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La sfida dell’ArcVision Prize Women and Architecture per il cambiamento sociale

  • Pubblicato il: 15/04/2016 - 13:47
Rubrica: 
BANDI E CONCORSI
Articolo a cura di: 
Francesca Panzarin

Italcementi celebra l’architettura al femminile con un premio dedicato a Gae Aulenti e ricordo speciale per Zaha Zaha Hadid.

Milano. La città che nel 2015 ha celebrato la figura femminile nella mostra La Grande Madre facendo conoscere molte artiste fino ad ora poco note, è stata di recente la sede della premiazione di ArcVision Prize Women and Architecture, il premio internazionale di architettura al femminile ideato da Italcementi Group per sostenere i migliori progetti di visione del sociale.
Un concorso che vuole promuovere soluzioni e valori innovativi sotto il profilo funzionale e tecnologico, con particolare attenzione ai temi della sostenibilità, privilegiando quelle progettiste che lavorano in condizioni particolarmente delicate sia in termini di tipologie che di luoghi e ambiti di intervento. Altro criterio di selezione è aver affiancato all’attività professionale quella in campo educativo e divulgativo.
«È la strada che Italcementi ha
scelto per riaffermare la propria visione della cosiddetta questione femminile, che soprattutto in architettura continua a stupire producendo capolavori di tecnologia e sostenibilità, matrimoni di materiali e forme, sintesi di eleganza ed efficienza» ha dichiarato Carlo Pesenti, Consigliere Delegato di Italcementi.
 
L’azienda promuove una serie di altre iniziative legate al settore culturale: dalla partecipazione alla Biennale di Venezia alla collaborazione con Triennale di Milano, dalla sponsorizzazione del congresso Mondiale degli Architetti di Torino alla partnership con il MAXXI sul progetto espositivo dedicato alla figura di Pier Luigi Nervi. La relazione con l’architetto americano Richard Meier ha portato alla realizzazione della chiesa Dives in Misericordia di Roma e dell’i.lab, il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi. Nei laboratori Italcementi sono nati anche il cemento trasparente i.light utilizzato per il Padiglione italiano all’Expo di Shanghai 2010 e il cemento biodinamico usato per la struttura ramificata del Padiglione Italia all’Expo di Milano 2015.
La premiazione della IV edizione del’ArcVision Prize è stata uno dei primi eventi a inaugurare la XXI Triennale Internazionale di Milano.
La Giuria, composta da professioniste di primo piano nel settore architettonico ma anche socio-economico provenienti da tutti i continenti, ha selezionato oltre 100 progetti provenienti da 20 Paesi.
 
«L’immaginazione è gender neutral ma il successo è una questione di opportunità - sostiene Yvonne Farrell, socia fondatrice dello studio Grafton Architects che ha realizzato la nuova Bocconi – Se nelle università il 50-60% degli studenti sono ragazze, negli studi di architettura solo il 10% dei capi sono donne. Il Premio cerca role model nella loro community. Quello dell’architetto è una professione che necessita di un cambiamento e le donne sono portatrici naturali del cambiamento sociale».
 
«Altro obiettivo del premio – ha ricordato Martha Thorne, direttore del Pritzer Prizeè quello di iniziare a creare una documentazione. Abbiamo bisogno di persone che ci raccontino attraverso i loro progetti di come stiamo cambiando come società».
 
Dopo la brasiliana Carla Juaçaba (2013), la portoghese Ines Lobo (2014) e la svizzera Angela Deuber (2015), la vincitrice di quest’anno è l’americana Jennifer Siegal, fondatrice dello studio Office of Mobile Design specializzato nella realizzazione di spazi “transitori”, strutture mobili, smontabili e riposizionabili.
Il premio consiste in un progetto di ricerca e workshop presso il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi Group a Bergamo oltre che un premio di natura economica, con l'invito alla vincitrice di destinarne una parte a iniziative progettuali a finalità sociali.
Dopo il tributo del 2015 a Lina Bo Bardi, quest’anno il Premio Speciale è andato a Gae Aulenti, come riconoscimento del suo percorso professionale in costante dialogo tra le arti attraverso il design, l’architettura, gli allestimenti e la scenografia.
Un ricordo particolare è stato tributato a Zaha Hadid recentemente scomparsa, unica donna ad aver vinto il Premio Pritzker nel 2004 e progettista del Museo MAXXI di Roma. «Una gran dame dell’architettura perché ha aperto le porte a molte donne – ha ricordato Yvonne Farrell - Quando manca una persona di questo calibro è come se cambiasse il paesaggio».
 
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