell’EFC e Presidente della Fondazione Calouste Gulbenkian, Emílio Rui Vilar, «gli oceani simboleggiano la connettività e danno forma alle culture. Per secoli hanno definito le rotte migratorie, hanno costituito la strada della prima globalizzazione. Gli oceani forniscono un prisma perfetto attraverso il quale esaminare la gamma di settori in cui operano le fondazioni – dalla diversità, all’ambiente, alle problematiche economiche».
Sulla metafora dell’oceano è stato costruito l’intero programma dei quattro giorni di incontri: tavole rotonde, dibattiti, workshop suddivisi in diversi campi d’indagine – capacity building, comunicazione e ricerca, sfera legale e fiscale, networking – volti a esplorare le tematiche più urgenti per le fondazioni europee, pur mantenendo lo sguardo verso una rotta definita: quella della sostenibilità.

Una sostenibilità economica e sociale delle fondazioni ma anche delle persone e dei programmi su cui le fondazioni investono. Sostenibilità come capacità di adottare strategie di lungo termine, come capacità di guardare lontano, di guardare oltre, affinché il contributo delle fondazioni alla crescita sociale nei territori di riferimento sia duraturo e significativo. «Le fondazioni non potranno scoprire nuovi oceani fino a quando non avranno il coraggio di distogliere lo sguardo dalla costa» conclude Vilar.

Tra i partecipanti, molte delle 230 fondazioni associate all’EFC provenienti da oltre 40 Paesi, ma un vero protagonista: l’Italia. Oggi a Cascais la presidenza dell’European Foundation Centre passa a Marco Parlangeli, direttore generale della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Tra le sue priorità per il mandato europeo c’è quella di promuovere lo Statuto europeo delle Fondazioni, una carta d’indirizzo giuridico che potrà fornire vantaggi soprattutto ai Paesi dell’Est con esperienze meno consolidate in materia rispetto a quelli occidentali. «Lo statuto europeo avrebbe una ricaduta positiva anche nel riconoscimento di attività benefiche realizzate fuori dal Paese di origine e quindi un omogeneo trattamento fiscale. Le fondazioni italiane sono tra le più svantaggiate riguardo alle possibilità di detrazione rispetto all’estero. Un modello di statuto unitario faciliterebbe sia le elargizioni delle fondazioni, sia i donatori nei confronti delle fondazioni» sottolinea il neo Presidente, che pone grande attenzione anche alla cultura. Il suo secondo obiettivo è quello di portare a termine la realizzazione della Foundation House dell’EFC a Bruxelles, un nuovo polo espositivo e di diffusione della conoscenza nella culla d’Europa.
 
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