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Landscapefor Atlas: uno strumento per il paesaggio attivo

  • Pubblicato il: 29/04/2016 - 12:21
Autore/i: 
Rubrica: 
WAITING FOR ARTLAB
Articolo a cura di: 
Paolo Castelnovi

Mappe dei punti di interesse del paesaggio, fatte di documenti storici e di progetto, di film e di canzoni, segnalazioni di attività d’eccellenza e di iniziative locali, a portata di tablet e di smartphone: uno strumento smart per aggiungere sapere ed emozioni al viaggio e allo studio, presentato a Milano il 20 maggio

 
 
Mi scuso per l’autopromozione, ma nasce tutto da un sogno: una piazza aperta su un panorama sconosciuto, un gruppetto di turisti curiosi guidati da una ragazza vivace, con un borsone giallo.  Ci fermiamo all’ombra e la ragazza comincia a parlare in una lingua incomprensibile, indicando i palazzi e il panorama. Di scatto affonda braccia e testa nella borsa e armeggia con fogli piegati. Tira fuori disegni e mappe, indica sulle carte, che si aprono malamente alla brezza, i punti del paesaggio. Molla i fogli, che si allontanano per terra mossi dal venticello, e si ributta nel borsone dove pesca altro: cartoline d’epoca, credo, ma non capisco bene, perché sono dietro una siepe di teste e mi sto allontanando. Mentre vado, la ragazza intona una canzone che racconta di un amore proprio riferito a quel posto, e mi ridesta un ricordo antico, seppellito da chissà quando, che mi emoziona e mi fa voltare a riguardare la piazza, che ora riconosco piacevolmente.
Al risveglio la sensazione di una realtà mancata, una sorta di bisogno a cui il sogno finalmente ha dato forma. Mi rendo conto di quante volte mi sono detto, durante una visita o lavorando sul paesaggio: torno a casa e cerco su quel libro i progetti o rivedo le mappe storiche, o devo ricordare come si chiamava quel film o chi cantava una canzone che parlava di quel posto. E mi rendo conto che non l’ho quasi mai fatto, e che le poche volte che poi ho cercato tra libri e internet non mi è servito a granché: ormai era terminata l’urgenza di completare la sensazione che avevo sul posto ed era scomparsa l’emozione.
D’altra parte, a pensarci, è un paradosso. Abbiamo idea che in Italia gran parte dei beni, dei luoghi e delle iniziative sia documentata: ha avuto la sua mostra, ha la sua app disponibile nel mare magnum del web. Ogni archivio è aperto almeno qualche ora la settimana, ogni progetto è stato illustrato in un libro o una rivista. Ma in realtà tutto ciò è dimenticato sugli scaffali o in fondo ai cellulari, in pratica è inaccessibile quando serve, quando si è sul pezzo, in visita o in discussione di un luogo.   
I documenti ci sono, ma sono difficili da reperire anche perché non sono ordinati geograficamente. Qualche ente pubblico (regioni, grandi città) o privato (TCI, ad esempio) sta costruendo mappe del patrimonio, con sforzi pregevoli, ma comunque il risultato non è e non può essere coprente perché si tratta di documentazioni settoriali e locali. Tanto basta, all’epoca del web, per essere inutilizzate: solo pochi si ricordano di caricare sul tablet la app ennesima che ti dà i documenti da guardare per quel giorno di visita, e poi un’altra per la meta del giorno dopo.   Eppure farebbe comodo, sui luoghi o anche a casa, davanti ad uno schermo più grande, avere sott’occhi un ventaglio di suggerimenti dei documenti storici, di progetto o di interpretazione del paesaggio. Solo immagini evocative, certo, ma tanto basterebbe a aggiungere emozioni, a spolverare memorie. Insomma qualcosa di più stuzzicante delle guide libresche a cui è abituata la mia generazione, o delle wikipedia a cui è abituata quella dei figli e dei nipoti … poi se uno vuole può sempre approfondire a partire dalle fonti che comunque son sempre citate.
Non basta: forse più ancora che approfondire piacerebbe, a noi curiosi, avere idea di quello che c’è intorno al luogo che abbiamo scelto per meta, scoprire gli altri aspetti del paesaggio che per lo più guardiamo polarizzato su un punto, ma che è sicuramente ricco di mille altre attrattive, che non sappiamo.
D’altra parte forse farebbe piacere, a qualcuno che ha casse polverose di progetti, o di vecchie fotografie, o di cabrei delle tenute di famiglia, renderle pubbliche non con un costoso ennesimo libretto che subito si impolvera a sua volta, ma in un modo più utile e vivo, che possa saltar fuori quando si cerca di saper qualcosa sui luoghi a cui i progetti, le foto e i cabrei si riferiscono.
Ma soprattutto farebbe piacere a chi lavora sul paesaggio, ai soggetti vivi del paesaggio attivo, disporre di una mappa dove, accanto ai monumenti e ai panorami, sono segnalate sistematicamente le azioni produttive dei saperi e dei sapori che rendono unica l’esperienza di abitare o visitare i nostri mille luoghi.
Insomma in tempi di narrazioni, manca uno storytelling del territorio, e, parlando di paesaggio, manca un picture romance, o forse un comic book, of landscapes.
 
Queste voglie di emozione e queste potenzialità della ragione hanno spinto l’associazione Landscapefor, che presiedo, a mettere a punto il progetto Landscapefor Atlas.  Si vorrebbe coprire un vuoto sistemico della cultura in Italia. E’ un vuoto a cui siamo abituati, per cui non ci rendiamo conto della geografia delle nostre risorse, delle relazioni di rete e di prossimità tra le testimonianze del nostro patrimonio e tra il patrimonio e le attività caratteristiche o le iniziative delle comunità, che ignoriamo nonostante siano preziose per le qualità dei luoghi che si abitano.
Landscapefor Atlas vuole documentare con immagini, video e cartografie i luoghi e le azioni, rendendole accessibili su una mappa utilizzabile liberamente sul web, da postazioni fisse o mobili. Si vuole accompagnare il visitatore o lo studioso, suscitarne le emozioni e la curiosità. Insomma si vuole dare qualche strumento e lo spazio che si merita a quella straordinaria serendipity che è alla fine la cifra del nostro Paese, dove capita spesso di portarsi a casa ricordi più vividi e sensuali di ciò che hai incontrato per caso che di quello per cui si era cominciato il viaggio.
Landscapefor Atlas si propone come una piattaforma digitale, esplorabile come data base georeferenziato in forma di mappa. I luoghi e le attività sono citati nella mappa come Punti di interesse (POI) e sono corredati dai documenti iconografici che possono aiutare a capire meglio il paesaggio: le viste aeree, le carte e le foto storiche, i progetti, i frame di film, le interviste, le opere di artisti, le musiche. Le immagini (per lo più già disponibili ma disperse nel mare magnum dell’editoria cartacea o web), sono a bassa definizione e sono accompagnate da brevi didascalie organizzate in modo da presentare ciascun POI in forma di racconto illustrato.
La base geografica consente di selezionare i racconti dei vari POI per prossimità: vedo dove sono e vedo che qui vicino ci sono vari punti di interesse. Il data base consente di selezionare i racconti dei vari POI per base tematica: ecco la rete degli interventi italiani che hanno partecipato alle selezioni dei Premi del paesaggio europei, ecco i parchi a Torino, ecco i centri di produzione locali d’eccellenza dell’Appennino centrale (tanto per citare alcune delle prove che hanno inaugurato Atlas).
 
Impossibile completare Landscapefor Atlas: è un work in progress infinito, dato l’immenso corpus di documenti da raccogliere (in Italia sono milioni) e la miniera inesauribile di sapere e di documenti diffusa sul territorio. Quindi l’Atlante è una sorta di sistema editoriale, che pubblica approfondimenti e documentazioni sul paesaggio, per temi o per ambiti territoriali. Ciascuna pubblicazione consente una fruibilità e una riconoscibilità immediate del tema affrontato e contemporaneamente va ad arricchire il deposito complessivo di documentazione sull’Atlante che è sempre on-line.
Ma le funzionalità di Atlas non si fermano a quelle, gratuite, per il fruitore: per i soci si fornisce la possibilità di avere un desktop di Atlas a disposizione, dove si possono inserire i propri documenti, il proprio taccuino di viaggio, oppure dove una classe guidata da un insegnante può compilare le proprie ricerche.
Insomma in tempi di Social network, Landscapefor rende disponibile un Personal Atlas, uno strumento per raccogliere le esperienze territoriali e tenerle in un archivio separato, sempre a propria disposizione. Se si vuole e quando si vuole, si può proporre di pubblicare i propri materiali come contributo all’Atlas generale, che verranno filtrati da una commissione che garantisce la qualità dei contenuti proposti. 
E’ uno strumento del paesaggio attivo di enormi potenzialità: utile ad esempio all’azienda che mappa i propri referenti, al centro di storia locale, al centro progetti, oltre alle scuole e alle guide per i viaggi di gruppo.
 
L’Associazione Landscapefor sta presentando Landscapefor Atlas, dopo un’anteprima al Mibact: il 23 aprile a margine del congresso internazionale dell’IFLA a Torino, il 5 maggio ad Este per la pubblicazione dell’Atlas per la città, il in particolare il 20 maggio, negli spazi ex-Ansaldo a Milano, per la giornata Art Lab di Fondazione Fitzcarraldo, dove verrà esposta un’offerta articolata e complessiva di utilizzo del programma.