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La Galleria Ricci Oddi: per noi «ciò che conta è traghettare la memoria»

  • Pubblicato il: 13/09/2013 - 17:17
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Sandro Parmiggiani
La «Place d’Anvers» di Federico Zandomeneghi

Piacenza. Dal primo gennaio 2013 la Galleria Ricci Oddi ha un nuovo direttore, Maria Grazia Cacopardi (Piacenza, 1965), che aveva assunto le funzioni di coordinamento dell’istituzione dopo la scomparsa del precedente direttore, Stefano Fugazza, nel 2009. Il Consiglio d’Amministrazione della Ricci Oddi (formato da membri designati dal Comune di Piacenza, dalla Prefettura, dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, dall’Associazione Amici dell’Arte, nata all’epoca come espressione dell’élite culturale cittadina, dall’Accademia di San Luca, dalla famiglia Ricci Oddi) ha ritenuto opportuno individuare come direttore non tanto uno storico dell’arte quanto una figura con valenze prevalentemente gestionali, che garantisca il funzionamento della complessa struttura. Maria Grazia Cacopardi si è data un obiettivo chiaro: privilegiare la conservazione e la fruizione delle opere della collezione, giacché la Ricci Oddi è in primo luogo chiamata a trasmettere alla generazioni future ciò che le è stato affidato dal fondatore e ciò che vi è pervenuto con successive donazioni. Questa idea di un dovere di «traghettamento della memoria» è confermata dalla creazione di un Ufficio Conservazione per una supervisione costante delle opere, e dalla mostra temporanea realizzata nella primavera 2013, «Tra segno e colore. Opere su carta della collezione Ricci Oddi», che presenta 57 opere su carta (disegni e incisioni) della collezione, su alcune delle quali erano evidenti i segni del tempo. L’esposizione, oltre ad avere fatto conoscere un corpus di opere poco note, realizzate con tecniche scarsamente apprezzate, ha sollecitato un intervento conservativo, che si è realizzato e che ha consentito, tra l’altro, nel restauro di un carboncino di Odoardo Borrani, retro un foglio recante un altro disegno dell’artista. Gli attuali vincoli di risorse non consentono alla Ricci Oddi di pensare a frequenti progetti espositivi, anche se si sta lavorando a una importante, mostra prevista nel 2015, in occasione dell’Expo milanese, dedicata a Federico Zandomeneghi, di cui la Galleria conserva uno dei capolavori, «Place d’Anvers», del 1880. Ciò non significa, tuttavia, una Ricci Oddi sonnacchiosa e silente (i visitatori del 2012 sono stati oltre 12mila).
Al contrario il museo vuole sempre più affermarsi come un soggetto culturale importante al servizio della città: sono perciò in programma piccole esposizioni (nella Galleria gli spazi per mostre temporanee sono assai esigui) con opere della collezione e iniziative rivolte a pubblici differenziati («aperitivi in galleria»; attività ludiche per i bambini la domenica), conferenze che siano occasione di riscoperta di opere della Galleria. Negli ultimi anni, dice la direttrice, il Comune ha fatto grossi sforzi finanziari per migliorare la situazione della Ricci Oddi, che per fortuna vanta una collezione unica dell’Ottocento e dei primi decenni del Novecento, di cui tante grandi città sono prive.

Per informazioni: Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, via San Siro 13,
Piacenza, tel. 0523 320742, www.riccioddi.it

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In «Vedere in Emilia Romagna e nella Repubblica di San Marino» allegato al numero di settembre de «Il Giornale dell'Arte», ora in edicola.