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La Pasqua italiana di quest’anno è ancora più dolce: record di visite nei musei

  • Pubblicato il: 24/04/2014 - 11:41
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Articolo a cura di: 
Micole Imperiali

Il 43% a Pasqua e il 175% a Pasquetta per un totale medio pari circa al 90% in più rispetto all’anno scorso. Non intendiamo dare i numeri, ma un’idea della consistenza delle visite registrate durante le vacanze pasquali di quest’anno ai musei italiani. Ma andiamo nello specifico: a Roma iMusei Civicihannoregistrato circa 30.000 visitatori in soli quattro giorni (dal 18 al 21 aprile), ma anche il record di Torino fa ben sperare per i ponti del 25 aprile e primo maggio. A Padova poi si sono staccati 2.000 biglietti alla mostra di Renzo Piano a Palazzo della Ragione mentre sono stati più di 1.000 i turisti passati dall'infopoint di galleria Pedrocchi. Ancora, 25.000 visitatori in più a Pompei, e 2.000 visite in più agli Uffizi di Firenze. A Milano, ad ottenere il record sono stati la mostra «Klimt. Alle origini di un mito» di Palazzo Reale con 5.320 ingressi e il Castello Sforzesco(2.973 visitatori). A registrare invece un calo è Venezia, dove non si è avuto il tutto esaurito neanche negli alberghi, con un 80-85% di camere occupate. Molte le mostre –di cui l’Italia paradossalmente è importatore netto-che rinnovano i musei per attrarre visitatori. Ma non sempre i grandi numeri fanno la differenza. Pierluigi Sacco, uno dei massimi economisti della cultura, ascoltato da Repubblica Torino ha affermato che bisognerebbe piuttosto puntare su innovazione e formazione: «il valore della cultura non dipende solo dal fatto di generare fatturato, ma dal fatto di essere un elemento di coesione sociale. Non siamo più solo spettatori: la mostra del grande artista, i festival come passerella, lo spettacolo del nome famoso sono modelli del secolo scorso. Non abbiamo bisogno del genio isolato, dobbiamo consentire alle persone di essere parte di un processo di creazione condivisa di significato. In sintesi, la filiera è questa: dinamismo imprenditoriale, iniziativa creativa, attrazione dei capitali». Meno grandi mostre più strategia culturale.

Leggi l’intervista a Pierluigi Sacco

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