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L’ultimo imperatore

  • Pubblicato il: 14/10/2011 - 01:17
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Lidia Panzeri
Un dipinto su seta di Giuseppe Castiglione

Treviso. È Pu Yi, l’ ultimo imperatore, il protagonista della quarta e conclusiva mostra del progetto «La via della seta e la civiltà cinese», che a Casa dei Carraresi ha ripercorso la storia della Cina. L’ultima dinastia, quella dei Manciù, la dinastia guerriera dei Qing giunta al potere nel 1644, si concluse nel 1911 con la deposizione dell’imperatore Pu Yi, un bambino di appena sei anni. Reintegrato, ma ormai ridotto a fantasma di se stesso, negli anni dell’occupazione giapponese (1932-45) e relegato nel palazzo di Changchun in Manciuria, fu poi imprigionato dai maoisti (1950-59) e, infine, fu cittadino della Repubblica popolare cinese fino alla sua morte, nel 1967. Vent’anni dopo Bernardo Bertolucci ne rappresentava le vicende nel film «L’ultimo imperatore». Nella mostra «Manciù. L’ultimo imperatore», in programma dal 29 ottobre al 13 maggio in occasione dell’Anno della Cina in Italia, promossa dalla Fondazione Cassamarca e curata, come le precedenti, da Adriano Madaro, a Pu Yi sono dedicate le quattro sezioni finali attraverso ciò che rimane dei reperti storici che, per la prima volta, escono dal palazzo di Changchun: vestiti, divise militari, gioielli sfuggiti al controllo dei suoi carcerieri, fotografie e documenti inediti, oltre alla patetica gabbietta del grillo che alleviava la sua solitudine di bambino nella Città Proibita. L’inizio è più trionfale: il trono dinastico in legno di sandalo, incastonato di gemme preziose; gli strumenti della conquista (spade e archi); cofani in oro che contenevano i sigilli imperiali; gioielli in giada e oro, materiali preziosi che si ritrovano, insieme a ceramica e lacca, anche negli oggetti quotidiani, quali vassoi, vasi e teiere; i lussuosi vestiti in seta, maschili e femminili. Infine i solenni ritratti dei 12 imperatori Qing, messi a confronto con l’eleganza dei dipinti in seta, di soggetto naturalistico, di Giuseppe Castiglione, che in Cina trasferisce tutta la leggerezza del secolo dei lumi. A Treviso, dopo la Cina, sarà protagonista l’antica civiltà dell’India.

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da Il Giornale dell'Arte numero 313, ottobre 2011