L’Ermitage a Palazzo Madama
Torino. Dal 7 giugno al 13 ottobre Palazzo Madama festeggia i 150 anni del Museo Civico torinese con un ospite d’eccezione: Alexander Basilewsky (1829-99), «le roi des collectionneurs». Primo atto dell’accordo siglato lo scorso anno tra la Città di Torino, la Fondazione Torino Musei, il Museo Statale dell’Ermitage e la Fondazione Ermitage Italia, la mostra «Il collezionista di meraviglie. L’Ermitage di Basilewsky», a cura di Enrica Pagella e Tamara Rappe, ospita una selezione di 83 opere scelte dalla collezione del nobile russo. Rarissimi esemplari della prima arte cristiana e preziosi oggetti del Medioevo e del Rinascimento europeo che Basilewsky, trasferitosi a Parigi negli anni Sessanta dell’Ottocento come membro del corpo diplomatico, acquistò direttamente da monasteri e chiese in Francia, Austria, Svizzera, Italia e da altre prestigiose collezioni andate all’asta a Parigi nella seconda metà del XIX secolo, con l’ambizioso obiettivo di ricostruire «la nascita e la formazione dell’arte cristiana europea occidentale». Un nucleo importante della collezione, divenuta una delle attrazioni di Parigi, fu tra i protagonisti della sezione storica dell’Esposizione Universale del 1865. Appena vent’anni dopo, per avversi mutamenti di fortuna, Basilewsky mise all’asta i suoi tesori che lo zar Alessandro III si accaparrò in blocco per sei milioni di franchi. La collezione fu trasferita all’Ermitage di San Pietroburgo, dove, tranne alcuni oggetti venduti in epoca staliniana a musei stranieri, si conserva tuttora. Tra i capolavori esposti a Torino, l’Acquamanile a forma di cacciatore a cavallo, opera renana dell’inizio del Duecento, e la Cassetta reliquiario di santa Valeria, protomartire dell’Aquitania, una delle più famose opere in smalto limosino del XII secolo. L’accordo italo-russo proseguirà nell’autunno con uno scambio di capolavori tra San Pietroburgo e Torino: il ritratto di Antonello da Messina delle collezioni torinesi sarà esposto nel Palazzo d’Inverno, mentre a Palazzo Madama giungerà «La sacra famiglia con san Giuseppe imberbe», opera riconducibile alla fase fiorentina di Raffaello, realizzata per Guidobaldo da Montefeltro verso il 1505-06.