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La scultura va a vivere in città

  • Pubblicato il: 30/09/2011 - 12:36
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Jenny Dogliani
Allestimento della Fondazione Peano

Cuneo. Istituita nel 1993 da Roberto Peano, la Fondazione è nata con l’intento di promuovere la scultura nello spazio urbano. La programmazione messa a punto negli anni si è rivolta a sostenere, studiare e divulgare i linguaggi l’arte plastica contemporanea a 360°, attraverso pubblicazioni, concorsi, mostre e convegni. Un’attività culturale e artistica di levatura internazionale, resa possibile grazie al sostegno di Regione Piemonte, Provincia e Comune di Cuneo, Fondazione CRT e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
In questa direzione nel 1997 viene varato l’annuale «Concorso Internazionale Scultura da Vivere». Un premio rivolto a giovani autori provenienti dalle Accademie di Belle Arti, che ogni anno si confrontano su un tema specifico, accompagnato dal 2008, da seminari e convegni con critici, curatori ed esperti che offrono l’occasione per indagare i molteplici aspetti del area di riflessione affrontato.

Nel concorso 2001 «ItalyaItali», dedicato al 150° dell’Unità d’Italia, 35 artisti sono gli artisti coinvolti. I bozzetti dei partecipanti sono esposti nella sala espositiva della Fondazione fino al 2 ottobre, mentre l’opera vincitrice di Andrea Marcianò, realizzata nelle dimensioni originali grazie al contributo della Fondazione, è inserita in permanenza nei giardini di Villa Custoza, in viale degli Angeli, contribuendo a fare del centro storico cittadino una galleria a cielo aperto che già ospita le opere premiate nelle precedenti edizioni.

A decretare il vincitore è stata una giuria composta da Riccardo Cordero, Claudia Ferraresi, Filippo Scimeca, l'assessore Comunale alla Cultura Alessandro Spedale  e il Presidente della Fondazione Attilia Peano.

Allievo di Filippo Scimeca all’Accademia di Belle Arti di Brera, Andrea Marcianò, ventiduenne, presenta una scultura in bronzo. Abbandonato il filone figurativo, l’artista bergamasco abbraccia un linguaggio più prettamente concettuale, elaborando forme naturali. In questo caso due metà emergono dal terreno, separate e attratte in un’unica forma, archetipica e misteriosa. I due elementi spingono al contempo verso il basso, l’alto, l’interno e l’esterno, in un raffinato gioco di equilibri che fa leva su tensioni contrastanti e si propaga all’infinito.

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