L’expottimismo diffuso e la legacy di Expo2015 per il lavoro e le donne
La Carta per le pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro, la Carta di Milano dei bambini e WE - Women for Expo diventano modelli per le prossime esposizioni universali
Milano. Partiamo dai numeri: gli ultimi dati ufficiali di ExpoMilano2015, al netto delle contestazioni, continuano a crescere: al 30 giugno i biglietti venduti sono 15,6 milioni (certificati Deloitte Consulting), quelli già emessi 8 milioni e 450 mila, gli accessi ai tornelli nei primi due mesi 6,1 milioni, di cui il 15% con biglietto serale. Considerando che il 40% degli ingressi avviene negli ultimi due mesi, l’obiettivo dei 20 milioni di visitatori sembra raggiungibile.
Il cluster del caffè ha dichiarato 2 milioni di visitatori, Brasile e Stati Uniti 1 milione. La criticatissima mostra Tesori d’Italia curata da Vittorio Sgarbi nello spazio di Eataly attira una media di 700 persone al giorno.
Secondo l’ultima indagine GFK il 58% dei visitatori dichiara di voler tornare a visitare l’Expo. L’expottimismo è un dato acquisito ed evidenzia il ruolo determinante dei social media come fonte di informazioni sulle percezioni dei consumatori e sulla misura in cui il loro comportamento è influenzato dalle valutazioni degli altri utenti. Se nei mesi precedenti l’inaugurazione i commenti dei visitatori rivelavano un atteggiamento pessimistico, grazie a una precisa strategia mediatica da maggio la sentiment analysis registra una decisa inversione di tendenza.
Il mese di giugno ha visto il lancio di alcuni importanti progetti che ambiscono a diventare modelli per le prossime Expo. «Vorrei depositare al BIE (Bureau International des Expositions), alla fine dell’Esposizione, un documento che contenga tutte le nostre iniziative a favore delle diversità, in modo che in futuro il nostro modello diventi il parametro per le prossime Esposizioni Universali. Vogliamo che il nostro segno rimanga anche in futuro» ha dichiarato il Commissario Giuseppe Sala.
Un primo esempio è la Carta per le pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro, una dichiarazione d’intenti sottoscritta volontariamente da imprese e pubbliche amministrazioni per la diffusione di una cultura aziendale, amministrativa e di politiche delle risorse umane inclusive, libere da discriminazioni e pregiudizi. «Abbiamo raggiunto oltre 700 mila lavoratori - ricorda Carlo Antonio Pescetti, Consigliere Delegato Sodalitas, uno degli enti promotori - ma in realtà si tratta di una goccia nel mare, perché pari opportunità vuol dire tanti tipi di parità. La firma è un inizio importante, ma poi è necessario che si mettano in atto iniziative per soluzioni concrete».
Un’altra iniziativa importante è la Carta di Milano dei bambini, nata da un'idea di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e dedicata ai piccoli tra i 5 e i 13 anni.
Per agevolare la lettura e la comprensione della versione originale i futuri cittadini del mondo sono guidati da una serie di proposte educative che usano un linguaggio semplice e disegni colorati all’insegna del motto “Cibo buono per tutti”.
«L’obiettivo è creare un incontro tra generazioni: vogliamo che questa Carta unisca bambini, genitori e insegnanti in un clima di responsabilità per un futuro del pianeta equo e sostenibile» ha sottolineato Massimiliano Tarantino, Direttore esecutivo di Laboratorio Expo.
Da luglio e ottobre il LabExpo di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli diventa #LabExpo: grazie alla collaborazione con TwLetteratura la comunità degli utenti del social media è invitata a una riflessione online su sostenibilità, agricoltura e nutrizione, cibo e identità, nuove governance urbane, innovazione tecnologica e sociale. Dal 13 luglio a cadenza settimanale il metodo di lettura e riscrittura di TwLetteratura sarà applicato ad alcune parti salienti del Patto della Scienza, il lavoro portato avanti sotto la direzione di Salvatore Veca nell’ambito del programma scientifico di Expo2015 e alla base scientifica della Carta di Milano.
Altra iniziativa da segnalare è ExplorEXPO School, una serie di corsi di approfondimento realizzati in collaborazione con ISPI per affrontare i temi relativi alla povertà, sicurezza alimentare, smart cities e accesso all’energia attraverso casi studio derivanti dall’esperienza diretta dei esperti e ricercatori.
Il 29 giugno sono iniziate le Women’s Weeks (“L’altra metà della Terra”), due settimane di eventi internazionali dedicati alle donne organizzati da WE - Women for Expo, progetto di Expo2015 concepito fin dal 2008 da Emma Bonino allora Ministro del Commercio estero, Letizia Moratti ex sindaco di Milano e da Diana Bracco oggi Commissario del Padiglione Italia.
Grazie alla collaborazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, l’iniziativa pone per la prima volta le donne al centro di un’Esposizione Universale, invitando a riflettere su quanto la dimensione femminile sia connaturata al tema di Milano.
Grazie al supporto di FAO e World Food Program, il Board internazionale di WE-Women for Expo ha creato la Women for Expo Alliance, un manifesto di azioni concrete indirizzate a individui, settore pubblico e settore privato contro lo spreco alimentare.
Per contribuire ad arricchire di contenuti il dibattito sull’alimentazione sostenibile con uno sguardo femminile sul mondo, il percorso del progetto è accompagnato dalla nomina di oltre 100 WE Ambassador, donne italiane e straniere, scrittrici, artiste, attrici, cantanti, scienziate, imprenditrici, protagoniste della società civile, aderenti a ONG e Associazioni.
Il programma delle Women’s Weeks ha alternato oltre 50 tra conferenze a readings, incontri, spettacoli e performance che hanno interpretato il nutrimento come arricchimento della mente e dell’anima coinvolgendo associazioni e fondazioni tra cui Valore D, Women’s Forum, Oxfam, Fondazione San Patrignano, Human Foundation, ActionAid, Save the Children, Aspen Institute. Più di 500 donne provenienti da tutto il mondo hanno partecipato agli eventi.
A conclusione delle due settimane, Vicente Loscertales, segretario generale del BIE, ha confermato che WE non resterà un’esperienza solo di Milano, ma sarà un lascito per le Esposizioni Universali del futuro. «Stiamo lavorando per vedere in che modo WE possa migrare da Milano a Dubai2020 - ha annunciato Emma Bonino - una legacy decisiva, per conto delle donne e per le donne. Expo 2015 deve diventare, su queste basi, una tappa irrinunciabile per chiunque creda che le donne rappresentino un formidabile motore di crescita e di cambiamento in tutto il mondo».
Le attività del progetto WE continueranno fino a fine ottobre con la presentazione delle realtà che hanno partecipato ai due concorsi sull’imprenditoria femminile lanciati lo scorso anno per individuare le best practice caratterizzate da un’attenzione alla qualità e ai tempi del lavoro.
In Cascina Triulza prosegue il programma settimanale costruito dal basso (a partire dalle proposte delle organizzazioni della Società Civile e delle istituzioni pubbliche che partecipano alle Call del Padiglione) coinvolgendo personalità da tutto il mondo a confronto sul tema di Expo2015. A luglio il focus sarà su cooperazione internazionale e lo sviluppo sostenibile nel mondo attraverso il modello d’impresa cooperativo.
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