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La formula vincente del Salone della CSR e dell’innovazione sociale: il futuro della sostenibilità passa attraverso la logica del confronto e del win-win

  • Pubblicato il: 10/10/2016 - 13:51
Rubrica: 
DOVE OSA L'INNOVAZIONE
Articolo a cura di: 
Francesca Panzarin

Secondo Rossella Sobrero, membro del gruppo promotore, nelle organizzazioni sta emergendo una maggiore consapevolezza dell’importanza della responsabilità sociale come strumento strategico capace di incidere sui piani dell’organizzazione nel breve, medio e lungo periodo. Con un’attenzione particolare al territorio in cui l’azienda opera

Milano. A pochi giorni dalla conclusione della tappa nazionale 2016 del Salone della CSR e dell’innovazione sociale, l’evento che da 4 anni si propone di comprendere i mutamenti in atto e individuare i fattori che possono contribuire alla sostenibilità delle organizzazioni, abbiamo chiesto a Rossella Sobrero, membro del gruppo promotore e vera anima dell’evento, di raccontare le novità di questa edizione incentrata su tre parole chiave: cambiamento, coesione, competitività.
Il format, che non ha uguali a livello internazionale, nasce da un network di diverse realtà (Università Bocconi, Unioncamere, CSR Manager Network, Alleanza delle Cooperative Italiane, Fondazione Sodalitas, Koinètica) che condividono una visione: nella società odierna solo la collaborazione tra i diversi attori sociali può portare a un nuovo modello di sviluppo e alla creazione di valore condiviso.
Anche questa edizione si caratterizza per la volontà di coniugare teoria e pratica, offrire contenuti di alto livello, dare spazio alle esperienze positive, creare occasioni per fare rete tra imprese, associazioni non profit, esperti, studenti, docenti.

Come sta crescendo e su che temi si sta sviluppando il Salone?
Il bilancio 2016 è più che positivo: 143 organizzazioni presenti al Salone, il 30% in più rispetto all’edizione dello scorso anno. Il 35% ha partecipato per la prima volta alla manifestazione e il 65% ha confermato la presenza anche alla quarta edizione. Il 50% sono grandi imprese, il 25% PMI e il 25% organizzazioni non profit e fondazioni. Il 30% opera nel settore manufatturiero e il 70% nel settore dei servizi. Ancora poco presente, purtroppo, la Pubblica Amministrazione, un settore che dovrebbe riuscire ad aprirsi di più a questi temi.
Negli oltre 60 eventi del programma culturale, grazie alla collaborazione di 250 relatori, sono stati affrontati sia temi “di frontiera” (imprese e carceri, rigenerazione urbana e periferie, la spinta gentile per comunità sostenibili, smart working, open innovation) che argomenti centrali per la vita delle organizzazioni (volontariato d’impresa, benessere organizzativo, valorizzazione della diversità, attenzione alla comunità, ect…).

Dal punto di vista qualitativo dagli interventi è emersa la maggiore consapevolezza delle imprese, e non solo, sull’importanza della responsabilità sociale come strumento strategico capace di incidere sui piani dell’organizzazione nel breve, medio e lungo periodo. Le imprese sono sempre più attente ad ascoltare i loro stakeholder, esterni e interni, si muovono verso la open innovation come strumento organizzativo e culturale, stanno imparando a comunicare in modo corretto le loro azioni di responsabilità sociale. E soprattutto hanno capito che la reputazione è sempre di più un asset intangibile importante che permette di aumentare la fiducia degli investitori portando a una riduzione dei costi di controllo e negoziazione. Alcuni analisti finanziari affermano che i capitali intangibili pesano per più dell’80% sul valore delle azioni con un rapporto invertito rispetto a 40 anni fa quando contavano meno del 20%.

Quali sono le prossime tappe del progetto?
Come negli anni precedenti, sono in preparazione le tappe territoriali che coinvolgeranno aree diverse: si partirà da Genova (marzo) per proseguire con Roma (aprile) e Bologna (maggio). Stiamo verificando la fattibilità in altre città che ci hanno chiesto di poter ospitare il Salone nel 2017, magari con un format più semplice rispetto all’evento nazionale milanese.
L’ottica della territorialità è fondamentale per coinvolgere anche le medio-piccole aziende locali, che non verrebbero mai a Milano e hanno invece bisogno di comunicare la loro presenza attiva sul loro territorio.

Quali sono state le novità dell’edizione 2016?
Una novità di grande successo è stata la Maratona d’impresa, un inedito programma televisivo in onda e in streaming durante i 2 giorni di Salone. Grazie a uno studio posizionato in un’area strategica con postazione per interviste, spazio per il pubblico, un videobox a disposizione dei partecipanti, siamo riusciti a rendere ancora più animato l’evento e valorizzarne i protagonisti.
Per diffondere i valori della CSR e della sostenibilità tra i più giovani abbiamo organizzato due workshop dedicati a studenti delle scuole superiori e studenti universitari. La presenza tra i relatori di alcuni giovani del network CSRnatives ha offerto la possibilità di ascoltare attese, riflessioni, idee di chi rappresenta il futuro della sostenibilità.

Infine, per l’edizione 2016 è stata realizzata una pubblicazione a più voci (“L’impresa di domani. Innovativa, sostenibile, inclusiva”, Egea), un viaggio nel mondo della sostenibilità per capire com’è cambiato il modo stesso di fare impresa attraverso brevi saggi di esperti internazionali e riflessioni delle organizzazioni protagonisti del Salone.

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