L’Expo va di moda
La moda, oltre al design, è uno dei settori strategici per l’economia della città, del Paese. In occasione dell’ultima fashion week la Camera di Commercio di Milano ha aggiornato i dati: la moda pesa l’11%dei 35 miliardi di esportazioni italiane (Firenze e Vicenza pesano 3 miliardi ciascuna); il fatturato del comparto sul territorio milanese vale 13,4 miliardi, quasi un quinto degli 80 nazionali;.
La settimana della moda femminile di fine febbraio a Milano (6 giorni di sfilate, 151 collezioni), considerata da alcuni la prova generale di Expo, si è conclusa con un bilancio positivo. L’indotto generato sugli hotel è pari a 10 milioni di euro.
Questa effervescenza è stata accompagnata dall’annuncio di importanti collaborazioni tra mondo della moda (fondazioni e aziende) e quello della cultura pubblica. La vicinanza delle date di apertura di Expo e della Biennale di Venezia sta creando un’interessante gara di posizionamenti strategici tra le realtà del mondo della moda (aziende e fondazioni) impegnate a sostenere l’arte.
Esempio di progetto trasversale è la mostra open air «SOPRA IL SOTTO – Tombini Art raccontano la Città Cablata»: da febbraio 2015 a gennaio 2016 tra via Montenapoleone e via Sant’Andrea sono visibili 24 tombini d’autore, pezzi unici cesellati a rilievo e dipinti a mano, ideati appositamente dagli stilisti che hanno aderito al progetto: Giorgio Armani, Just Cavalli, Etro, Missoni, Larusmiani, Laura Biagiotti, Costume National, Moschino, 10 Corso Como, Prada, Trussardi, DSquared2, Versace, Iceberg, Brunello Cucinelli, Hogan, Alberta Ferretti, Valentino, Salvatore Ferragamo, Emilio Pucci, Giuseppe Zanotti Design, Ermenegildo Zegna.
La terza edizione della mostra, un progetto di Metroweb, in collaborazione con la Camera Nazionale della Moda Italiana e in partnership con Oxfam Italia, vuole focalizzare l’attenzione sull’interazione tra arte e moda nel contesto urbano e sull’innovazione tecnologica, a partire dalla rete in fibra ottica dell’azienda che ha reso Milano la città più cablata d’Europa.
Come per le scorse edizioni, a chiusura della mostra i tombini saranno battuti all’asta da Christie’s e il ricavato devoluto a favore dell’organizzazione non profit, Civil Society Participant di Expo 2015.
Fondazione Trussardi, definita dal suo direttore artistico Massimiliano Gioni «un museo itinerante che porta l’arte contemporanea in città», prosegue la sua ricerca decennale nella produzione e promozione dell’arte contemporanea e si presenta all’appuntamento di ExpoMilano2015con due grandi eventi che si richiamano all’idea di nutrizione.
Il primo è la mostra La Grande Madre (Palazzo Reale, 25 agosto-15 novembre 2015) a cura dello stesso Gioni, un percorso provocatorio sulla figura simbolo della creatività e metafora della definizione stessa di arte. L’esposizione, i cui temi e programmi collaterali verranno presentate a fine marzo, è l’evento portante del calendario di Expo in Città, il contenitore che riunisce tutte le manifestazione che si svolgeranno a Milano nei sei mesi di Expo2015.
Con questa mostra per la prima volta Fondazione Trussardi avvia un progetto di collaborazione pubblico-privato con il Comune di Milano (che mette a disposizione il prestigioso spazio di Palazzo Reale) e BNL Gruppo BNP Paribas (main sponsor).
L’esposizione, sviluppata sui 2.000 mq al piano nobile di Palazzo Reale, analizzerà l'iconografia e la rappresentazione della maternità nell'arte del Novecento, dalle avanguardie fino ai nostri giorni, attraverso le opere di oltre cento artisti internazionali: dalle veneri paleolitiche alle ‘cattive ragazze’ del postfemminismo, dalla tradizione millenaria della pittura religiosa ai grandi temi del contemporaneo legati al femminile (il corpo, il potere, la clonazione, i nuovi modelli).
Il secondo spettacolare progetto è Wheatfield (Campo di Grano), un’opera d’arte ambientale dell’artista americana Agnes Denes (1931), realizzatoin collaborazione con Fondazione Riccardo Catella e Confagricoltura.Da marzo a ottobre 2015 un campo di grano di 5 ettari verrà seminato, coltivato e raccoltoall’interno dell’area di Porta Nuova, oggetto di un’ampia riqualificazione grazie a un piano urbanistico dal forte impatto architettonico che ha ridisegnato lo skyline della città.Realizzato per la prima volta nel 1982 a New York in un’area di un ettaro a Battery Park City per riportare l’attenzione del pubblico su valori della condivisione e della salvaguardia del territorio, Wheatfield è rimasto nella memoria collettiva come una delle opere di arte ambientale più celebri, un capolavoro dalla potente carica simbolica e dalla grande forza trasgressiva.L’edizione italiana, che ha preso in via lo scorso 28 febbraio con una grande semina collettiva a cui hanno partecipato oltre 5.000 milanesi, accoglierà i visitatori di Expo sulla soglia della nuova porta d’ingresso della città, invitandoli a riflettere sui temi della sostenibilità e della ridistribuzione delle risorse.
Fondazione Prada, la cui sede veneziana di Ca’ Corner della Regina si confronta con Palazzo Grassi e Punta della Dogana del magnate del lusso francese Pinault, il 9 aprirà la sua nuova sede milanese in Largo Isarco, nella zona sud della città.Progettata dallo studio di architettura OMA, guidato da Rem Koolhaas, lo spazio (19.000 mq) è il risultato della trasformazione di una distilleria degli anni dieci del Novecento che combina edifici preesistenti e tre nuove costruzioni.
La sede accoglierà il pubblico con due spazi nati da collaborazioni speciali: un’area didattica educazione dedicata ai bambini, sviluppata con gli studenti dell’École nationale supérieure d'architecture de Versailles e un bar ideato dal regista Wes Anderson che ricrea l’atmosfera dei tipici caffè di Milano.
La vocazione multidisciplinare della Fondazione sarà declinata in una pluralità di attività tra cui le installazioni site-specific di Robert Gober e Thomas Demand in dialogo con le architetture industriali e un documentario inedito di Roman Polanski che esplorerà le suggestioni cinematografiche che hanno ispirato i suoi film.
La mostra «Serial Classic» (dal 9 maggio al 24 agosto 2015) dedicata alla scultura classica, esplorerà il rapporto ambivalente tra originalità e imitazione nella cultura romana e il suo insistere sulla diffusione di multipli come omaggi all’arte greca. In contemporanea a Venezia, sempre a cura di Salvatore Settis, sarà aperta la mostra «Portable Classic» che esplora origini e funzioni delle riproduzioni in miniatura di sculture classiche.
Promossa dal Comune di Milano Cultura e nata dalla collaborazione tra Palazzo Reale e Fondazione Furla, dal 5 marzo al 12 aprile 2015 nelle sale dell’Appartamento dei Principi sarà visibile la mostra «GROWING ROOTS – 15 anni del Premio Furla», la retrospettiva che ripercorre le dieci edizioni del Premio dedicato ai giovani talenti dell’arte contemporanea attraverso le opere dei suoi vincitori.
«GROWING ROOTS è un omaggio alla storia del Premio e a tutti coloro che negli anni ne hanno fatto parte - ha sottolineato Giovanna Furlanetto, Presidente di Fondazione Furla e Furla S.p.A. – e allo stesso tempo segna una fase nuova e importante: la collaborazione con il Comune di Milano e Palazzo Reale, nell'anno di EXPO, è un gradino particolarmente significativo di questo percorso di crescita per valorizzare capacità, idee e visioni dei giovani artisti, che sono la vera radice del nostro futuro».
A 50 giorni dall’esposizione universale, prima di volare negli USA, passa per Milano «La camicia bianca secondo me” , la mostra che ripercorre l’avventura di Gianfranco Ferré e del capo prediletto. Come amava dire lo stilista «un segno, forse IL segno del mio stile, che si dichiara una costante ricerca di novità e un non meno costante amore per la tradizione».Organizzata dalla Fondazione Gianfranco Ferré il collaborazione con la Fondazione Museo del tessuto di Prato, l’esposizione delle 27 camicie bianche, che rappresentano un ventennio di carriera, sarà visibile dal 10 marzo all’1 aprile nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano, dove aveva sede la storica maison.
Giorgio Armani, finora intervenuto solo in modo indiretto nel settore della cultura milanese (l’ultimo evento sponsorizzato è la mostra di Bramante alla Pinacoteca di Brera), il prossimo 30 aprile, dopo la sfilata della sua linea di alta moda Privè che inaugurerà Expo (di cui è stato nominato special ambassador), ha annunciato l’apertura del Silos Armani, chiamato così perché lo spazio è stato ricavato all'interno dei silos usati dalla Nestlé per immagazzinare il cibo.
Situato in zona Tortona, nell'area ex Nestlè (24 mila mq con tanto di parco con querce centenarie che lo stilista aveva acquisito nel 2005, di fronte all'Armani Teatro progettato nel 2011 da Tadao Ando), lo spazio ospiterà l'archivio-museo della casa di moda e verrà aperto al pubblico grazie a un accordo con il Comune di Milano. «Sarà un centro di cultura viva, di arte, aperto agli studiosi e in alcuni giorni a chi è interessato alla Moda. Sarà la mia Tate Gallery tutta bianca» lo definisce Giorgio Armani. L’intero progetto, per cui lo stilista ha fatto un investimento di 50 milioni di euro, verrà curato in house dal suo team giocando sui tonalità del bianco.
«Sarà uno spazio espositivo dove raccogliere il prodotto di tutti questi anni - anticipa Armani -, un archivio di informazioni a carattere tecnico pensato per far vedere in un solo momento 40 anni di attività, dal primo all'ultimo vestito. Sarà una concentrazione di abiti molto importante, compresa la presentazione al Guggenheim di anni fa, oltre agli eventi degli ultimi tempi tra cui la linea Privé, che all'epoca della mostra di New York ancora non esisteva».Il Silos Armani non è distante da un altro nuovo spazio di prossima apertura, il Museo delle Culture di David Chipperfield, con il quale si potrebbero creare interessanti sinergie.
A 150 anni dalla posa della prima pietra, dopo 13 mesi di lavoro e 3 milioni di euro di investimento paritetico da parte di Prada e Versace, ad aprile si concluderà il restauro che ha portato a nuova vita alla Galleria Vittorio Emanuele II. Grazie a un cantiere attivo 24 ore al giorno e a un ponteggio mobile senza ingombri per il camminamento, i 14 mila metri quadrati di superficie interna ed esterna della galleria saranno pronti ad accogliere i visitatori di Expo. Sul sito ingalleria.com, realizzato con la collaborazione del Comune di Milano e Feltrinelli, è possibile seguire le fasi di restauro e la storia del monumento. Da fine marzo si potrà anche prenotare una visita guidata.
Dall’1 marzo il PAC (Padiglione di Arte Contemporanea) presenta una delle prime mostre del ricco palinsesto che i musei civici di Milano proporranno all’interno del programma semestrale di Expo in Città.
Il museo continua la sua attività di ricerca sull’intersezione delle arti con la mostra «Stardust» che illustra la lunga carriera di David Bailey (Londra, 1938), uno dei padri fondatori della fotografia contemporanea e autore di alcuni tra i ritratti più iconici degli ultimi cinque decenni.La mostra, curata dallo stesso artista e realizzata in collaborazione con la National Portrait Gallery di Londra e con il magazine ICON, è sostenuta da Tod’s, che da oltre 10 anni affianca l’attività della kunstalle milanese e con cui ha recentemente rinnovato la partnership per altri 4 anni. «Una mostra che conferma la vocazione del PAC ai grandi progetti espositivi di respiro internazionale e, al tempo stesso, trasforma il rapporto con TOD'S in una vera e propria condivisione d’intenti e di progetti comuni, nel segno della conoscenza e della diffusione di tutti linguaggi della nostra contemporaneità» ha dichiarato l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno.
Durante il semestre di Expo, nelle sale di rappresentanza di Palazzo Italia sarà esposto «Genio Futurista» di Giacomo Balla, uno de quadri più grandi mai realizzati dall’artista che Laura Biagiotti ha prestato al sito espositivo. La stilista ha infatti una collezione d’arte di rilevanza mondiale di dipinti del pittore, scoperto negli anni 80 prima dell’esplosione del fenomeno dell’arte futurista.
Il mondo della moda milanese ha grandi aspettative su Expo2015 in termini ritorno economico e d’immagine. L’evento ha dato avvio a nuove modalità di partnership tra pubblico e privato che si spera lascino un segno positivo e si trasformino in collaborazioni di lungo termine.
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