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La Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì porta il liberty nel complesso di San Domenico

  • Pubblicato il: 16/09/2013 - 08:33
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Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Anna Follo

Forlì. È stato presentato durante il festival «Cervia ama il mare» il tema della nona mostra organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì nel complesso di San Domenico, che sarà dedicato allo stile floreale. «Liberty. Uno stile per l’Italia moderna», dopo la mostra su Wildt e quella dedicata al Novecento italiano, chiude il trittico di esposizioni dedicate al secolo breve.
La mostra, che sarà aperta dal 1 febbraio al 15 giugno 2014, nasce con l’obiettivo di offrire per la prima volta al pubblico un percorso che indaga il Liberty non solo come fenomeno di stile e di costume, ma come movimento ampio e integrato che ha recuperato modelli lontani, dal Rinascimento a Botticelli, ma anche nei grandi movimenti europei, Wiener Secession in primis.
La collaborazione con i più importati musei nazionali ha permesso di mettere insieme un’imponente selezione di opere tra cui dipinti di Previati, Segantini, Pellizza da Volpedo, Sartorio, Casorati, Balla, Bucci, Boccioni le sculture di Bistolfi, Wildt e Martini, le vetrate e i ferri battuti di Mazzucotelli e Bellotto, le ceramiche di Galileo Chini, i manifesti di Dudovich, Terzi, Hohenstein, le edizioni di pregio delle opere di D’Annunzio, Pascoli e Gozzano e le partiture di Puccini, Mascagni e Ponchielli.
I curatori Maria Flora Giubilei, Fernando Mazzocca e Alessandra Tiddia, sotto la direzione generale di Gianfranco Brunelli, hanno progettato una mostra che si muove in modo trasversale tra tutte le espressioni artistiche,  indagando in modo ampio le reciproche influenze fra pittura, scultura, arti decorative, arredo, moda, design e letteratura.
Durante la presentazione della mostra Gianfranco Brunelli ha voluto sottolineare che il «Liberty ha dominato la scena europea tra l’ultimo decennio dell’Ottocento e la prima guerra mondiale. Il percorso espositivo propone la rilettura del modello stilistico dell’arte floreale e approfondisce le relazioni con l’arte europea del periodo: il Liberty non è una corrente ma l’insieme degli artisti simbolisti che attraversarono fasi in cui dominò lo stile floreale o ornamentale. Nel Liberty la parte ornamentale acquista maggior valore rispetto all’architettura, a partire dalla Torre Eiffel fino alle costruzioni estreme di Gaudì, nel Liberty quello che era considerato superfluo diventa essenziale. L’allestimento è basato su rimandi e confronti della pittura con la scultura e le arti decorative, dalle vetrate ai ferri battuti, ai mobili, agli oggetti d’arredo, ai tessuti».
La mostra mantiene l’impronta glocal che la Fondazione ha voluto dare a tutte le sue mostre, infatti esplora il Liberty in Italia e delle sue connessioni internazionali ma, al contempo, non tralascia di sottolineare le relazioni e gli sviluppi del movimento sul territorio: dalla mostra parte infatti un interessante itinerario alla scoperta dello stile floreale a Forlì, Faenza e in tutta la Romagna.

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