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L’Expo: un «Vivaio» di opportunità

  • Pubblicato il: 31/03/2014 - 22:12
Rubrica: 
SPECIALI
Articolo a cura di: 
Cristina Marinelli

Come sarà il Padiglione Italia di Expo 2015?

Il Padiglione Italia ha il compito di ospitare tutte le eccellenze del Paese ed è basato sul concept di «Vivaio», ideato da Marco Balich. Partendo da questa vision si vuol dare un’idea un po’ in controtendenza rispetto al posizionamento dell’Italia. Secondo il Nation Brand Index (NBI) il nostroè sì un paese desiderato, ma lo è soprattutto da una fascia di pubblico molto anziana. A livello internazionale la percezione che si ha dell’Italia si fonda su una serie di stereotipi che sono nati dopo la Seconda Guerra Mondiale. Siamo riconosciuti per le eccellenze del cibo, della moda e del design, senza dimenticare il nostro sterminato patrimonio storico-artistico. Ma tutto questo non basta. Non possiamo basare l’immagine del Paese esclusivamente in rapporto al suo passato, si deve costruire il Paese rispetto all’idea di futuro che vogliamo. Ecco perché credo che lavorare sul concetto di «Vivaio Italia» sia una scelta eccellente. L’alimentazione di qualità e per tutti è uno dei focus che derivano dal tema dell’Expo «Feeding the Planet, Energy for Life»: sicuramente per l’Italia questa è una grande occasione.

Come verrà declinata l’idea di «Vivaio Italia»?

Verrà declinata in tutti i 184 giorni dell’esposizione con un palinsesto eventi costruito con i giovani del Paese. Per fare un esempio concreto: faremo musica con i giovani dei conservatori, faremo arte con gli allievi delle accademie di belle arti, faremo design con gli studenti delle scuole di design e cucina con quelli delle scuole di cucina. Quindi lavoreremo per portare coloro che in questo momento si stanno formando e stanno apprendendo contenuti ad utilizzare la piattaforma Italia come elemento di innovazione. Ma non lo diremo soltanto, lo faremo direttamente vedere.
Avremo quattro spazi: lo spazio scuola, lo spazio start-up e innovazione, lo spazio incontri e l’auditorium. Ciascuna di queste location verrà utilizzata per raccontare tutte le storie giovani che l’Italia ha da mettere in campo.
Ogni giorno presenteremo 11 start-up, 2024 in tutto, e con esse daremo l’idea che l’Italia non è assolutamente un paese fermo ma, anzi, straordinariamente dinamico, dove forse manca solo la percezione di questo dinamismo. La nostra caratteristica sarà quella di cercare di rendere visibile l’Italia come piattaforma di innovazione, come opportunità per una gioventù capace di guardare lontano.

È prevista una forte collaborazione tra pubblico e privato?

Tutto quello che facciamo è basato sulla collaborazione tra pubblico e privato, soprattutto con i grandi sistemi associativi, in particolare con Confindustria, Coldiretti e altre associazioni di categoria. Lavoreremo con tutti proprio per fare un racconto complessivo del sistema paese, ovviamente legato al tema del cibo.
Ci saranno regioni, città, sistemi imprenditoriali, come quello delle camere di commercio, che stanno, a diverso titolo, prendendo degli spazi fisici e dei momenti temporali nel corso dell’esposizione.

Ogni regione avrà un suo spazio?

No, non ci sarà uno spazio dedicato alle regioni, come poteva essere per la Mostra delle Regioni di Mario Soldati per «Italia 61», per intenderci. Sarà una cosa più dinamica. Noi invitiamo i territori a fare animazione di spazi che abbiamo costruito ad hoc.  La parte espositiva rimarrà invariata per tutta la durata dell’evento, così come ci impone il BIE per regolamento.

Come sarà strutturato il padiglione da un punto di vista espositivo?

Nel percorso che stiamo immaginando l’Ingresso sud sarà  il «grande viale Italia» lungo il quale si svilupperanno circa 30.000 metri quadri di esposizione. Ci sarà una mostra sul corpo umano, realizzata in collaborazione con Confindustria e il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, nella quale vedremo come il corpo umano per vivere bene debba seguire alcune regole, legate ai modelli alimentari.
L’Italia verrà raccontata come un grande corpo in movimento, del quale vedremo la funzionalità in relazione al cibo che produciamo e che mangiamo.
Di fronte a questo corpo, incarnazione dell’unione tra alimento e individuo, porremo il paesaggio dell’allevamento e dell’agricoltura, svolgendo il tema del nutrimento in rapporto alla collettività. In collaborazione con la Coldiretti, vedremo come il paesaggio italiano è cambiato attraverso l’innovazione dell’agricoltura negli ultimi 70 anni. A partire dal secondo dopoguerra il nostro territorio da estremamente povero, poco a poco, è diventato produttore di ricchezza e qualità.
Ci sarà poi un’area dedicata al vino, emblema dell’eccellenza del paesaggio e nostro prodotto di maggior successo. L’Italia è presente in tutto il mondo con i suoi vini e con essi ogni giorno accompagna la vita di milioni di cittadini.
A chiudere il cerchio ci sarà il racconto dei territori, dove a rotazione le diverse regioni italiane presenteranno le proprie eccellenze.
Di fronte al Palazzo Italia avremo il padiglione dell’Unione Europea. Qui verrà presentato un tema analogo a quello che noi sviluppiamo sulla storia, il presente e il futuro del vino, dedicato alla storia, al presente e al futuro del pane in Europa. Quindi avremo il pane e il vino, due elementi fondamentali della nostra alimentazione, affiancati. Del vino ce ne occuperemo noi come Italia, del pane se ne occuperà l’Unione Europea.
Tutto questo percorso, che arriva nel Palazzo Italia, dove vedremo le eccellenze del nostro Paese, non è solo un cammino attraverso il cibo per nutrire il corpo ma anche per arricchire la mente.

Come otterrete questo risultato?

Non esprimeremo i talenti dell’Italia soltanto in chiave di prodotto alimentare e enogastronomico ma anche in ambito culturale. A ciascuna di queste aree verrà sempre associata della musica, un’immagine audiovisiva e un racconto. Proprio all’incrocio del cardo e del decumano avremo uno spazio incontri dove tutti i giorni ci saranno narrazioni teatrali, cinematografiche e musicali.
Abbiamo appena lanciato il concorso «Nutrire la Musica», in collaborazione con Divertimento Ensemble, Mito SettembreMusica e Sentieri selvaggi, che ci permetterà di realizzare 50 produzioni internazionali ispirate all’Italia ad opera dei principali giovani compositori di tutto il mondo. A breve lanceremo un concorso simile nell’ambito cinematografico e successivamente uno in campo letterario. Per quanto riguarda l’arte, invece, lavoreremo con le accademie. Inoltre, avremo un’unica grande commissione, in collaborazione con la Biennale d’Arte di Venezia: una grande opera di arte contemporanea che accoglierà il pubblico nella piazza coperta del Palazzo Italia.

La Biennale di Venezia il prossimo anno anticiperà la propria apertura a maggio per aprire in concomitanza con l’Expo 2015.

Esattamente. Già quest’anno, la Biennale di Architettura, aprirà in anticipo, i primi giorni di giugno, proprio per dare più visibilità all’evento. Inoltre, uno degli argomenti del Padiglione Italia sarà proprio il Padiglione Italia dell’Expo, in una specie di gioco di autoreferenzialità. Cino Zucchi, in questo grande racconto dedicato agli innesti, che ovviamente si lega al tema del vivaio, dedicherà uno spazio al concept di Milano facendo vedere come la città è cambiata in 2000 anni di storia e come si trasformerà ancora in virtù degli innesti che l’Expo sta portando. Ci sarà poi un’area dedicata all’Expo e un’area dedicata al Padiglione Italia.

Per quanto riguarda i territori, come si riuscirà a trasmettere contemporaneamente l’unitarietà del Paese e le eccellenze e peculiarità dei singoli territori?

Lavorando contemporaneamente su entrambi i fronti. L’unitarietà del Paese verrà raccontata tutti i giorni, dal 1 maggio al 31 di ottobre, attraverso l’esposizione. Le eccellenze del territorio, invece, saranno promosse di settimana in settimana, o con delle giornate specifiche di animazione, attraverso gli eventi.
Il palinsesto che abbiamo creato è scandito mensilmente, dove ogni mese ha contemporaneamente un programma dedicato a un pubblico B2C, quindi al visitatore leisure, di tipo familiare e di piacere, sia uno dedicato al B2B, business to business. Ad esempio nel primo mese abbiamo «pane e letteratura» per quanto riguarda il leisure e abbiamo contemporaneamente «sicurezza alimentare» per quel che riguarda il business. Il secondo mese abbiamo «pasta e design» da un lato e «cooperazione internazionale» dall’altro. Abbiamo pensato a delle modularità che consentono ai vari pubblici di convergere sui temi di loro interesse mese per mese.

È prevista un’attività di edutainment? Ci sono dei progetti specifici?

Ci sarà uno spazio scuola specifico, sul quale stiamo lavorando con la Direzione Generale della Lombardia, e allo stesso tempo stiamo avviando la realizzazione di un kit da trasferire a tutte le scuole italiane. Ancora una volta non saremo noi a insegnare. Noi instaureremo una piattaforma dove le scuole verranno a far vedere cosa stanno facendo. Quindi la nostra intenzione non è quella di avere una situazione ex cathedra. Riteniamo che siano le persone che debbano raccontare agli altri le proprie esperienze. Il nostro ruolo è abbastanza trasparente: saremo un tool nelle mani del territorio. Ci vogliamo caratterizzare in questo modo.

Ci sarà un dipartimento educativo interno dedicato alle scolaresche?

Ci sarà a un doppio livello: ci sarà il percorso all’interno dell’Expo dedicato alle scuole, e ci sarà lo «spazio scuola» in cui gli studenti verranno a far vedere che cosa hanno fatto in occasione di Expo. Ma, mentre il primo è più classicamente top-down, nel secondo ci saranno dei bambini e dei ragazzi che insegneranno ad altri bambini e ragazzi attraverso l’esperienza fatta. L’Expo sarà anche un grande pretesto per riflettere sulla macchina educativa del Paese.

Per approfondire i temi trattati consultare i siti web:
www.padiglioneitaliaexpo2015.com/it www.fondazionemilanoperexpo2015.it/ www.fondazionebracco.com/it/